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Venerdì, 19 Aprile 2024
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I patti di Meloni in Algeria e il nuovo gasdotto: da chi comprerà il gas l'Italia nel 2023

I nuovi accordi presi dal governo in Algeria mostrano la strategia futura sulle forniture di gas per sostituire le importazioni dalla Russia. Il famigerato Piano Mattei inizia in Algeria con un nuovo gasdotto? Come cambia il portafoglio dei partner energetici nei piani di Eni e del governo, lo scenario

Giorgia Meloni va in Algeria e svela i piani futuri del governo sul gas. L’obiettivo è confermato: eliminare del tutto le importazioni dalla Russia. Non è un caso che la prima visita di Stato di Meloni del 2023 sia stata proprio in Algeria, dove ha firmato nuovi accordi bilaterali con il presidente Abdelmadjid Tebboune dando seguito a quelli di maggio 2022 chiusi da Mario Draghi. L'Algeria è già diventato il primo Paese da cui l'Italia importa gas, prendendo il posto della Russia, ma le quantità non sono ancora quelle promesse. Eni e il governo vogliono ampliare il portafoglio dei fornitori di gas naturale per ridurre i rischi di dipendenza, ma le nuove promesse rivedono già al ribasso quelle fatte nel 2022. Il famigerato "Piano Mattei" più volte menzionato da Meloni inizia dall'Algeria? Di sicuro, i Paesi da cui l'Italia comprerà il gas aumenteranno, già a partire dal 2023.

Cos'è il Piano Mattei di cui parla tanto Giorgia Meloni

Meloni in Algeria: più gas in Italia, in teoria

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è andata in Algeria, per la prima visita di Stato del 2023. Ad Algeri, Meloni è stata accolta dal presidente algerino Tebboune con cui ha stretto diversi accordi bilaterali. "Vogliamo sperimentare nuovi campi di questa collaborazione, rafforzarla nel campo energetico, politico e culturale", ha detto Meloni a margine dell'incontro.

Giorgia Meloni in Algeria: come cambiano gli approvvigionamento di gas in Italia nel 2023

Meloni ha definito l'Algeria "partner affidabile e di assoluto rilievo strategico". L'incontro è arrivato nell'anniversario della firma di trattato di amicizia e di buon vicinato siglato 20 anni fa, nel 2003, proprio ad Algeri. Già l'anno scorso Mario Draghi era stato In Algeria per discutere e firmare altri accordi, soprattutto nel settore del gas.

Sonatrach, l'azienda di stato algerina che gestisce le risorse fossili del Paese, aveva concordato con Eni l'aumento delle forniture di gas dall'Algeria all'Italia tramite il gasdotto Transmed-Enrico Mattei, che porta il gas algerino fino al punto di ingresso sulla rete nazionale, a Mazara del Vallo, in Sicilia: 4 miliardi di metri cubi subito, nel 2022, e volumi crescenti fino a 6 miliardi di metri cubi in più dal 2023-2024, fondamentali nel processo di emancipazione dal gas russo. Gli aumenti ci sono stati, ma non ai livelli promessi.

Dall'Algeria non arriva il gas promesso, ed è un problema per Meloni

Ora, le due aziende hanno siglato un Memorandum d'Intesa per la valorizzazione della rete di interconnessione energetica per "incrementare le esportazioni di energia dall'Algeria verso l'Italia, attraverso lo studio congiunto sull'incremento della capacità di trasporto del gas esistente, la realizzazione di un nuovo gasdotto anche per il trasporto di idrogeno, la posa di un cavo elettrico sottomarino e l'aumento della capacità di produrre gas liquefatto".

Quanto gas dall'Algeria, in pratica

Le precedenti promesse fatte al governo Draghi sono state però ridimensionate, prima dai dati e poi dalle parole di Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni: "Aggiorniamo gli accordi annualmente sulle quantità che sono state rispettate: sono stati dati più di 3 miliardi di metri cubi e altri 3 miliardi nel 2023, e poi altri ancora", ha detto Descalzi.

