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Martedì, 23 Aprile 2024

Andrea Maggiolo

Giornalista

Edicole senza quotidiani

Da metà della scorsa settimana a Lampedusa non arrivano più i quotidiani di carta: "Una inaccettabile disparità di trattamento rispetto al diritto di tutti i cittadini, compresi quelli di Lampedusa, ad una informazione completa e plurale" dice il sindaco di Lampedusa e Linosa Totò Martello. In una mail inviata nei giorni scorsi ai titolari delle edicole di Lampedusa dalla società di distribuzione dei quotidiani, si legge: "Vi informiamo che da giovedì 16 settembre gli editori non spediranno più i quotidiani - ultimo giorno di spedizione mercoledì 15/09". E di fronte alle rimostranze dei titolari delle edicole, la risposta della società è stata solamente "non dipende da noi. Saluti". 

"Non so da chi dipenda questa decisione - aggiunge Martello - ma so che è profondamente sbagliata ed ingiusta: sulla nostra isola, infatti, non tutti posseggono uno smartphone, un computer o un tablet per poter leggere i giornali in versione digitale. Interrompere la spedizione dei quotidiani cartacei significa negare ad una parte importante della nostra comunità la possibilità di informarsi. Faccio appello alle case editrici dei quotidiani affinché dispongano la ripresa delle spedizioni, e mi rivolgo anche al sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'editoria Giuseppe Moles al quale chiedo di valutare questa situazione, anche prevedendo meccanismi che vincolino l'erogazione dei contributi pubblici destinati alle imprese editrici alla regolare distribuzione su tutto il territorio nazionale, compresa Lampedusa che fino a prova contraria è un Comune italiano".

Lampdusa avamposto italiano non solo di un tema epocale come quello delle migrazioni sulla rotta del Mediterraneo Centrale, ma anche di un altro trend in atto da anni, in tutta Italia. Senza edicole moriranno anche i giornali? Non è ovviamente detto, anzi: la fruizione si è però spostata sul digitale. Nelle città grandi e piccole molte edicole sono costrette a chiudere per la crisi dei giornali e il calo dei fatturati. Se nelle grandi città le edicole si sono da tempo specializzate in giornali stranieri o in altri servizi collaterali (stampa di documenti, pagamenti vari, vendita di giocattoli, e via dicendo), non ovunque ciò è possibile. Se i quotidiani non arrivano più in edicola, cessa il senso di esistere di molte edicole, o quantomeno la motivazione a recarvisi. 

Un'altra piccola isola, Pantelleria, si era trovata in una situazione simile lo scorso inverno. Qualcuno allora osservò la stranezza del fatto che "in tempo di pace non arrivino più quotidiani a Pantelleria. Persino durante la seconda guerra mondiale arrivavano con gli aerei e pure regolarmente". Poi la situazione venne risolta.

Inutile però sorprendersi. I distributori hanno poche vendite e molte spese per il trasporto aereo e per la distribuzione in generale. Se le vendite sono ridotte all'osso, commercialmente non ha più senso spedire i quotidiani nelle isole minori, magari poche decine di copie, per renderle poi quasi tutte. Il paradosso oggi è più lampante che mai: Lampedusa a causa degli sbarchi di migranti che partono da Libia e Tunisia in prima pagina sui quotidiani ci finisce spesso. I lampedusani non potranno leggerle più su carta quelle prime pagine. Ma il punto è che, visti i dati di vendita, non le avrebbero probabilmente lette comunque. La predominanza del web nella dieta informativa degli italiani rientra in un trend inarrestabile.

In Italia chiudono circa mille edicole l'anno. Se vent'anni fa se ne contavano oltre 36mila, oggi ne restano poco più di 10mila, molte delle quali convertite in edicole-bazar sulla scia della crisi dei giornali cartacei che negli ultimi 25 anni hanno perso oltre 5 milioni di copie vendute al giorno. Triste, certo. Ognuno ha la sua edicola del cuore, e gli edicolanti soprattutto per le fasce più anziane della popolazione sono un punto di riferimento. Si lavorerà forse per inserire la clausola della gratuità del trasporto dei quotidiani nei vari bandi per la continuità territoriale, agevolando fin quando sarà possibile la macchina economica che sta dietro la distribuzione dei quotidiani nelle isole. 

Ma se anno dopo anno sempre meno cittadini comprano i giornali in edicola, la strada è segnata. L'informazione sta andando da un'altra parte. L'assenza dei quotidiani nelle edicole delle isole minori è una notizia che rimane circoscritta alle "brevi" per adesso. Quando i quotidiani non arriveranno in altre zone dell'Italia interna, se ne parlerà magari di più. E poi sarà la volta delle piccole città, poi di quelle di medie dimensioni. Rischia di essere una battaglia "contro i mulini a vento", a meno di una netta inversione di tendenza dei numeri di copie vendute. Al momento, non all'orizzonte.

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