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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Scatta “l'ingorgo fiscale”: 19 miliardi per lo Stato

Giornata difficile, soprattutto per le imprese che dovranno erogare nelle casse del Fisco quanto richiesto. La Cgia di Mestre avverte: “L’importo economico da versare sarà estremamente impegnativo”

Doveva essere il 30 giugno, ma cadendo in un giorno prefestivo, scatta lunedì 2 luglio quello che la Cgia di Mestre definisce 'ingorgo fiscale', ossia la scadenza delle imposte di inizio estate, che peserà sulle casse delle imprese per 19 miliardi di euro. “Un problema non di poco conto per gli imprenditori – ricorda la Cgia - visto che l’importo economico da versare sarà estremamente impegnativo".

L’Ufficio studi dell'associazione segnala che tra il versamento del saldo 2017 e il primo acconto di quest’anno, le imprese saranno chiamate a pagare l’Ires (Imposta sui redditi delle società di capitali), mentre i lavoratori autonomi e gli altri percettori di reddito dovranno versare l’Irpef e le addizionali regionali e comunali Irpef. Inoltre, tutti gli imprenditori saranno chiamati a versare il saldo dell’anno scorso e l’acconto di quest’anno dell’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive) e l’iscrizione per l’anno 2018 alle Camere di Commercio. Pertanto, nelle casse pubbliche è previsto un gettito complessivo pari a 19,2 miliardi di euro.

“Non sarà facile superare indenni l’ingorgo fiscale di inizio estate. Quello di lunedì sarà un vero e proprio stress test che metterà a dura prova la tenuta finanziaria di tantissime piccole e micro imprese che tradizionalmente sono sottocapitalizzate e a corto di liquidità. Speriamo che in tempi ragionevolmente brevi il nuovo governo provveda a tagliare drasticamente le imposte e decida di distribuire su tutto l’arco dell’anno le scadenze fiscali che, invece, continuano irragionevolmente ad essere concentrate in particolar modo a giugno e a novembre”.

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Quest’anno la normativa fiscale consente comunque di pagare le imposte entro il 20 di agosto, con una maggiorazione dello 0,40 per cento a titolo di interesse corrispettivo. Un po’ di tempo in più rispetto ai canonici 30 giorni aggiuntivi consentiti normalmente, in quanto la data cade ai primi di agosto e, automaticamente, slitta al giorno 20 dello stesso mese in osservanza di una norma che da qualche anno ha stabilito che tutti gli adempimenti fiscali che scadono tra il 1° e il 20 agosto possono essere effettuati entro quest’ultima data. Nel 2018, pertanto, la possibilità di ritardare il versamento può essere fatto pagando 4 euro in più ogni 1.000 dovuti al fisco. Una opzione di cui le imprese possono “beneficiare” fino al 20 agosto.

La Cgia fa sapere che la stima del gettito tiene conto anche del comportamento fiscale tenuto dagli imprenditori nelle annualità precedenti. Oltre alle tasse, segnala la Cgia, in Italia il problema è anche il peso dell’oppressione fiscale che ostacola l’attività quotidiana delle imprese. Al netto delle tariffe applicate dai commercialisti per la tenuta della contabilità aziendale, secondo una indagine realizzata periodicamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il costo della burocrazia fiscale (obblighi, dichiarativi, certificazione dei corrispettivi, tenuta dei registri, etc.) in capo agli imprenditori ammonta a circa 3 miliardi di euro all’anno.

“In linea generale – segnala il segretario della Cgia Renato Mason - in nessun altro Paese d’Europa viene richiesto uno sforzo fiscale come quello presente in Italia. Nonostante la nostra giustizia civile sia lentissima, la burocrazia abbia raggiunto livelli ormai insopportabili, la Pubblica amministrazione rimanga la peggiore pagatrice d’Europa e il sistema logistico-infrastrutturale registri dei ritardi spaventosi, la fedeltà fiscale delle nostre imprese è, comunque, molto elevata".

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