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Venerdì, 19 Aprile 2024
"Un comportamento inaccettabile" / Firenze

Lavoro, bugie e licenziamenti: "Gkn ha mentito fino all'ultimo secondo"

Venerdì scorso la multinazionale ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per i dipendenti dello stabilimento di Campi Bisenzio, comunicandolo ai lavoratori con una mail. Brunetti della Fiom Cgil Firenze: ''Non c'è una logica produttiva né industriale, due giorni prima avevano parlato di assunzioni''. ''Un comportamento inaccettabile'' per la viceministra Todde, il ministro Orlando: ''Si rischia il far west''

Un giorno di lavoro come tanti, faticoso ma soddisfacente, che si conclude con una fredda mail che porta in grembo la più nefasta delle notizie: licenziamento collettivo. Un film già visto, una sceneggiatura drammatica già affrontata in Italia, in città diverse e con diversi attori, ma con unico, triste finale: centinaia di famiglie che rischiano di rimanere senza futuro. Questa volta sono oltre 500, i 422 dipendenti della Gkn Driveline di Campi Bisenzio, in provincia di Firenze, che vanno sommati agli 80 lavoratori in appalto che si occupano delle mense, delle pulizie, dell'impiantistica e della logistica. Tutte persone che venerdì scorso hanno appreso da un gelido messaggio di posta elettronica, che la multinazionale che produce componenti per l'automotive aveva deciso di chiudere lo stabilimento e mandare a casa tutti. 

Gkn, 422 lavoratori licenziati via mail

Dagli operai ai dirigenti, la ''mannaia'' non ha risparmiato nessuno: l'azienda ha fatto partire la procedura di licenziamento collettivo. Una decisione presa da Londra, dal fondo di investimento inglese Melrose Industries, proprietario dello stabilimento che produce componenti per automobili che un tempo era appartenuto alla Fiat. Una chiusura improvvisa, arrivata come un fulmine a ciel sereno. Secondo la società, la struttura di Campi Bisenzio non sarebbe più sostenibile: ''La situazione del mercato automobilistico e la contrazione dei volumi e della domanda che gli operatori del settore considerano avviata verso un trend ribassista generalizzato, trend amplificato dalla pandemia e dai processi di cambiamento che l'emergenza sanitaria ha scatenato. Il trend negativo ha mostrato un carattere strutturale e irreversibile". 

La protesta dei lavoratori Gkn (Foto Ansa)

E non solo. Sempre venerdì tutti i lavoratori erano stati messi in 'par', permesso annuale retribuito, una ''mossa'' strategica per avere il tempo e il modo di chiudere tutto. Un piano che però non è andato a buon fine, visto che gli operai, una volta saputa la notizia del licenziamento, si sono precipitati presso lo stabilimento e sono entrati, dando inizio ad una protesta che è andata avanti senza sosta anche durante il weekend, con il coinvolgimento dei sindacati e della politica. 

I punti oscuri del caso Gkn

Una vicenda ai limiti del paradossale con diversi punti oscuri, dal comportamento dell'azienda a quello che potrebbe succedere nelle prossime settimane. Elementi analizzati da Andrea Brunetti della Fiom Cgil Firenze, che si sta occupando del caso Gkn in prima persona e ha fatto il punto della situazione a Today: ''I lavoratori da lunedì sono tecnicamente in assemblea permanente e hanno accesso alla fabbrica. Lo stabilimento è pronto a produrre deve continuare a funzionare a ciclo continuo: al momento gli operai sono all'interno per evitare che non ci siano problemi ai macchinari e verificare il pieno funzionamento di sistemi molto importanti anche per l'ambiente, come ad esempio quello che evita gli sversamenti. L'azienda ha cancellato i gestionali ma le linee sono pronte a lavorare''.

La rabbia degli operai licenziati da Gkn: "Le nostre vite in frantumi con un click"

Uno dei punti interrogativi più grandi in questa vicenda è senza dubbio la motivazione che ha spinto Gkn a decidere, dall'oggi al domani, di licenziare tutti: ''Quando hai a che fare con i fondi di investimento – spiega Brunetti – sai che cose di questo genere possono accadere: non c'è una logica produttiva né industriale. Si lavora per stabilimenti italiani, ci sono le commesse, le competenze, macchinari altamente ingegnerizzati e, soprattutto, il mercato dell'auto c'è, è vivo. Per questo non vediamo alcuna motivazione logica nella decisione di Gkn''.

