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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Se il futuro è il ritorno alla campagna: Italia leader Ue per i giovani agricoltori 

In controtendenza con i dati sulla disoccupazione giovanile, nel 2018 sono aumentate del 5% le aziende agricole condotte da under 35. I dati contenuti nell'analisi di Coldiretti

In Italia si sa, la disoccupazione è uno dei problemi principali, soprattutto quella giovanile. Spesso sentiamo ripetere la frase che, spesso con disprezzo, invita a “tornare a zappare”, ma a quanto pare, sono molti i ragazzi italiani che si sono rimboccati le maniche, hanno preso in mano gli attrezzi agricoli e hanno scelto la strada della coltivazione. Allora la domanda sorge spontanea: se il futuro fosse proprio un ritorno all'agricoltura? Come riporta un'analisi di Coldiretti, in controtendenza con i dati sulla disoccupazione giovanile, nel 2018 è cresciuto del 5%  il numero di imprese agricole italiane condotte da under 35 che vedono nel Made in Italy nuove prospettive di futuro, portando l’Italia al vertice in Europa per numero di aziende condotte da giovani, pari a 55mila imprese agricole. 

"Cara città, ritorno alla terra": i giovani italiani hanno riscoperto il lavoro del futuro

Secondo l'analisi relativa ai primi sei mesi del 2018 presentata al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione di Cernobbio, le aziende agricole dei giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più. La rinnovata attrattività della campagna per i giovani – sottolinea Coldiretti – si riflette nella convinzione che l’agricoltura sia diventata un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, destinate ad aumentare nel tempo. 

Lo dimostra il fatto che, secondo un’analisi Coldiretti/Censis, oltre 8 italiani su dieci (82,1%) sarebbero contenti se il proprio figlio lavorasse in agricoltura con la percentuale che sale all’86,2% se si considerano i soli genitori laureati. Non è un caso se questo profondo mutamento culturale si sia tradotto anche nelle scelte relative al percorso scolastico. Negli ultimi sette anni la facoltà di Agraria fa registrare un aumento del 14,5% delle iscrizioni, in controtendenza al calo generale del 6,8% degli universitari che sono scesi costantemente negli anni fino ad arrivare ad appena 1,67 milioni nel 2017/2018.

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