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Venerdì, 19 Aprile 2024
L'energia del futuro

Mega torri galleggianti nel mare di Puglia, Sicilia e Sardegna: la nuova frontiera dell'energia

Presentati al ministero della transizione ecologica progetti per l'eolico galleggiante fino a 17 Gw

Mentre il prezzo dell’energia sale alle stelle provocando rincari pesanti sulle bollette, l’Italia s’affanna nella ricerca di energia rinnovabile. Siamo ormai tutti consapevoli del fatto che il futuro economico del paese si gioca proprio su questo importantissimo tema, legato a doppio filo con la lotta ai cambiamenti climatici. Tra le varie fonti di energia rinnovabile, il governo italiano ha deciso di puntare nei prossimi anni sull’eolico galleggiante, ossia sulle turbine eoliche posizionate in mare. Si parla di progetti fino a 17 Gw, cifra che fa impallidire persino l’isola artificiale energetica che la Danimarca vuole realizzare nel Mare del Nord. Andiamo per gradi.

Quali sono le fonti di energia rinnovabile

Prima di tutto è bene ricordare che al mondo esistono fonti di energia non rinnovabili e fonti rinnovabili. Le prime sono quelle che abbiamo utilizzato sinora, soggette ad esaurimento come il carbone, il petrolio e il gas naturale. Le rinnovabili invece sono il futuro: sono tutte quelle fonti di energia non soggette ad esaurimento e con un basso impatto ambientale. Tra queste ultime ci sono:

  • l’energia solare, ossia quella che si ottiene sfruttando il sole;
  • l’energia idroelettrica generata dal movimento dell’acqua;
  • l’energia eolica che utilizza la forza del vento;
  • l’energia geotermica che deriva dal calore presente negli strati più profondi della crosta terrestre;
  • l’energia da biomassa, derivante dai processi di combustione di sostanze organiche come alberi, piante, animali, residui agricoli o industriali e rifiuti urbani.

A che punto siamo con le rinnovabili in Italia?

Nel 2019 l’Italia ha prodotto quasi il 53% di energia da fonti non rinnovabili e il 35% da fonti rinnovabili, rivolgendosi per il restante 12% al mercato estero. Secondo i dati diffusi dal Gestore servizi energetici (Gsi), tra le fonti esauribili il gas naturale (43,2%) è stata quella maggiormente utilizzata per la produzione di energia mentre tra quelle non esauribili figura l’energia idraulica, con il 14,3% di contributo sul totale. Seguono solare 7,3%, eolica 6,3%, bioenergie 5,6% e geotermica 1,8%. Considerando solo l’energia da fonti rinnovabili quella idraulica rappresenta il 41% del totale prodotto, seguono fotovoltaico (21%) ed eolico (17%). Sul fronte dei consumi di energia rinnovabile, l’Italia si piazza al 3° posto nell’intera Unione Europa, dietro solo a Germania e Francia, con una quota pari al 18,2% a fronte del 18,9% della media europea. Quali sono gli obiettivi al 2030? L’Unione europea punta a raggiungere tra meno di dieci anni una quota di consumi di energia rinnovabile pari ad almeno il 32%, mentre l’obiettivo molto ambizioso dell’Italia è il 30%.  

obiettivi rinnovabili1-2

L’eolico si concentra nel sud Italia

L’Italia, dopo aver spinto sul fotovoltaico negli anni passati, sembra voler puntare sull’eolico, in particolare su quello offshore, ossia sulle turbine eoliche collocate in mare. Secondo stime basate sui rapporti mensili di Terna, alla fine del 2019 risultano installati in Italia 5.644 impianti eolici, la maggior parte dei quali (92%) di piccole dimensioni anche se poi il 90% dell’elettricità generata è stata prodotta da impianti di potenza superiore a 10 MW. Nel corso del 2019 la produzione da fonte eolica è stata pari a 20.202 Gwh, corrispondente al 17% della produzione elettrica totale da fonti rinnovabili.

numero impianti eolici potenza-2

A livello regionale gli impianti di produzione di energia eolica sono concentrati in Puglia (20,7%), Basilicata (25%) e Sicilia (15,6%). Come mai? E’ semplice, perché per la realizzazione e il funzionamento degli impianti eolici assumono particolare rilievo alcune caratteristiche ambientali e territoriali dei siti, quali la ventosità, l’orografia (caratteristiche dei rilievi montuosi e dei fondali marini), l’accessibilità. Per tali ragioni, la presenza di impianti eolici non è omogenea sul territorio nazionale: nel sud Italia, in particolare, si concentra il 96,5% della potenza eolica complessiva del paese e il 92,4% del parco impianti in termini di numerosità. La regione con la maggiore potenza installata è la Puglia, con 2.571,2 Mw; seguono Sicilia e Campania, rispettivamente con 1.893,5 Mw e 1.734,7 Mw. A livello di provincia il primato nazionale va a Foggia con il 19,7% della potenza eolica installata, seguita da Potenza (9,4%), Avellino (7,1%), Benevento (6,8%) e Catanzaro (6,3%).