"Chi sapeva ha mentito fino all'ultimo"

L'annuncio dell'avvio della procedura di licenziamento collettivo ha colto tutti i lavoratori di sorpresa. Come spiegato da Brunetti, l'azienda aveva già programmato il lavoro dei prossimi mesi, prima di fare questa drastica e drammatica inversione di marcia: ''Nell'ultimo incontro settimanale avvenuto mercoledì scorso, due giorni prima della mail di licenziamento, l'azienda aveva presentato il piano di lavoro per questa settimana e per i periodi successivi, pianificando addirittura due assunzioni per il mese di settembre. Chi sapeva quello che stava per succedere ha mentito fino all'ultimo secondo. Il loro piano è quello di spostare la produzione in uno dei diversi stabilimenti Gkn sparsi per l'Europa: in questo modo le componenti per le fabbriche italiane arriveranno dall'estero e non dal nostro territorio, come avvenuto fino ad ora''.

L'azienda, come confermato dal funzionario della Fiom Cgil Firenze, aveva anche firmato degli accordi volti ad evitare situazioni del genere: ''Chiediamo il ritiro della procedura di licenziamento e  l'inizio di una discussione sul rilancio dello stabilimento, come previsto dagli accordi firmati nel 2020 insieme alla Regione Toscana, accordi che prevedevano diversi progetti sottoscritti dall'azienda, che si era anche impegnata a non licenziare con scelta unilaterale, a mantenere i livelli occupazionali e a rilanciare lo stabilimento. Proprio le modalità con cui ripartire dovevano essere discusse in questi giorni''.

''Nella fabbrica – ha aggiunto Brunetti –  ci sono macchinari di nuova generazione ancora imballati che servono per produrre il semi-asse delle auto con motori ibridi ed elettrici. Il Governo deve entrare in gioco perché il settore della componentistica è fondamentale per quello dell'automotive, che tra l'altro rappresenta una grossa fetta del Pil italiano''.

Intanto, tra i lavoratori serpeggia l'incertezza ma, per fortuna, intorno ai lavoratori della Gkn si è stretto l'abbraccio di tutto il territorio: ''Tra i dipendenti licenziati c'è incredulità e rabbia – ha concluso Brunetti – ma si è anche messa in moto la grande macchina della solidarietà delle altre aziende, dei lavoratori pubblici, delle istituzioni regionali e locali, con il sindaco che ha firmato un'ordinanza per evitare che qualcuno venga a portar via il materiale della fabbrica. È anche in via di definizione la data di uno sciopero regionale: questa è una vertenza che coinvolge un pezzo di territorio importante, una ferita che potrebbe essere insanabile''.

Giovedì 15 luglio il tavolo al Mise

Un caso che, come accennato ad inizio articolo, coinvolge oltre 500 lavoratori a cui vanno aggiunti quelli dell'indotto. Un comportamento, quello dell'azienda, definito ''inaccettabile'' dalla viceministra allo Sviluppo economico, Alessandra Todde: ''Il comportamento dell'azienda è stato inaccettabile. Chiudere uno stabilimento di punto in bianco con una mail dà l'idea di guardare solo a logiche di profitto senza rispettare la dignità dei lavoratori e il rispetto della legislazione e della contrattazione italiana. Abbiamo avuto contatti con il management italiano e ci auguriamo che si presentino modificando il loro atteggiamento". 

Invece, secondo il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, con il caso Gkn ''si rischia il far west'', spiegando le ragioni a RaiNews 24: La prima è il metodo: chi opera in Italia deve rispettare delle regole, abbiamo richiamato le imprese a rispettare le procedure e a fare un confronto con le parti sociali. Non si licenzia per mail o whatsapp. Poi c'è il tema di come si riesce a condizionare i soggetti sovranazionali. Il tema riguarda strumenti che abbiamo o che non abbiamo per condizionare la delocalizzazione e questo va costruito in Italia e in Europa''.

In attesa di capire come intenderà muoversi il Governo, giovedì 15 luglio è in programma un incontro al Mise, dove al tavolo in videoconferenza parteciperanno  il ministero del Lavoro, la Regione Toscana, il sindaco di Firenze, Gkn Firenze Spa, Gkn Auotomotive Plc, Melrose Plc e le organizzazioni sindacali. Soltanto quel giorno potremo avere novità sul destino dei lavoratori Gkn, intanto, la protesta continua.

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