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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Fallimento Borsalino, dalle stelle al crac: 130 lavoratori a rischio

La storia dell'azienda alessandrina, dai cappelli per i divi di Hollywood al fallimento. Gli operai protestano per la chiusura, tra il 22 e il 27 dicembre ci sarà un incontro tra i sindacati e i curatori fallimentari

Sono almeno 130 i lavoratori che rischiano il posto dopo il fallimento della Borsalino, la storica azienda di Alessandria resa nota in tutto il mondo dai suoi cappelli, indossati dai divi del cinema di Hollywood. Il fallimento è arrivato dopo la respinta del concordato avanzata dalla Haeres Equita di Philippe Camperio, cofondatore di Quest partners, attiva nel private equity con sede a Ginevra e Toronto. 

La storia

La storia della Borsalino sembra essa stessa un film: da piccolo laboratorio, fondato nel 1857 da Giuseppe Borsalino ad Alessandria a icona di stile nel mondo fino alle recenti peripezie, con tanto di crac da 3 miliardi e l’arresto del patron Marco Marenco, dopo un anno di latitanza in Svizzera nel 2015. E proprio nel 2015 entra in scena Haeres Equita, società con sede a Valenza (Alessandria), fondata dal finanziere italo svizzero Camperio insieme a Edouard Burrus.

Correva il maggio 2015 e il giudice fallimentare del tribunale di Alessandria Caterina Santinello ammetteva la Haeres alla procedura di concordato preventivo e nominava tre commissari giudiziari (Stefano Ambrosini, Ignazio Arcuri e Paola Barisone). Viene presentato un piano industriale, che incassa anche la benedizione dei sindacati e a partire dalla fine 2015 Camperio si ritrova con marchio e affitto del ramo d’azienda che produce i celebri copricapo.

Lavoratori a rischio

Il 2016 è l’anno dell’incertezza: la Borsalino prima viene ammessa alla procedura di concordato preventivo poi a dicembre il giudice revoca tutto. Viene presentato una nuova richiesta di concordato, che ieri per l’appunto è stata respinta. Ora la Haeres, il cui affitto del ramo d’azienda scade a maggio 2018, può fare ricorso in Corte d’appello e parallelamente fare un’offerta quando partirà l’asta fallimentare. Ma in ballo c’è il futuro di oltre 130 lavoratori, che oggi si sono riuniti in assemblea sindacale e sono usciti in presidio davanti ai cancelli dell’azienda.

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