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Gli sviluppi futuri dell’eolico offshore in Italia

Per accelerare la transizione energetica si guarda non solo all’utilizzo dell’eolico onshore, ovvero a quello sulla terraferma, ma soprattutto a quello offshore, in mare. Grazie alle nuove tecnologie, infatti, i costi di realizzazione di parchi eolici offshore sono diminuiti di un terzo mentre la loro capacità di produrre energia è quasi raddoppiata. Ma la vera sfida da affrontare sono le turbine eoliche galleggianti, quelle che non devono essere necessariamente installate su fondali bassi vicino alle coste. Grazie ai recenti sviluppi le turbine galleggianti, che in futuro potrebbero presto superare in altezza quelle offshore di oggi, potrebbero produrre elettricità per tre volte superiore all’eolico terrestre sfruttando l’energia del vento in luoghi lontani dalle coste. Al momento, però, generano energia due volte più costosa rispetto alle turbine eoliche vicino alla costa e tre volte più costosa rispetto a quelle onshore.

Eolico galleggiante: 40 i progetti all’esame del Mite

A fine giugno 2021 il ministero della transizione ecologica (Mite) ha lanciato una manifestazione d’interesse rivolta a tutti i soggetti imprenditoriali in grado di proporre progetti di eolico galleggiante. Sono arrivate 64 manifestazioni di interesse, 55 da imprese, 3 da Wwf, Legambiente e Greenpeace e 7 da altri soggetti. Di questi progetti, 40 sono al vaglio del ministero: più di 20 sarebbero localizzati al largo delle coste di Sicilia e Sardegna, 10 sulla costa Adriatica e la restante parte tra il mar Tirreno e il mar Ionio.

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Si parla di circa 17 Gw, pari ad una produzione di 36,4 terawattora (Twh), cifra assai importante se paragonata ai 10 Gw previsti per la prima isola energetica rinnovabile artificiale che la Danimarca intende costruire nel Mare del Nord (anche se poi destinata ad aumentare di 25 volte entro il 2050). Da considerare poi che negli ultimi mesi sono state avanzate al Mite ulteriori iniziative per 8 Gw potenziali. Secondo l’Associazione nazionale energia del vento (Anev), il raggiungimento dell’obiettivo di 17 Gw di eolico aggiuntivo entro il 2030 consentirebbe di risparmiare quasi 50 milioni di barili di petrolio e di evitare la produzione di circa 25 milioni di tonnellate di CO2. Per il momento, però, i tempi sono lunghi: previsti almeno 5 anni per la costruzione di ogni impianto.

I progetti in Sicilia e in Puglia

Secondo una mappa diffusa da Terna sui progetti eolici offshore presentati al ministero, al 31 agosto 2021 sarebbero 6 le proposte per la Sicilia e 7 quelle per la Puglia. Sappiamo che Med Wind, con la firma di Renexia del Gruppo Toto, ha chiesto di poter installare 190 turbine al limite delle acque territoriali italiane a circa 60 chilometri dalla costa siciliana. In Puglia, invece, le richieste di connessione riguardano quattro impianti al largo delle coste della provincia di Lecce (332 Mw ciascuno), uno nel Golfo di Taranto (30 Mw) e due nel Brindisino (530 Mw e quasi 1 Gw). Per quanto riguarda il parco eolico galleggiante del Salento, Odra Energia ha comunicato che sposterà le turbine eoliche un po’ più in là dalla costa per ridurre l’impatto ambientale in termini di visuale. La zona dove verranno posizionate le turbine infatti è quella che si affaccia sulle coste turistiche di Capo d’Otranto, Castro Marina, Tricase e Santa Maria di Leuca. Il progetto per la costruzione del parco eolico galleggiante, in capo a Falck Renewables e BlueFloatEnergy, è stato recentemente modificato: le pale sono state spostate ad oltre 12,8 chilometri dalla costa, il 30% più lontano di quanto previsto inizialmente. Le turbine, inoltre, saranno orientate trasversalmente rispetto alla linea della costa per ridurne la percezione visiva. Con questa mossa la società, consapevole della feroce opposizione della popolazione locale alla costruzione del gasdotto Tap, si è mostrata ben disposta verso le critiche ricevute nella fase di ascolto dal territorio. Il parco eolico galleggiante è un’opportunità per il Salento: “genera benefici diretti e indiretti in termini di manodopera locale (per la realizzazione del parco sono stimati 1.500 posti di lavoro diretti con punte di 4.000 nei periodi di picco), opportunità di business per le imprese locali e collaborazioni con Università ed enti di ricerca”, dichiara Odra Energia. Considerato anche il progetto a largo delle coste di Brindisi, Falck Renewables e BlueFloatEnergy, investiranno nel mar Adriatico 9 miliardi di euro, volgendo lo sguardo anche sul Tirreno con un parco al largo delle coste di Catanzaro, in Calabria.

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