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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il caso

Firenze dice basta agli affitti brevi in centro storico: la svolta di Nardella

Stop ai nuovi alloggi destinati agli affitti inferiori ai trenta giorni. Il sindaco: "Norma innovativa, siamo i primi in Italia, non potevamo più stare a guardare"

"Non potevamo più stare a guardare". Con queste parole, il sindaco di Firenze Dario Nardella ha annunciato una stretta, a livello comunale, sul fenomeno degli affitti brevi. Un tema decisamente caldo quello delle case affittate da cittadini privati su piattaforme come Airbnb e simili: nei giorni scorsi il governo ha presentato un disegno di legge firmato dalla ministra Daniela Santanché proprio per tentare di normare un fenomeno cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni. Un business diventato spesso oggetto di critiche in quanto, almeno secondo i detrattori, avrebbe un impatto negativo sulla disponibilità di alloggi nelle principali città così come nelle zone turistiche. Facendo di conseguenza lievitare i prezzi sul mercato degli affitti più tradizionali e a lungo termine. 

A Firenze dunque si corre ai ripari. Come? In sostanza, ha spiegato il sindaco Nardella, il comune imporrà un divieto di fatto a nuovi alloggi destinati agli affitti brevi, inferiori ai trenta giorni, in centro storico, nella totalità dell'area Unesco. "A partire da oggi, 1° giugno, potranno continuare a esercitare l'attività di affitti brevi solo quelle già registrate alla data odierna", ha detto il primo cittadino. Precisando poi che la norma non può essere retroattiva. 

Ad oggi, secondo le ultime stime, nell'area Unesco di Firenze sono oltre 8mila gli alloggi, spesso interi appartamenti, affittati sulle piattaforme, a partire dalla più nota, Airbnb. Chi ha già avviato l'attività, dunque potrà continuare a esercitarla. 

"Non sarà creata una nuova 'destinazione d'uso' - ha aggiunto il primo cittadino -, ma una 'articolazione giuridica' all'interno della destinazione 'residenziale', quella per affitti turistici brevi". Dunque, gli immobili che rientrano nella destinazione 'residenziale' e che ad oggi non offrono già servizi di affitti brevi, da domani non potranno più farlo, perché non verrà concessa la 'articolazione giuridica' necessaria e soprattutto non sarà più consentito loro la iscrizione obbligatoria alla lista tenuta dalla Città Metropolitana, lista che serve per il pagamento dell'imposta di soggiorno.

Stop all'Imu per chi rinuncia agli affitti brevi

Nardella ha inoltre annunciato che l'amministrazione agirà anche tramite la leva fiscale, prevedendo "l'azzeramento dell’Imu sulla seconda casa, per tre anni, in favore di coloro che rinunceranno alle locazioni brevi e torneranno a quelle ordinarie". Un modo per incentivare ad affittare a residenti o a studenti, invece che a turisti.

L'Imu sulla seconda casa per un "appartamento medio" del centro storico, dice il sindaco, si aggira "intorno ai 2mila euro l'anno". In tre anni sarebbe un risparmio per il destinatario di 6mila euro: resta da vedere se il gioco varrà la candela per i diretti interessati.

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