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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Lo scenario

Il tetto al prezzo del gas e il piano d'emergenza in Italia (con i negozi chiusi alle 19)

I prezzi fuori controllo e l'ulteriore riduzione delle forniture dalla Russia: come l'Europa e il nostro paese si stanno preparando ad affrontare l'autunno e l'inverno, con l'obiettivo di ridurre i consumi

Lo scenario per l'autunno e l'inverno è a tinte fosche, foschissime. La Russia potrebbe decidere di interrompere totalmente le forniture di gas all'Europa, e c'è anche il rischio che i prezzi delle materie prime salgano ulteriormente, con conseguenze dirette sulle bollette per famiglie e imprese. Il costo del gas è già alle stelle, ma la situazione potrebbe persino peggiorare: la compagnia russa Gazprom ha fatto sapere che i prezzi del gas in Europa potrebbero aumentare del 60% nel prossimo inverno, superando anche i 4mila dollari per mille metri cubi. Secondo le stime degli esperti, il prezzo del gas potrebbe così arrivare anche a 347 dollari per megawattora, nei prossimi mesi.

Cosa sta succedendo e cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi? Nelle scorse ore, la multinazionale russa Gazprom ha annunciato che le forniture di gas attraverso il Nord Stream - i cui flussi sono già ridotti al 20% della capacità del gasdotto - saranno sospese dal 31 agosto al 2 settembre "per manutenzione". Cosa spinge in alto i costi e le tariffe? La tensione sul prezzo del gas, iniziata già qualche settimana prima del conflitto, è esplosa con l'invasione russa dell'Ucraina a fine febbraio. Il flusso di materia prima proveniente da Mosca è stato ridotto, e gli analisti si attendono che questo continui anche nel prossimo futuro.

Ad aggravare la situazione è intervenuto anche il caldo, oltre che la siccità: le alte temperature hanno portato a un consumo energetico più elevato per via dei condizionatori, mentre la mancanza di acqua nei fiumi rende più difficili usarli per il trasporto di carburante e altri beni industriali. L'impennata del prezzo del gas si riflette anche sul costo dell'energia elettrica: secondo Bloomberg, i prezzi dell'elettricità in Germania hanno sfiorato i 480 euro al megawattora quest'anno, sei volte il livello del 2021 e il doppio rispetto a giugno.

Bollette e rincari, autunno da brividi: la speranza dei "prezzi amministrati"

Davanti a questo scenario, l'Europa e l'Italia stanno già preparando un piano in vista dell'inverno. L'unico modo per ridurre la domanda in un periodo in cui la richiesta aumenta è ridurre i consumi. Consumi controllati di energia elettrica e gas significano meno necessità di produzione e meno necessità di importare gas e materie prime. Oltre ad alcuni accorgimenti individuali per ridurre i consumi, oltre agli sconti per famiglie e aziende alle prese con bollette vertiginose, servono piani dettagliati (comunitari e nazionali) con cui affrontare eventuali situazioni di crisi nelle forniture.

Le insegne notturne spente in Francia, le docce razionate in Germania

L'unica soluzione praticabile, dunque, è una riduzione dei consumi di famiglie e imprese, con l'obiettivo di abbassare la domanda di metano, portando quindi il mercato a un calo del costo del gas. Alcuni paesi europei si stanno già muovendo. Il governo francese approverà un piano per la riduzione dei consumi entro la fine dell'estate, vietando l'accensione delle insegne pubblicitarie di notte e introducendo il divieto di lasciare aperte le porte delle attività commerciali riscaldate o climatizzate.

Le sanzioni alla Russia stanno funzionando? Cosa dicono i dati di Usa e Ue

In Germania, invece, il ministro dell'Economia Robert Habeck ha annunciato un taglio del 15-20% ai consumi di gas della popolazione. E non si esclude nemmeno il razionamento dell'acqua per le docce. Per Habeck si tratta di una strada necessaria, perché in caso di stop alle forniture di gas da parte della Russia, le riserve tedesche negli stoccaggi potrebbero garantire il fabbisogno del paese solo per due mesi e mezzo.

Il tetto al prezzo del gas

Coordinarsi a livello europeo per imporre una stretta diventa cruciale. Giovedì 25 agosto è in programma un vertice a Bruxelles in cui si parlerà soprattutto del caro energia. Il ministro per la transizione ecologica Roberto Cingolani ha fatto sapere che alla riunione parteciperà anche una task force italiana. Sul tavolo, la fattibilità tecnica del tetto al prezzo del gas, su cui la stessa presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha manifestato la sua disponibilità a trovare un punto di caduta tra i 27 Paesi membri che possa prevederlo entro l'autunno, quando si accenderanno i caloriferi e i consumi energetici aumenteranno fino a fine marzo.

