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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia Italia

I nuovi esodati del reddito di cittadinanza: non abbastanza poveri e senza più assegno di ricollocazione

Per come è formulato il reddito di cittadinanza, le vittime degli esuberi aziendali rischiano di non avere adeguate protezioni: i disoccupati in NASPI e non in CIGS non hanno più diritto all'assegno di ricollocazione. Potrebbero essere fino a 100mila l'anno

Con il decretone istitutivo del reddito di cittadinanza sono state bloccate - già dal 29 gennaio - le richieste dell'assegno di ricollocazione, il voucher di importo fino a 5mila euro che permette ai disoccupati di riqualificarsi professionalmente e rientrare nel mondo del lavoro.

A risentirne saranno i disoccupati non abbastanza poveri da rientrare nei requisiti che danno il diritto d'accesso al reddito di cittadinanza e che non potranno fare ricorso all'aiuto alla ricerca di un posto di lavoro che l'assegno di ricollocazione poteva assicurare. Ma non solo: le nuove misure di sostegno sono limitate a soggetti poco occupabili, lasciando scoperte le vittime degli esuberi aziendali (in genere 40-50enni).

Ma andiamo con ordine. Come si legge all’articolo 9, comma 7, del Decreto Legge numero 4 del 28 gennaio 2019disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni, la possibilità di ottenere l’assegno di ricollocazione è sospesa fino al 31 dicembre 2021 per chi percepisce l’indennità di disoccupazione da almeno 4 mesi.

Che cos'è l'assegno di ricollocazione

Come dicevamo è uno degli effetti del cosiddetto "decretone" che ha sospeso fino al 2012 la misura di politica attiva del lavoro prevista dal Jobs Act renziano. Va ricordato che il sussidio permetteva ai disoccupati - con indennità mensile di disoccupazione da almeno 4 mesi - di richiedere un "buono" spendibile per ricevere un'assistenza dal centro di ricollocamento o dall’agenzia privata. Grazie al voucher il centro per l’impiego o l’operatore accreditato scelto assegna un tutor che affianca la persona attraverso un programma personalizzato di ricerca intensiva per trovare nuove opportunità di impiego adatte al profilo.

come funzionano i centri di ricollocamento-2

Se il disoccupato rifiuta una delle attività indicate dal tutor o un'offerta lavorativa viene decurtato in parte o in toto l'assegno, mentre l'erogazione invece è sospesa se il disoccupato è assunto in prova, anche se può riprendere "dopo l'eventuale conclusione del rapporto entro il termine di sei mesi."

L'Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro chiarisce che non sarà invece sospeso l'assegno di ricollocazione per chi è in Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria. Infatti uno specifico sussidio denominato AdR Cigs è previsto per lavoratrici e lavoratori coinvolti negli accordi di ricollocazione nelle ipotesi di cassa integrazione per riorganizzazione aziendale o crisi. Come chiarito dall'ANPAL l'AdR Cigs, introdotto dalla Legge di bilancio 2018,  non ha subito modificazioni a seguito dell'entrata in vigore delle disposizioni sul reddito di cittadinanza che riguarda solo chi percepisce la Naspi.

Quanti sono coloro senza più protezione

Con l'approvazione del reddito di cittadinanza l'assegno di ricollocazione viene sospeso quindi per chi perde il lavoro, per destinarlo solo ai poveri disoccupati che, fino al 31 dicembre 2021 lo riceveranno dall'ANPAL, per "ottenere un servizio di assistenza intensiva nella ricerca del lavoro" una volta trascorsi 30 giorni dalla data di liquidazione del reddito di cittadinanza. 

Ma quanti resteranno senza sussidio? Secondo le stime raccolte da il Sole 24 Ore negli ultimi mesi del 2018 a richiedere l’assegno di ricollocazione risulta essere un disoccupato su 10 mentre ogni anno, in media, un milione di persone che vanno in Naspi: il calcolo è presto fatto e ogni anno riguarda 100mila soggetti.

Ma il tema è delicato oltre che per il freddo calcolo dei numeri: imprese e sindacati sono preoccupati anche perché, la ricollocazione viene limitata a soggetti poco, o per nulla, occupabili, mentre viene meno l'assistenza alle vittime degli esuberi, ovvere 40-50enne che perdono il lavoro a causa delle difficoltà aziendali.

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