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Venerdì, 29 Marzo 2024
Nuova speranza / Firenze

Gkn, licenziamenti bloccati: spunta l'ipotesi "ponte"

Il Ministero dello Sviluppo economico ha dato la sua disponibilità a supportare il percorso dell'azienda. I sindacati: ''Ci sono due manifestazioni di interesse, ma servono garanzie''

C'è un nuovo spiraglio per i 422 lavoratori della Gkn di Campi Bisenzio, in provincia di Firenze. la seconda procedura di licenziamento avviata nei giorni scorsi dall'azienda è stata sospesa per due settimane, mentre all'orizzonte si intravede la possibilità di una reindustrializzazione. 

Durante il confronto avvenuto ieri al Mise, la viceministra Todde ha confermato che il Ministero è disponibile a sedersi intorno al tavolo con tutte le parti coinvolte per favorire la proposta ponte e il successivo progetto proposto dall' advisor di reindustrializzazione del sito. Al tavolo è inoltre emerso che l'azienda non invierà più le lettere di licenziamento e che il ministero del Lavoro ha dato piena disponibilità a supportare il percorso con l'ammortizzatore sociale più adeguato. 

''Il Mise – ha sottolineato la viceministra - è assolutamente disponibile a supportare questo percorso di transizione proposto dall'advisor con gli strumenti a disposizione, e la proposta 'ponte' servirà a offrire ulteriore tempo per lavorare con tutte le parti ad una proposta seria e credibile. Invitalia sarà disponibile a valutare come sostenere il progetto, inoltre convocheremo nelle prossime settimane un primo incontro tecnico per dare seguito a ciò di cui si è discusso oggi''.

Sindacati contro i licenziamenti

La buona notizia emersa dall'incontro al Mise è senza dubbio il blocco dei licenziamenti, come confermato nella nota congiunta di Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive, Daniele Calosi, segretario generale Fiom-Cgil Firenze, Prato e Pistoia e Silvia Spera, Area Politiche Industriali per la Cgil nazionale: "L'incontro è stato utile in quanto è stato annunciato il blocco per 2 settimane della riapertura della procedura di licenziamento da parte di GKN. Sono, però, necessari elementi di chiarimento sul percorso per la continuità occupazionale delle lavoratrici e dei lavoratori dello stabilimento di Campi Bisenzio''.

''Attualmente sono 390 i dipendenti della Gkn, a cui si aggiungono i lavoratori degli appalti, a cui dovrà essere garantita la continuità occupazionale. L'Advisor incaricato da Gkn si è detto disponibile a trovare i soggetti industriali interessati e ha confermato il percorso di reindustrializzazione. Al momento hanno manifestato interesse di cui 2 aziende che però non si occupano di automotive: una per produrre macchinari per l'industria farmaceutica, l'altra per produrre componenti per le energie rinnovabili. La viceministra Todde ha confermato il sostegno del progetto da parte di Invitalia nel momento della definizione del soggetto industriale che rilancerà lo stabilimento'', continuano i sindacalisti. ''E' grazie alla grande determinazione delle lavoratrici e dei lavoratori e alle iniziative legali delle organizzazioni sindacali se abbiamo guadagnato tempo. Questo tempo però non va sprecato, di fronte alla decisione irrevocabile della Gkn di chiudere lo stabilimento di Campi Bisenzio'', prosegue la nota.

''Ribadiamo che non siamo disponibili a firmare cambiali in bianco. Per la Fiom e la Cgil è necessario che ci sia la garanzia sulla cassa integrazione per transizione in questa fase con il coinvolgimento del Ministero del Lavoro. Occorre non solo il monitoraggio ma una verifica attiva sulle manifestazioni di interesse, vista l'unicità e l'eccezionalità della situazione in cui ci troviamo'', proseguono i sindacalisti. ''Servono elementi di garanzia e di trasparenza per consentire il traghettamento degli impianti e dello stabilimento da GKN al nuovo soggetto industriale con la riassunzione di tutti i lavoratori e con le tutele contrattuali e salariali. Il Ministero è in debito con il territorio fiorentino per 1660 motivi, tanti sono i metalmeccanici che dal 2004 ad oggi sono stati coinvolti in vertenze tese alla reindustrializzazione che non hanno avuto seguito e in cui il Mise non ha svolto un ruolo''. ''La Fiom e la Cgil chiedono di arrivare ad un'intesa per il rilancio industriale dello stabilimento di Campi Bisenzio, ma serve un'assunzione di responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti. Chiediamo al Governo e al Mise garanzie, anche dirette di Invitalia, per assicurare il percorso", concludono.

Usb: ''Si apre uno spiraglio per la reindustrializzazione''

Secondo l'Unione Sindacale di Base (Usb), servono cautela e garanzie: ''Il tavolo ministeriale odierno sulla vertenza Gkn ha visto la partecipazione dell’imprenditore Francesco Borgomeo, che in qualità di advisor individuato dall’azienda ha illustrato le sue intenzioni, che sono quelle di rilevare l’azienda e traghettare verso potenziali investitori lo stabilimento, attivando un percorso di riconversione industriale su cui è stata data indicazione che ad oggi esistono già due manifestazioni di interesse legate al settore Farmaceutico e delle Energie Rinnovabili, offerte che a dire dell'advisor e dell’azienda dovrebbero garantire l’occupazione e la continuità produttiva anche grazie ad un sostegno di Invitalia, una volta individuato il soggetto finale subentrante''.

''Ultimo elemento di novità – prosegue la nota Usb - è la dichiarazione che l’azienda è pronta a sospendere la procedura di licenziamento fino alla conclusione della negoziazione con l’advisor per la cessione delle quote societarie. La nostra organizzazione sindacale, a differenza dei giudizi positivi espressi da enti locali (presenti Comune e Regione Toscana), ha espresso una posizione decisamente più tiepida in merito all’indicazione di questo percorso, su cui servono cautela e maggiori garanzie. Infatti, ad oggi questo traghettamento avverrebbe con un passaggio intermedio (quello dell’advisor) privo di garanzia industriali e dove la Gkn scomparirebbe assieme alle sue responsabilità: il “pacco completo” sarebbe consegnato nelle mani dell’advisor, delle istituzioni e dei sindacati''.

I sindacalisti chiedono quindi certezze una ''definizione del quadro degli impegni'', per capire ''il progetto e veder determinata l'assunzione delle responsabilità di istituzioni e di tutti i soggetti presenti al tavolo finalizzata a garantire totalmente l’occupazione dello stabilimento di campi bisenzio, anche sull’indotto''.

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