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Venerdì, 29 Marzo 2024
L’intervista

Povera estate, buco da 5 miliardi senza i turisti russi

Prima del Covid venivano da Mosca oltre 1,7 milioni di turisti che restavano nel nostro paese quasi una settimana: erano i big spender, ma quest'anno dovremmo farne a meno

Il settore del turismo continua a combattere a mani nude contro la pandemia e gli effetti della guerra in Ucraina, in attesa di nuovi sostegni da parte del governo. A causa delle sanzioni quest’anno 1,7 milioni di turisti russi non visiteranno l’Italia (per 5,8 milioni di presenze o notti trascorse negli esercizi ricettivi, dati Istat 2019), un “danno epocale” secondo Enrica Montanucci, presidente del Maavi – Movimento autonomo agenzie di viaggio italiane. In un’intervista a Today le abbiamo chiesto di raccontarci come sarà l’estate 2022 senza i turisti russi e quali saranno le mete più gettonate dagli italiani.

Russi addio: sarà il colpo ferale al turismo italiano?

Le sanzioni Ue alla Russia ricadono anche sul turismo italiano. Erano davvero necessarie?

“Probabilmente sì, in un concetto di rispetto di regole di convivenza. Nessuno può fare un’aggressione di questo genere e pensare di cavarsela. Dobbiamo però fare una valutazione: questo per noi è un danno di carattere epocale perché vengono meno 5,2 milioni di turisti che peraltro sono dei 'big spender'. Queste sanzioni generano un danno oggettivo ad un’economia già devastata da due anni di Covid, quindi sarebbe opportuno che un certo tipo di atteggiamento venisse supportato da un sostegno statale a chi poi i danni li subisce direttamente. Il turismo lo vogliamo proprio distruggere: prima il Covid, le ricordo siamo rimasti fermi all’unica parte di sostegni del 2020 poi più nulla, ora la guerra che fa venire meno una fetta di turismo di grande sostegno per l’incoming italiano e per l’indotto. Continuare a far finta che poi alla fine ce la facciamo a me sembra un po’ presuntuoso”.

Quanto peserà l’assenza dei turisti russi?

“I russi rappresentano il 33% dell’incoming, la loro assenza fa un grandissimo danno al turismo italiano. Se guardiamo il fatturato il buco è del 2%, è facile raccontarla così (in riferimento alle dichiarazioni del ministro del turismo Massimo Garavaglia, ndr), dobbiamo vedere però di questo fatturato quanto il turismo incoming lo tocca, il 17%, e su questo il 33% è rappresentato dal turismo russo. Facendo un po’ di conti vengono meno 5 miliardi di euro”.

E' possibile sostituire il turismo russo?

"È impossibile, gli altri turisti hanno mentalità diverse da quelli russi. Ci sono un certo tipo di strutture che sono diventate ormai ‘patrimonio’ dei russi (ad esempio quelle con tariffe particolarmente alte), riaverle in disponibilità non aiuta, squilibra il mercato. È un danno a tutti gli effetti e per tutti, per le agenzie di viaggio, per i ristoranti, per le guide, e si va a sommare ad un altro danno già esistente quello del Covid. Il turismo va aiutato, serve una pianificazione ed un supporto che dia a livello nazionale sostegno ad un settore che era già allo stremo. Però se ci organizziamo in maniera concreta possiamo andare a prenderci arabi, giapponesi, i nuovi ricchi cinesi abituati ad uno spending internazionale. Lavoriamo sul rilancio e sulla pianificazione, andiamo insieme a fare promozione in loco”, queste le richieste di Montanucci al ministro Garavaglia.

Perché servono nuovi sostegni da parte del governo?

“Sarebbe opportuno che si pianificasse insieme, ministero e associazioni di categoria, una strategia a sostegno di quanto è stato e di quanto sta avvenendo. Le banche non hanno rinnovato la moratoria, i voucher non sono stati rifinanziati. Non possiamo aspettare che ci sia un default pesante di grande parte del settore, dovevamo aver avuto un sostegno diverso che invece non c’è stato. Gli ultimi aiuti al turismo risalgono ad agosto-dicembre 2020, per 648 milioni per tutta la categoria, dati anche con dei criteri totalmente sballati. Se c’è una condizione perdurante di disagio, causato da altri fattori, è chiaro che servono nuovi sostegni. Il ministro Garavaglia ha dichiarato che le agenzie di viaggio sono soddisfatte: soddisfatte di cosa? Scriviamo tutti i giorni, abbiamo bisogno di soldi, noi non sappiamo più cosa fare, probabilmente riscenderemo in piazza. Stiamo cercando di arrivare a Draghi perché non è possibile che si sia girata la testa davanti a quello che è il petrolio d’Italia. Se noi rilanciamo il turismo e lo riorganizziamo in maniera efficiente ne ha da guadagnare l’intero Paese, non è solo il 13% del Pil, c’è anche l’indotto, arriviamo al 40%”.

Il Covid potrebbe rappresentare un problema anche per la stagione estiva 2022?

“Certo, non lo abbiamo superato. Siamo abbastanza organizzati sul tema (con assicurazioni, etc), il turista però tende ad arrivare sotto data e si lavora con difficoltà. Il vero spettro però è all’orizzonte: più che per la stagione estiva 2022 mi fa terrore l’autunno. Cercheremo di resistere nonostante l’incertezza, anche se già 1.000 agenzie hanno chiuso su 8.000 e non è finita. Prevedo che prima del 2024 non torneremo alla ‘normalità’: abbiamo stimato una ripresa del 50-60% quest’anno, dell’80% l’anno prossimo e poi nel 2024 si tornerà ai livelli del 2019”.  

Quali sono le mete più gettonate di questa estate 2022?

“La stagione estiva in Italia sarà un’esplosione, come gli altri due anni le persone sceglieranno di restare in Italia perché si sentono più tutelati. L’italiano però è abbastanza abituato a non considerare le guerre nel mondo e quindi l’outgoing si sta risvegliando, anche se c’è sempre un 30-40% che ha paura. All’estero vanno bene soprattutto la Polinesia ma anche Stati Uniti e Grecia. C’è un grande voglia di viaggiare, anche verso le mete più classiche, come Sud Africa, Zanzibar, Maldive. Siamo però al 40-50% del lavoro del 2019”.

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