Il gasdotto Transmed-Enrico Mattei che porta il gas dall'Algeria in Italia, passa dalla Tunisia e arriva a Mazara del Vallo, in Sicilia: la mappa

In realtà, secondo i dati Snam elaborati da Today, nel 2022 l'Italia ha importato dall'Ageria 23,5 miliardi di metri cubi di gas, che hanno costituito il 34,3 per cento delle forniture totali. Un aumento di circa 2,4 miliardi di metri cubi - l'11 per cento in più rispetto al 2021 -, ma inferiore rispetto ai 4 miliardi annunciati a maggio 2022 dopo gli accordi del governo Draghi, e meno dei 3 di cui parla Descalzi. Anche per il futuro, i contributi algerini sono stati rivisti al ribasso, addirittura dimezzati, dai 6 miliardi di cui si parlava ai 3 menzionati dall'ad di Eni. 

Clicca qui se non vedi il grafico con le importazioni di gas dall'Algeria

Il Piano Mattei: cosa sappiamo fin ora

Durante il suo discorso di insediamento, e più volte nei mesi a seguire, Giorgia Meloni ha spesso menzionato un "Piano Mattei" del governo per il Mediterraneo. Non si sa granché di questo piano, non sono mai stati forniti dettagli ulteriori, se non che l'Italia avrà una "postura non predatoria ma collaborativa" nei confronti dei Paesi del Mediterraneo come Algeria o Libia per affermare la propria influenza, soprattutto nel campo energetico, nello spirito di Enrico Mattei, fondatore di Eni.

Giorgia Meloni in Algeria per il Piano Mattei: cosa prevede e cosa sappiamo fin ora

"Sono stata contenta di visitare il giardino dedicato a Enrico Mattei in una nazione in cui è considerato alla stregua di un eroe nazionale - ha detto Meloni dopo la visita ad Algeri -. Abbiamo questo grande progetto: il piano Mattei, e in un momento di difficoltà di approvvigionamento energetico in Europa vogliamo fare dell'Italia la porta dell'accesso e quindi l'hub fondamentale di distribuzione dell'energia".

Il governo Meloni dovrà occuparsi presto della Libia

La presidente del Consiglio crede sia "interesse geopolitico dell'Europa intera essere più presente in Africa, anche per arginare la presenza della Russia, della Cina, che sono aumentate sensibilmente con elementi di destabilizzazione evidenti. L'Italia - secondo Meloni -, può giocare una parte rilevante". In riferimento al Piano Mattei, "in questa prima fase ci stiamo concentrando moltissimo sul fronte mediterraneo, quindi il Nord Africa diventa assolutamente prioritario, e l'Algeria, da questo punto di vista, è il partner più strategico, longevo. Ci sono altre nazioni, e faremo altri viaggi già nelle prossime settimane in paesi del Nord Africa", ha detto Meloni. Al momento, questo è il poco che si sa del Piano Mattei.

Da chi comprerà il gas l'Italia nei prossimi anni

Dopo gli accordi stretti dal governo Draghi nel 2022, a partire proprio dall'Algeria, l'Italia ha potenziato il portafoglio di Paesi da cui importa gas per rendersi indipendente da quello russo. Le forniture dalla Russia sono infatti crollate ai minimi come non accadeva dal 1990, e le temperature straordinariamente miti dell'inverno hanno permesso una transizione "tranquilla", in un momento in cui c'è scarsità di offerta sul mercato.

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Nel futuro degli approvvigionamenti di gas italiani non c'è però solo l'Algeria. Il Paese africano è ormai diventato il primo fornitore di gas all'Italia, ma come riferito da Eni, si sta lavorando per aumentare le importazioni di gas anche da Angola, Cipro, Congo, Egitto, Indonesia, Libia, Mozambico, Nigeria, Qatar e Repubblica del Congo.

Gli approvvigionamenti di gas in Italia nel 2023: il piano di Eni e del governo Meloni per sostituire le forniture dalla Russia-2

In più, c'è il Gnl, il gas naturale liquefatto: nei programmi di Eni, i volumi di Gnl si amplieranno con l’avvio dei due nuovi rigassificatori di Piombino e Ravenna nel 2023, con quantità sempre maggiori da Egitto, Qatar, Repubblica del Congo, Nigeria e Angola. L'obiettivo dichiarato: azzerare il gas russo entro il 2024. 

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