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Venerdì, 19 Aprile 2024
Le parole del premier

L'annuncio di Draghi: "Misure per aumentare i salari e ridurre il carico fiscale sul lavoro"

Il piano salva-stipendi dell'esecutivo: abbassare le tasse "a partire dai salari bassi" e intervenire sul salario minimo. L'obiettivo è varare misure "strutturali" e non più (solo) emergenziali. Le tensioni nella maggioranza? "Un governo con gli ultimatum non lavora"

"È importante mettere in campo misure strutturali per incrementare i salari, il nostro obiettivo prioritario è ridurre il carico fiscale sui lavoratori a partire dai salari più bassi e su questo contiamo di intervenire in maniera decisa". Lo ha detto il presidente del consiglio Mario Draghi durante una conferenza stampa che si è tenuta oggi, parlando delle misure che l'esecutivo intende adottare per affrontare l'emergenza inflazione e la perdita di potere d'acquisto dei lavoratori. A Palazzo Chigi questa mattina c'è stato un incontro di circa un'ora e mezza tra il premier Mario Draghi e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri proprio sui temi del lavoro e del welfare.

L'obiettivo del governo è varare un nuovo decreto a stretto giro di posta per fronteggiare la nuova emergenza legata alla fiammata inflazionistica. E poi, nel medio periodo, abbassare il cuneo fiscale (ovvero le tasse) sul lavoro e intervenire sulla contrattazione collettiva e sul salario minimo. "La contrattazione collettiva è uno dei punti di forza del nostro modello industriale", ha premesso Draghi, ma "non è accettabile che alcuni contratti siano scaduti da 3 o 9 anni". Oggi inoltre "non tutti i lavoratori sono coperti dai contratti collettivi" e questi lavoratori vivono in una condizione di "incertezza e di vulnerabilità". Motivo per cui, ha messo in chiaro premier, l'esecutivo "deve agire". "Oggi a livello europeo è stata approvata la direttiva sul salario minimo - ha aggiunto - e il governo intende muoversi in questa direzione".

Ma cosa intende fare la maggioranza sul salario minimo?  L'esecutivo, ha spiegato il ministro del Lavoro Andrea Orlando, pensa ad "un meccanismo che tenga insieme il valore positivo della contrattazione collettiva e l'esigenza di un salario minimo" per chi non beneficia della contrattazione collettiva. "L'ipotesi su cui lavoriamo, che ha raccolto un preliminare consenso, riguarda la possibilità di usare come riferimento contratti più diffusi o firmati delle organizzazioni maggiormente rappresentative. Significherebbe legare il minimo salariale per comparto alla migliore e più diffusa contrattazione". 

L'obiettivo è varare riforme strutturali (entro fine anno)

"È necessario fare interventi strutturali" che però siano anche "urgenti" ha poi chiarito Draghi: non è più tempo, di varare solo misure "ad hoc per tutelare il potere d’acquisto". Questo tipo di interventi, ha aggiunto, è giustificato "quando l’inflazione è un fenomeno temporaneo, ma quando inizia ad essere un fenomeno stabile è necessario che gli interventi siano strutturali". Il presidente del consiglio ha poi specificato che questi interventi strutturali, le riforme di sistema, verrano probabilmente introdotte con la prossima legge di bilancio (dunque entro fine anno) e non con il decreto che vedrà la luce entro la fine del mese. 

"Ci sarà un intervento prima della fine di luglio che riguarderà mezzi e strumenti per mitigare gli effetti dell'aumento del prezzo dell'energia" ha sottolineato infatti il presidente del consiglio. "Le aree sono simili a quelle già trattate nel passato, bollette, accise su benzina e gasolio, ma anche interventi proporzionati alla ricchezza e al reddito dell'individuo. Le cose ancora in valutazione. La determinazione del governo c'è, non si spendono 33 miliardi in questa direzione se non ci fosse la convinzione che il governo deve lavorare per aiutare le famiglie italiane a superare questo momento difficile". 

Le fibrillazioni nel governo e il caso M5s

"Se il governo riesce a lavorare continua, se non riesce a lavorare non continua" ha detto quindi Draghi rispondendo a una domanda sulle fibrillazioni all'interno della maggioranza. "Lo dico a chi a settembre promette sfracelli: un governo con gli ultimatum non lavora". In ogni caso, ha puntualizzato, "ho già detto che per me non c'è un governo senza M5s e non c'è un governo Draghi altro che l'attuale, questa è la situazione". E poi ancora: "C'è l'esigenza di fare qualcosa per il lavoro povero. I numeri dell'Istat e dell'Inps sono drammatici, in un contesto che è destinato a peggiorare la situazione per l'inflazione. Un intervento era assolutamente importante e necessario e, se coincide con l'agenda di Conte, sono contento e forse anche lui...". 

"Quando ho letto la lettera" consegnata da Giuseppe Conte "ho trovato molti punti di convergenza con l'agenda di governo - ha detto ancora Draghi - e quindi i temi affrontati nella riunione di oggi con i sindacati sono esattamente in quella direzione, sono punti che era necessario sollevare". 

Tornare in Parlamento per una verifica se il M5S non parteciperà al voto in Senato? "Primo: lo chieda al presidente Mattarella" è stata la risposta del premier a un giornalista. "Secondo: ho già detto che per me non c'è un governo senza 5 Stelle. Terzo: ho già detto che non c'è un governo Draghi. Questa situazione di fibrillazione il governo l'ha affrontata abbastanza bene, continua a lavorare".

La conferenza stampa di Draghi: video

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