Francesca Amadori, il caso davanti al giudice. "Ha difeso le donne nell'azienda del nonno"
Ma il gruppo alimentare respinge la proposta di conciliazione e chiede un milione e mezzo per danni all'immagine. Si va al processo
Prima udienza davanti alla sezione Lavoro del Tribunale di Forlì, nella causa avviata da Francesca Amadori contro il suo licenziamento dal famoso gruppo alimentare fondato dal nonno. Il giudice Luca Mascini, come è di rito, ha invitato le parti a una conciliazione extra giudiziale per chiudere la vicenda. Ma i legali dell'azienda hanno respinto la proposta e chiesto il pagamento di un milione e mezzo per presunti danni all'immagine. L'udienza è stata quindi rinviata.
Francesca Amadori, che ricopriva la carica di responsabile della comunicazione del gruppo, era stata licenziata all'inizio del 2022 con l'accusa di assenteismo, dopo un periodo di malattia. La nipote del fondatore, Francesco Amadori, 90 anni, ha però impugnato il provvedimento, poiché riteneva non formalmente riconosciuto il suo ruolo in azienda. La manager, dopo il periodo di malattia certificato da uno specialista, si era infatti dichiarata disponibile al rientro in cambio del rispetto delle proprie mansioni.
La parità contestata
La causa oppone ora Francesca al padre Flavio Amadori, presidente del gruppo, e allo zio, Denis, vicepresidente. L'altro protagonista dello scontro familiare, l'amministratore delegato Francesco Berti, ha invece lasciato improvvisamente la società a novembre. Ma la vicenda ha assunto un risvolto ancora più ampio che riguarda la parità di genere nella grande azienda alimentare. Nel procedimento davanti al Tribunale si è per questa ragione costituita la consigliera regionale di parità. L'autorità, nominata dal ministero del Lavoro e affidata per quanto riguarda l'Emilia Romagna alla consulente Sonia Alvisi, ha ravvisato la presunta violazione dei principi di pari trattamento tra dipendenti all'interno del gruppo: un fenomeno di “glass ceiling”, il soffitto di cristallo che in molte attività preclude l'accesso delle donne alle posizioni di vertice.
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Al termine dell'udienza, Domenico Tambasco, l'avvocato di Francesca Amadori, ha definito la sua assistita una donna molto coraggiosa che nell'azienda si è fatta carico di problemi individuali e collettivi: "Vi inviterei a non definirla assenteista - ha detto Tambasco - Francesca Amadori è invece una donna coraggiosa, che nonostante tutto continua a mantenere un profondo rispetto per l’azienda fondata dal nonno. Francesca ha avuto il coraggio e si è assunta la responsabilità di sollevare temi spinosi nell’azienda di famiglia, per la quale ha lavorato con dedizione per diciotto anni, questioni individuali e collettive. E proprio a fronte di questa denuncia, c’è stata la reazione disciplinare della società. Questo è il perimetro della causa: valutare la fondatezza delle questioni sollevate e la legittimità (o meno) della reazione disciplinare. Chi parla di assenteismo mistifica la realtà dei fatti. Questa battaglia non ha un prezzo ma un valore, rappresentato dai temi profondamente etici che ha sollevato la mia assistita”. Il processo è solo all'inizio.
Aggiornamento 14 febbraio: licenziata dal gruppo di famiglia, si chiude il caso di Francesca Amadori