La nuova bolla immobiliare: il default di Evergrande e il lunedì nero delle Borse
I rischi di un nuovo caso Lehman Brothers come all'inizio della crisi finanziaria del 2008: la bolla immobiliare cinese colpisce il gigante proprietario anche della squadra di calcio Guangzhou allenata dall'italiano campione del mondo Fabio Cannavaro
Borse - europee e mondiali - in crollo in un lunedì nero caratterizzato dalla peggiore performance dei listini da due mesi a questa parte. Aumentano i timori per la crescita globale e l'aumento dell'inflazione trainata dall'aumento dei prezzi delle materie prime, energetiche in primis. Ma a preoccupare gli investitori è il caso della cinese Evergrande, sull'orlo della bancarotta, e il possibile effetto contagio del default di un simile gigante immobiliare. Ma che cosa è successo e quali sono i rischi, proviamo a capirne di più.
Il fallimento di Evergrande
I mercati hanno avuto un assaggio di cosa rischia di diventare la crisi Evergrande, il più importante sviluppatore immobiliare cinese presente in oltre 280 città, con 200.000 impiegati e un indotto di 3,8 milioni di posti di lavoro. A Shenzhen il quartier generale della compagnia è assediato da giorni dai piccoli investitori arrabbiati e terrorizzati dal rischio di perdere i loro risparmi. Ma se il caso del gruppo fondato da Hui Ka Yan è visto dagli osservatori come la punta di un iceberg occorre fare un passo indietro per capire cosa sta succedendo.
- Evergrande ha smesso di rimborsare i prestiti;
- Evergrande deve soldi a banche, fornitori e investitori stranieri;
- Evergrande deve appartamenti incompiuti agli acquirenti di case;
- Evergrande deve affrontare azioni legali da creditori;
- Evergrande ha visto le sue azioni perdere l'85% da inizio 2021;
- Centinaia di dipendenti e acquirenti di case Evergrande sono in preda al panico.
La scorsa settimana la compagnia aveva annunciato dati semestrali pessimi denunciando una "tremenda pressione" sulla liquidità. Le azioni oggi sono crollate ai minimi da 11 anni trascinando al ribasso l'indice Hang Seng di Hong Kong: da inizio anno i titoli Evergrande hanno perso l'80 per cento del loro valore conseguenza delle serie difficoltà incontrate dalla compagnia nelle vendite di immobili. Alle difficoltà di crescita, si aggiungono quelle di riforma del sistema. Il settore immobiliare è stato per molti anni uno dei motori della crescita cinese (14% del Pil) ma le autorità di Pechino hanno posto linee guida stringenti a un business che era visto fuori controllo. "Le case servono per viverci, non per fare speculazione" disse nel 2017 il presidente Xi Jinping. Oggi Evergrande per via delle nuove regole non può più vendere proprietà prima che abbia formalmente finito di costruirle. E questo ha incagliato il sistema: sub appaltatori e fornitori si sono lamentati di non essere stati pagati e i cantieri si sono fermati. Secondo gli esperti, il gruppo detiene più di un milione di proprietà prepagate dai clienti che non sono ancora state costruite, aggiungendo l'apprensione degli investitori cinesi, molti dei quali sono piccoli acquirenti.
La nuova bolla cinese
Secondo gli analisti il motore della crisi di Evergrande e dell'intero settore immobiliare è la richiesta ripagare il debito da parte di strutture che, alla base, rischiano a loro volta di essere contagiate: uno dei principali gruppi assicuratori della Cina, Ping An, che venerdì aveva perso il 3 per cento a Hong Kong, arrivando a scendere al -8 per cento. Oggi ha avuto perdite che sfiorano il 10 per cento. Ping An ha denunciato di avere un'esposizione rispetto al settore immobiliare per 8,3 miliardi di euro. Nella prima metà di quest'anno, secondo quanto segnala Nikkei Asia, la metà dei default dei bond in Cina è rappresentato da compagnie del settore immobiliare e gli incagli tra i prestiti nel settore immobiliare per le cinque più grandi banche cinesi sono cresciuti del 30 per cento, raggiungendo i 97 miliardi di yuan (12,8 miliardi di euro). Così le stesse banche sono diventate piuttosto restie a prestare denaro al comparto. Solo Evergrande deve denaro a più di 128 banche e 121 istituzioni non bancarie.
Chiaramente, però, il problema non è solo Evergrande. "La parte peggiore della storia è che non solo China Evergrande sta crollando, ma anche altri costruttori cinesi stanno annegando nello tsunami", ha segnalato Zhou Chuanyi di Lucror Analytics di Singapore al South China Morning Post.
Che cosa succederà
L'incombente scadenza degli obblighi di pagamento fa tremare banche e investitori non solo di Cina e nel continente asiatico, ma in tutto il pianeta. I 305 miliardi di dollari di debiti di Evergrande potrebbero innescare rischi più ampi per il sistema finanziario cinese. Diverse agenzie di rating internazionali hanno declassato il suo rating a spazzatura: Fitch lo ha portato a CC e Moody's a CA, sinonimo di "obbligazioni estremamente speculative e molto vicine al default".
Alcuni economisti stanno tracciando un'analogia tra la situazione di Evergrande e il crollo della grande banca d'investimento statunitense Lehman Brothers all'inizio della crisi finanziaria del 2008. E questo già basterebbe per far capire la portata del problema.