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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Eco e sisma bonus: lo sconto in fattura fa arrabbiare artigiani e piccoli imprenditori

Il decreto crescita ha stabilito che chi usufruisce delle detrazioni potrà farsi anticipare la quota da portare in detrazione direttamente dall'impresa che esegue i lavori. Ma per Confartigianato Padova (ed altre associazioni di categoria) si tratta di un costo insostenibile

Lo sconto in fattura destinato ai beneficiari di ecobonus e sismabonus non piace a imprenditori e artigiani. Con il decreto crescita è stato stabilito che chi ha diritto alle detrazioni potrà optare, "in luogo dell'utilizzo diretto delle stesse, per un contributo di pari ammontare, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi e a quest'ultimo rimborsato sotto forma di credito d'imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione, in 5 quote annuali di pari importo". 

In poche parole il contribuente che usufruisce della detrazione può scegliere se farsi restituire l’importo in dieci rate annuali con il 730 (com’è accaduto finora) o se farsi fare lo sconto direttamente dalla ditta che esegue i lavori che dunque dovrà anticipare la somma per conto dello Stato.

Ecobonus, Confartigianato Padova: "Sconto in fattura è un costo insostenibile"

Secondo il Presidente di Confartigianato Imprese Padova, Roberto Boschetto, un norma siffatta rappresenta "un costo insostenibile" per le imprese. "L'articolo 10 deve essere rapidamente superato e la migliore soluzione a questo problema è l'abrogazione della norma" afferma Boschetto che insieme agli altri presidenti delle Confartigianato del Veneto ha firmato la lettera inviata nei giorni scorsi a tutti i parlamentari veneti per un loro interessamento in Parlamento, al fine di risolvere il problema.

"I piccoli imprenditori messi fuori mercato dalle aziende più grandi"

''La questione è presto detta - spiega Boschetto - gli incentivi per la riqualificazione degli edifici è un'ottima idea perché stimola i cittadini a effettuarli e perché crea opportunità di rilancio per l'intero settore casa da troppi anni in sofferenza. È invece il metodo della cessione delle detrazioni fiscali dai privati alle imprese che effettuano i lavori a mettere fuori mercato i nostri piccoli imprenditori per concorrenza da parte delle aziende più grandi. Va ribadito che la stessa Autorità garante della Concorrenza e del Mercato si è già espressa al riguardo confermando la tesi della restrizione della concorrenza e il danno per le piccole e medie imprese''.

"La denuncia non è dunque di parte - prosegue Boschetto -, ma è un vero intervento per la tutela delle aziende di minori dimensioni, che non possono sostenere il mancato guadagno di un lavoro, visto che le detrazioni oggetto della discussione possono arrivare fino all'85%. Per accogliere queste richieste le piccole aziende dovrebbero avere una disponibilità di liquidità e di capienza impositiva che non è nelle loro possibilità, malgrado risultino congrue e quindi fiscalmente regolari nel rispetto dei parametri dei vecchi Studi di settore". 

Eco e sisma bonus: "La norma sullo sconto in fattura è disastrosa per le imprese"

La Confartigiano del Veneto non è l'unica associazione di settore che si è scagliata contro il provvedimento. Di recente la Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa (CNA) ha definito l’articolo 10 del d.l. come "un tentativo di favorire la concentrazione del mercato della riqualificazione energetica nelle mani di pochi operatori, con conseguente alterazione della concorrenza".

Per l’Unicmo, Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell'Involucro e dei serramenti, la misura rischia "di alimentare una domanda che non potrà essere soddisfatta dal mercato". Infatti, si legge, "la struttura portante del mercato italiano dei serramenti è costituita da migliaia di PMI con una capienza fiscale che esaurirebbe in pochi interventi la propria possibilità di ‘anticipare’ al cliente lo sconto del 50%, un comparto peraltro già tartassato dall'iniqua ritenuta d'acconto dell'8% sui bonifici bancari e postali per ecobonus e bonus casa". Insomma, le associazioni di categoria non ci stanno e sono decise a farsi sentire.

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