Caso Mediaset, Gentiloni prova a evitare lo scontro con la Francia: "E' il mercato ..."
Il premier da Bruxelles: "La vicenda Vivendi-Mediaset riguarda un'operazione di mercato che non coinvolge direttamente i rapporti degli Stati". Troppi gli interessi in ballo tra Italia e Francia per prendere una posizione netta
La paura, in quel di Bruxelles, è di un possibile raffreddamento dei rapporti tra l'Italia e la Francia. Per questo il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, evita di prendere una posizione netta in difesa di Mediaset: "La vicenda con Vivendi riguarda un'operazione di mercato che non coinvolge direttamente i rapporti tra gli Stati". Rispondendo alle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa al termine del Consiglio europeo, ieri notte, il premier italiano tenta la carta del colpo al cerchio e alla botte.
Il governo, da un lato, "ha espresso una valutazione critica sulle modalità ostili" dell'operazione condotta dal finanziere Vincent Bolloré e "vigilia con attenzione" perché sono coinvolti settori "strategicamente importanti per un paese" come sono le reti di telecomunicazione e le strutture d'informazione e "le possibili aggregazioni" fra questi due settori. Dall'altro evita di chiamare direttamente in causa la Francia, limitandosi a ridurre il tutto a uno scontro "di mercato".
Quindi, ha risposto a chi chiedeva, riprendendo l'attacco dei parlamentari del Movimento 5 Stelle, se il governo stesse giocando una partita diversa da quella su casi come Telecom Italia o Unicredit: "Non è vero". Per Gentiloni "il governo ha seguito sempre molto da vicino le vicende di Telecom, c'è stato un grandissimo dibattito, e io ne sono stato anche personalmente testimone, non voglio dire protagonista, ma mi sono occupato di Telecom e delle cordate o presenze straniere" che hanno interessato quella società "per sei o sette anni della mia vita, anche da ministro. All'epoca - ha ricordato il presidente del Consiglio - si trattava di soggetti spagnoli e di come l'Italia si poneva e si pone il problema".
Secondo Gentiloni, "considerare naturalmente importante un settore non significa interferire'", ma significa, ha ripetuto, "seguire con vigile attenzione la vicenda; perché sappiamo che sia le reti di telecomunicazione che strutture d'informazione sono importanti per un paese".
Detto questo il gruppo Mediaset aveva una delle più importanti reti televisive in Francia, e quindi non è che ci sia di per sé un divieto. Bisogna vedere, le interpretazioni della legge e non sta al governo darle; bisogna vedere come si svilupperà questa vicenda. Ma ritenere strategicamente importante un settore come questo mi sembra sia una banalità assolutamente ovvia.
Infine, a chi chiedeva se ne avesse parlato, durante il vertice Ue, con il presidente francese François Hollande, Gentiloni infine ha risposto: "No, non ne ho parlato con Hollande perché non credo che il finanziere bretone (Vincent Bolloré, ndr) sia un 'commis d'état' francese, anzi", ha concluso, "tutt'altro".