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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Cos'è questa storia di Draghi che cancella il bonus cashback

La riscrittura del Recovery Plan potrebbe portare il governo a eliminare le misure del Conte-Bis. Il ministero dell'Economia ragiona su un taglio del budget nel 2022 o all'addio al superpremio. E i diritti quesiti?

Mario Draghi cancella il bonus Cashback? Nei giorni scorsi abbiamo parlato del Super Cashback e del rischio blocco a causa dei furbetti delle transazioni multiple, ovvero di quelli che effettuano acquisti a raffica spezzettando la spesa in micropagamenti per scalare la classifica. Ora però c'è un problema che riguarda il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e la sua riscrittura ad opera del governo Draghi, che prevede la cancellazione di tutte le misure che non rispondono alla lettera ai parametri europei, proprio come il cashback.

Cos'è questa storia di Draghi che cancella il bonus cashback

Che il bonus per il Super Cashback sia a rischio lo sappiamo dalla fine di febbraio, quando si è scoperto il fenomeno di quelli che per ottenere un posto tra i centomila "fortunati" che a luglio intascheranno il cosiddetto super premio da 1500 euro frazionavano i pagamenti a dismisura. Il governo ha annunciato di voler mettere un freno al fenomeno e sono due le ipotesi allo studio: o imporre subito una stretta sulle micro-operazioni oppure mettere in stand-by la classifica fino alla fine dell'anno. Ma a mettere davvero in bilico i 5 miliardi destinati al cashback è il Recovery Plan. Il nuovo governo ha a disposizione 15 giorni per presentare le modifiche del PNRR e l'intenzione è quella di cancellare tutte le misure che non sono in linea con raccomandazioni e indicazioni dell'Unione Europea. Tra questi potrebbe essersi anche il cashback: il governo Conte aveva stanziato cinque miliardi di euro per il rimborso del 10% degli acquisti effettuati con i metodi di pagamento elettronici, ma la misura, che è nata per contribuire alla lotta all'evasione, non è in linea con un altro degli obiettivi dati da Bruxelles, ovvero contribuire alla crescita del Prodotto Interno Lordo. 

Per questo il bonus cashback rischia davvero la cancellazione e al lavoro sul dossier c'è il ministro dell'Economia Daniele Franco. Intanto però la politica ha preso posizione: Forza Italia ha chiesto a più riprese di dirottare quelle risorse verso altri progetti, mentre un paio di giorni fa il comandante generale della Guardia di Finanza Giuseppe Zafarana, in audizione sulla riforma dell'Irpef, sul cashback ha detto che "sarebbe meglio concentrarlo sulle categorie a maggior rischio di evasione fiscale rispetto alle altre". E questo perché oggi "il rimborso è previsto per qualsiasi pagamento anche presso la grande distribuzione, le spese per utenze e trasporti ferroviari che sono categorie in cui non si rileva evasione fiscale". Zafarano ha inoltre segnalato che "per la categoria di spese per cui spetta la detrazione Irpef del 19% non si è invogliati a pretendere lo scontrino". Zafarana ha quindi ipotizzato "correttivi, periodici interventi di manutenzione, anche per migliorare il saldo di finanza pubblica". 

Il bello è che l'espediente per primeggiare nelle classifiche del super cashback è perfettamente legale: non c'è nessuna norma che vieti di accumulare transazioni per centrare il super rimborso da 1500 euro messo in palio per i primi 100mila cittadini che hanno totalizzato, in un semestre, il maggior numero di transazioni con carte di credito, carte di debito e prepagate, bancomat e app di pagamento. "Ogni 6 mesi - si legge infatti sul sito cashless Italia - i primi 100.000 cittadini a fare più transazioni avranno 1.500 Euro". Il super cashback è dunque una sorta di premio aggiuntivo rivolto a chi esegue più transazioni. Il programma cashback prevede invece un rimborso del 10% ogni sei mesi per chi effettua almeno 50 pagamenti. Anche in questo caso dunque è necessario accumulare un numero non indifferente di pagamenti. Ma c'è un trucco: sul sito cashless Italia viene specificato che "conta il numero di transazioni, non gli importi spesi (ad es. un caffè vale come un televisore)". Per ottenere il rimborso quindi il numero di “strisciate” diventa fondamentale. 

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Draghi cancella il bonus cashback?

La mossa del governo Draghi per cancellare il cashback si muove quindi su due direttive. La prima è un taglio del budget nel 2022 e la seconda è l'addio al superpremio. A scriverlo è Italia Oggi, che racconta di un drastico ridimensionamento della misura, che prima aveva un budget di 4 miliardi nel bienni 2021-2022, ovvero 1.750 milioni di euro per l’anno 2021 e di 3 mila milioni di euro per l’anno 2022:

Le forbici del ministero dell’economia inizieranno a sfoltire proprio lì, magari eliminando il super premio da 3 mila euro per i super utilizzatori che sta creando non pochi problemi, con una moltiplicazione di micropagamenti per acquistare lo stesso bene, e su cui ancora non è stata trovata soluzione. Solo per citare un caso: nelle scorse settimane i sindacati dei gestori delle pompe di benzina avevano sollevato il problema evidenziando fi no anche a 60 transazioni per un solo pieno.

L'obiettivo finale però è quello di concludere anticipatamente il programma, mettendo fine all'iniziativa a dicembre 2021: in questo modo si risparmierebbero i 3 miliardi previsti per il 2022. Ma va anche ricordato che ci sono una serie di rimborsi previsti: oltre a quello del primo gennaio 2021, c'è anche quello di giugno, luglio e dicembre, insieme a quelli di gennaio e giugno 2022. In questo caso, spiega il quotidiano, dovrebbero comunque essere fatti salvi i cosiddetti diritti quesiti, e cioè i rimborsi che dal primo gennaio oltre 7 milioni di utenti stanno accumulando (7.797.533 come riportato dalla app IO). Intanto Consap ha annunciato di aver concluso il rimborso del Cashback di Natale: la prossima tranche è prevista a luglio. E il ministero dell’economia ha comunicato nella nota sul nel fabbisogno statale del periodo che hanno inciso anche i rimborsi per il cashback. Ma presto la festa potrebbe finire. 

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