Il tetto al prezzo si applicherebbe a tutto il gas in Europa, quindi a quello prodotto da Olanda (finora contraria al "price cap"), Norvegia e anche alla Russia, se non dovesse interrompere le forniture. Un prezzo che, secondo gli addetti al settore, dovrebbe comunque essere più alto dell'anno scorso, ma non a questi livelli, per garantire la sostenibilità del sistema sia dalla parte di chi vende sia da quella di chi compra. Come reagirà Putin? Mosca potrebbe accettare, anche perché se non vendesse il gas ai paesi Ue sarebbe costretta a bruciarlo, dal momento che il metano che fuoriesce deve essere convogliato nei gasdotti che oggi arrivano in Europa. Ma i programmi del leader russo sono un'incognita, e già da qualche settimana Mosca sta utilizzando il contingentamento del metano come arma di pressione politica.  

Il piano d'emergenza sul gas in Italia

Anche l'Italia non è immune dal rischio di aumenti ulteriori delle bollette: dall'Autorità per l'energia sono arrivate previsioni negative per l'autunno. I prezzi dell'energia sarebbero destinati a raddoppiare, se dovesse restare una media prezzi attorno ai 180 euro, come avvenuto a luglio. Il costo rischia di crescere ancora, per cui in autunno il pericolo è di una vera e propria stangata in bolletta per famiglie e imprese, anche per quanto riguarda l'elettricità.

Intanto, Confindustria ha chiesto al governo di preservare le imprese, in particolare quelle energivore, abbassando la temperatura delle abitazioni private. Con una riduzione fino a 3°C, si otterrebbe un risparmio di circa 30 milioni di metri cubi al giorno, quasi il 50% del consumo medio giornaliero di tutto il settore industriale. In linea con le richieste degli industriali sembra essere anche il piano che a luglio aveva già predisposto il governo Draghi.

Le misure prevedono tre livelli di emergenza, a seconda dell'aggravarsi della situazione. Tra quelle già scattate c'è la riduzione della temperatura negli uffici pubblici che non potrà essere superiore a 19°C in inverno e inferiore ai 27°C in estate. Prevedendo lo scenario più grave che porterebbe all'applicazione delle misure del terzo livello d'emergenza, i tagli sarebbero invece più drastici. Nelle case private le temperature dovranno essere ridotte di 2°C e verrebbe limitato anche l'orario di accensione. Ai Comuni potrebbe essere chiesto di ridurre l'illuminazione pubblica nelle strade e sui monumenti fino al 40% dei consumi totali. Gli uffici pubblici potrebbero chiudere in anticipo e anche ai negozi potrebbe essere chiesto di serrare le porte entro le 19. I locali, invece, non dovrebbero restare aperti oltre le 23. Le industrie che fanno più uso di energia, invece, potrebbero subire un'interruzione della fornitura per un periodo limitato di tempo.

Il piano di risparmio energetico predisposto dal governo potrebbe essere aggiornato. "C'è un comitato d'emergenza che lavora su questo", ha detto oggi il ministro per la transizione ecologica Cingolani. Se i russi chiuderanno anche in parte l'erogazione di gas "dovremo sicuramente fare del risparmio", ha precisato il ministro. Intanto, l'Italia prova a fare scorte, sostituendo il gas russo importandone di più da altri paesi, ma è sempre più probabile che non basterà. Anche perché la domanda di energia cresce, come si è già visto nel 2021: secondo l'ultimo report pubblicato dall'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera), la ripresa dei consumi post-pandemia è stata già evidente l'anno scorso, e ci si aspetta che aumenterà ancora nel corso del 2022. Se la domanda aumenta, aumenteranno ancora i prezzi, soprattutto in un mercato senza la Russia.

"L'autunno e il prossimo inverno saranno i momenti più delicati da dover affrontare - ha detto il presidente di Arera Stefano Besseghini, presentando la relazione annuale di Arera alla Camera dei deputati -. Ad oggi non sappiamo quale potrà essere l'evoluzione geopolitica, sappiamo però che i consumi domestici e industriali di gas sono in ripresa e sarà necessario avere le quantità necessarie a sostenere il paese, attraverso i nostri stoccaggi e nuove rotte di approvvigionamento".

L'Italia si sta preparando all'autunno e all'inverno diversificando le forniture di gas e sostituendo i volumi che arrivavano dalla Russia con altri paesi. Dall'inizio della guerra il nostro paese si è mosso per diversificare le fonti di approvvigionamento, stringendo in primavera accordi in vari paesi tra cui l'Algeria, diventata così il nostro primo fornitore. "Dal 40% di dipendenza dal gas russo siamo scesi adesso al 18%", ha specificato Cingolani. Per il ministro, inoltre, "è necessario accelerare sul rigassificatore di Piombino", concentrandosi su due questioni: "Una è la sicurezza nazionale energetica, poi ci sono le giuste richieste dei territori. Questa cosa va risolta. Su Piombino dobbiamo fare operazioni di compensazioni e su questo stiamo lavorando".

Il gas serve anche a produrre elettricità: nel nostro paese oltre il 44% dell'energia elettrica viene prodotta a partire dal gas. L'obiettivo è arrivare a novembre con almeno l'80% delle scorte di gas disponibili (si spera di arrivare al 90%), ma è probabile che possa non bastare.

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