Gkn gela tutti: "Chiusura irreversibile, non è stata una decisione a cuor leggero"
Durante l'incontro in Prefettura, l'azienda ha motivato la decisione di avviare la procedura di licenziamento collettivo per i 422 dipendenti dello stabilimento di Campi Bisenzio: ''Possiamo trovare delle soluzioni di mitigazione dei licenziamenti, a partire dal punto di vista economico". La viceministra Todde: ''Comportamento scorretto''
Quale sarà il destino dei lavoratori della Gkn di Campi Bisenzio? L'azienda, durante l'incontro alla Prefettura di Firenze a cui hanno partecipato Fim Fiom Uilm, il comune di Campi Bisenzio, Confindustria Firenze e al viceministro allo sviluppo economico Alessandra Todde, ha spiegato le ragioni che hanno portato all'avvio della procedura di licenziamento per 422 lavoratori dello stabilimento.
Gkn: ''Chiusura irreversibile e irrevocabile''
''E' stata una decisione presa all'unanimità dal Cda- spiegano i vertici della multinazionale - C'è una impossibilità a proseguire con l'attività di impresa e l'inevitabile conseguenza ci porta ad aprire la procedura di licenziamento collettivo. L'azione è irreversibile ed è stata presa nella legalità e supportata da motivi industriali".
"Il mercato dell'auto sta attraversando da anni un periodo difficile, con riduzioni a doppie cifre dal 2016 al 2019. Ci aspettiamo per i prossimi 5-6 anni trend negativo strutturale del settore, dovute anche alle complessità della transizione tecnologica". Queste criticità dunque, avrebbero portato, prosegue l'azienda, "a ridurre la capacità produttiva e semplificazioni nella logistica, e poi alla conseguente decisione della chiusura della Gkn".
"Abbiamo analizzato scenari alternativi per noi sostenibili – conclude l'azienda - Pertanto non consideriamo una revocabilità del trattamento. Il nostro focus è solo trovare delle soluzioni di mitigazione dei licenziamenti, a partire dal punto di vista economico".
Todde: ''Atteggiamento scorretto''
Dopo le motivazioni dell'azienda è arrivata la reazione della viceministra Alessandra Todde: ''Quello dell'azienda è stato un comportamento che trovo assolutamente scorretto. Chiudere uno stabilimento di punto in bianco con una mail dà l'idea di guardare solo a logiche di profitto senza rispettare la dignità dei lavoratori e il rispetto delle relazioni industriali e della contrattazione italiana''.
''Nessuno sta considerando la possibilità di ristrutturazione industriale che consideri o il ritiro della procedura di licenziamento o l'avvio di un percorso condiviso con i sindacati e il Mise per trovare le migliori soluzioni. L'azienda fa – spiega Todde .parte di un Gruppo multinazionale e l'analisi fatta su un unico stabilimento non regge perché serve un'analisi più generale. L'azienda deve considerare che questo non è un periodo normale, stiamo uscendo dalla pandemia. Auspico si torni a un percorso condiviso. Con le scelte unilaterali non si affronta nulla''.
Protesta davanti alla Prefettura
Mentre nelle stanze della Prefettura di Firenze si svolge l'incontro sulla vertenza Gkn, davanti all'entrata è andato in scena un presidio dei lavoratori dello stabilimento di Campi Bisenzio (Firenze) che nei giorni scorsi hanno ricevuto la lettera di licenziamento. Sono circa 200 i dipendenti che manifestano con slogan e anche fumogeni.
I sindacati: "Decisione inaccettabile"
"Una decisione di questo tipo è inaccettabile fin dal suo metodo tracotante: non è pensabile che l'azienda possa unilateralmente decidere, senza alcun preavviso, una chiusura che mette a repentaglio il futuro dei lavoratori e l'intera tenuta sociale del nostro territorio. Abbiamo sempre cercato di proporre un modello di sviluppo che conciliasse produttività, sostenibilità e rispetto dei lavoratori e della comunità di cui essi fanno parte".
È quanto si legge in una nota congiunta firmata da Cgil, Cisl, Uil, Cna, Confesercenti, Confartigianato, Sindacato nazionale agenti assicurativi, Confcommercio, Federalberghi Prato e Firenze, commissione Lavoro Comune di Campi Bisenzio: "Senza affrontare congiuntamente il problema - spiega - si lancia un segnale gravissimo non solo al nostro territorio, ma a un mondo del lavoro che dovrebbe essere coeso per una stagione di rilancio economico tanto attesa quanto necessaria. Se aspiriamo a un modello sostenibile per l'ambiente, la comunità e il territorio, questo è esattamente ciò che non deve essere fatto. E le forze sociali, produttive e culturali di Campi Bisenzio non possono accettarlo, perché mina la stessa idea di tessuto sociale a cui tutte le parti aspirano".
"È un intero territorio - si legge ancora - che si rivolta a questa scelta unilaterale: non soltanto per le conseguenze concrete nella vita di centinaia di famiglie, ma anche per il progetto di qualità e il percorso di sviluppo che da tempo sono stati intrapresi e che vengono minacciati. Tutte le forze del territorio devono opporsi a queste decisioni, tanto più vista l'extraterritorialità e la scarsa sensibilità che aziende simili hanno spesso mostrato per la realtà in cui sono immerse. A Campi Bisenzio c'è un progetto di sviluppo sostenibile a livello economico, ecologico e sociale che non può sopportare una simile situazione".