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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il regime agevolato

Flat tax: ecco quale sarà il vantaggio fiscale per gli autonomi dal 2023

Il risparmio sulle imposte sarà più alto per i professionisti che per le imprese. Le stime dell'Ufficio parlamentare di bilancio (che esprime molte riserve sulla misura)

La flat tax per le partite Iva con ricavi compresi tra 65mila e 85mila non convince l'Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) che nell'audizione presentata l'altro ieri davanti alle Commissioni bilancio di Camera e Senato ha espresso diverse riserve sulla misura inserita nella manovra del governo Meloni. Nonostante l'estensione del regime forfettario coinvolga "un numero piuttosto limitato di contribuenti", si legge nel testo, pone comunque "problemi di equità all'interno della stessa categoria dei lavoratori autonomi, che vengono sottoposti a un trattamento eterogeneo non giustificato da ragioni di capacità contributiva".

L'Ufficio parlamentare di bilancio aggiunge poi che "la coesistenza del regime forfettario e di quello dell'Irpef, al quale continuano a essere sottoposti dipendenti e pensionati, genera squilibri sulla base dei principi di equità orizzontale del prelievo".

La tesi è chiara: estendere l'aliquota al 15% a chi dichiara fino a 85mila euro (oggi il limite è di 65mila) crea dei problemi di equità, sia verso altri lavoratori autonomi che rispetto ai dipendenti che continuano ad essere sottoposti al regime Irpef ordinario.

Flat tax, ecco quanto ci guadagneranno professionisti e imprese

Ciò detto, quale sarà nei fatti il vantaggio fiscale per chi potrà beneficiare dell'aliquota agevolata? Secondo l'Upb, "il beneficio medio complessivo" si può stimare in circa 7.700 euro, "di cui circa 5.900 derivano dal passaggio dall'Irpef alla tassazione sostitutiva", altri 1.050 dalla riduzione dei contributi "e circa 750 dall'esenzione dal regime Iva". L'organismo che vigila sui conti pubblici fa anche notare che a guadagnarci di più saranno i professionisti che risparmieranno 9.600 euro di imposte (ma per il 25 per cento di loro il beneficio sarà superiore a 13.264 euro), mentre per le imprese il vantaggio medio sarà di 5.600 euro.  

In ogni caso a beneficiare della misura non saranno molti contribuenti. E d'altro canto la spesa stimata, pari a 404 milioni di euro, non è poi così elevata. Secondo le simulazioni dell'Upb, su circa 170.000 soggetti con ricavi o compensi compresi fra 65mila e 85mila euro (il 5 per cento dei professionisti e delle imprese individuali), quelli che rispettano tutti i requisiti di legge e trarrebbero vantaggio dall'ingresso nel regime forfettario sono circa 60mila. 

I beneficiari dell'aliquota agevolata al 15% secondo l'Ufficio parlamentare di bilancio

La flat tax incrementale

Anche sulla così detta flat tax incrementale l'Ubp esprime qualche perplessità. La misura, caldeggiata soprattutto da Fratelli d'Italia, prevede (solo per il 2023) il pagamento di un'imposta fissa al 15% per la parte di reddito guadagnata in più rispetto al reddito più elevato dichiarato dal 2020 al 2022, ma solo se i ricavi aggiuntivi superano la soglia del 5%. È stato anche introdotto un limite di reddito: solo gli autonomi con ricavi o compensi non superiori a 40mila euro potranno beneficiare dell'aliquota agevolata che comunque verrà applicata solo sulla parte eccedente dei ricavi.

Nella sua relazione l'Ufficio parlamentare di bilancio rileva in primo luogo che la "limitazione dell'agevolazione a un solo periodo di imposta potrebbe indurre i contribuenti a comportamenti opportunistici, come posticipare al 2023 fatture relative agli ultimi mesi del 2022 o anticipare all'anno prossimo fatture del 2024". L'applicazione del meccanismo creerebbe anche "un problema di equità orizzontale: due contribuenti che, nel 2023, conseguono lo stesso reddito - l'uno aumentando il reddito dell'anno precedente e l'altro mantenendo un livello di reddito invariato - sono sottoposti a una tassazione diversa senza che questo sia giustificato da una diversa capacità contributiva". Infine, si legge ancora nella relazione, essendo la misura limitata a un solo anno è "difficile che possa incentivare in modo strutturale l'attività economica o l'emersione di redditi nascosti al Fisco". 

Le critiche di Uil e Bankitalia

Insomma, quella dell'Upb è una stroncatura piuttosto netta. La flat tax era e resta una misura che divide: se, da una parte, i sostenitori della "tassa piatta" sostengono che il regime agevolato per le partite Iva sia necessario per compensare la mancanza di tutele di chi lavora in proprio, dall'altra dipendenti e sindacati fanno notare che la differenza di trattamento tra chi usufruisce della flat tax e gli altri contribuenti si sta facendo fin troppo marcata. La Uil ad esempio sostiene che la differenza tra autonomi con un fatturato di 85 mila euro e pensionati e dipendenti con un reddito equivalente può raggiungere, nei casi estremi, oltre l'800% di imposte versate in più da parte di questi ultimi.

Anche la Banca d'Italia ha evidenziato che con la manovra "la discrepanza di trattamento tributario tra dipendenti e autonomi, e all'interno di questi tra quelli sottoposti a regime forfettario ed esclusi, risulta accresciuta" e che soprattutto in un periodo di inflazione elevata la "coesistenza di un regime a tassa piatta e uno soggetto a progressività come l'Irpef comporta un'ulteriore penalizzazione" per chi è "soggetto a quest'ultimo". 

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