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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

Fisco, lo scenario plumbeo: tasse in aumento anche nel 2019?

Il report della Cgia di Mestre: la pressione fiscale 'reale' più alta di sei punti rispetto a quella ufficiale. E l'anno prossimo potrebbe andare anche peggio. Ecco perché

Sui contribuenti italiani fedeli al fisco pesa una pressione fiscale 'reale' che si attesta al 48,3%: 6,1 punti percentuali in più rispetto a quella ufficiale. 

La stima è dell'Ufficio studi della Cgia che in una nota riporta l'esito dell'ultimo monitoraggio sull'andamento della pressione fiscale. E anche se il dato della pressione fiscale risulta "in calo rispetto agli anni precedenti", il peso complessivo del fisco "rimane comunque ad un livello insopportabile", prosegue il Report Cgia per il quale starebbe sopratutto in questo il motivo del malcontento espresso in questi mesi dalle aziende del Nordest.

"Italia fanalino di coda In Ue per gli investimenti"

''Se alle troppe tasse aggiungiamo il peso oppressivo della burocrazia, l'inefficienza di una parte della nostra Pubblica amministrazione e il gap infrastrutturale che ci separa dai nostri principali competitori economici, non c'è da stupirsi che serpeggi un certo malessere soprattutto tra gli imprenditori del Nordest. Tra le altre cose, a causa di tutte queste criticità continuiamo a rimanere il fanalino di coda in Ue per quanto riguarda gli investimenti diretti esteri'', spiega il coordinatore Paolo Zabeo.

Nel 2019 c'è il rischio di nuovi aumenti

Brutte notizie anche per il 2019 anno in cui, dice ancora il Rapporto, la pressione fiscale potrebbe tornare ad aumentare sia perché la crescita del Pil è data in frenata da tutti gli organismi internazionali sia a seguito di un possibile aumento del prelievo fiscale. "Nel caso, infatti, non si dovessero trovare 12,4 miliardi di euro, dal 1 gennaio 2019 l'aliquota Iva, attualmente al 10%, salirebbe all'11,5%; altresì, quella attuale del 22% schizzerebbe addirittura al 24,2%", ricorda ancora la Cgia per la quale "è molto probabile" che per il 2019 si dovrà nuovamente mettere mano ai conti pubblici "per quasi 10 miliardi" oltre a dover reperire circa 2 miliardi di euro per il rinnovo del contratto di lavoro degli statali, ulteriori 500 milioni di spese ''indifferibili'' e altri 140 milioni per evitare l'aumento delle accise sui carburanti a partire dal 1 gennaio 2019.

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Gli scenari per il prossimo futuro

Un panorama che per la Cgia potrebbe anche profilare la necessità del Governo di ricorrere all'aumento del prelievo fiscale. "Viste le difficoltà incontrate con il decreto dignità - conclude il Rapporto- non è da escludere che almeno una parte di questi 25 miliardi di euro possa essere finanziata attraverso un incremento del prelievo fiscale. Un'ipotesi che l'esecutivo ha scartato da tempo, ma che potrebbe essere costretto a ricorrere in mancanza di alternative".

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