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Sabato, 20 Aprile 2024
ECONOMIA

Sì alla flat tax, bocciato il reddito di cittadinanza: "In Finlandia non ha funzionato"

Il direttore del Cesp di Bruxelles, Daniel Gros, commenta i 'pilastri' del contratto di governo 5 Stelle-Lega

La flat tax si può fare. A patto mettere in discussione il complesso sistema di detrazioni fiscali in vigore oggi. No invece al reddito di cittadinanza, che di recente è stato già sperimentato in un'economia avanzata e rigorosa come la Finlandia "e non ha funzionato". A dirlo, all'AdnKronos il direttore del Cesp (Centre for European Policy Studies) di Bruxelles, Daniel Gros. Secondo Gros la "tassa piatta", ovvero uguale per tutte le fasce di reddito, è possibile a patto che si proceda ad un serio sfoltimento delle agevolazioni-detrazioni fiscali. 

No al reddito di cittadinanza

Bocciano il reddito di cittadinanza voluto dai 5 Stelle. "E' stato già sperimentato in Finlandia, un paese molto serio e con bassi tassi di disoccupazione, e non ha funzionato. Basta l'esperienza finlandese per capire che per l'Italia questa misura non va bene". Per Gros introdurre il sussidio per tutti sarebbe dunque "Un intervento poco sensato", sottolinea Gros.

Troppo onerosa la flat tax al 15%

Come dicevamo Gros apre invece alla flat tax, ma avverte la Lega: "Se fosse al 15%  (come indicato nel programma del Carroccio, ndr) e in assenza di una revisione delle agevolazioni-detrazioni allora non va bene sarebbe incompatibile con i conti del paese". Se, al contrario,  prevedesse "un'aliquota unica al 20% e a fronte di efficaci tagli delle tax expenditures, trovando davvero le forze per dire no ai vari gruppi che ne beneficiano, allora semplificherebbe il sistema e lo Stato incasserebbe poco di meno e dunque può andare".

Secco 'no' invece alle incursioni contro la Legge Fornero. "Sarebbe un altro intervento poco sensato, visto l'andamento demografico italiano e l'invecchiamento della popolazione sarebbe impossibile pagare prima le pensioni".

Cosa prevede la flat tax in salsa leghista

Ricordiamo che la flat tax proposta dalla Lega prevede un’aliquota al 15% da applicare solo al reddito familiare, una no tax area per redditi fino a 7mila ma con una "clausola di salvaguardia per tutti i redditi famigliari fino a 15.000 euro i quali potranno continuare ad essere assoggettati al regime di imposta vigente nel caso il nuovo non fosse migliorativo".

"Soltanto due saranno gli scaglioni per l’ottenimento di una deduzione fissa di 3.000 euro – si legge nel programma della Lega - Il primo scaglione è formato da tutti i redditi famigliari fino a 35.000 euro entro il quale ad ogni componente il nucleo famigliare spetta la deduzione e il secondo scaglione invece da 35.000 a 50.000 euro che prevede la deduzione fissa solo per i famigliari a carico.

Sono aboliti tutti gli obblighi di mantenimento della documentazione fiscale ai fini dell’ottenimento di detrazioni, deduzioni e bonus a vario titolo. Niente più scartoffie, scontrini e ricevute da portare al commercialista".  

La proposta di Forza Italia

Diversa la proposta lanciata da Forza Italia in campagna elettorale: fissare l’aliquota unica al 23%, portando la no tax area a 12mila euro contro gli 8mila attuali. Esempio facile facile: chi guadagna 13mila euro dovrà pagare l’Irpef solo su mille euro (ovvero la differenza tra il suo reddito e la soglia della no tax area). Se si guadagnano 20mila euro, l'aliquota del 23 per cento si pagherà su ottomila euro, e così via.

Video | Deputato leghista spiega la flat tax con una brocca d'acqua

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