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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Poteri speciali

Ipotesi golden power su Tim: cos'è e a cosa serve

Sull'offerta pubblica di acquisto lanciata da Kkr su Tim sono in molti ad invocare l'esercizio della golden share da parte dello Stato. Cos'è e perché è così importante per l'economia italiana?

L'offerta pubblica di acquisto amichevole presentata dal fondo statunitense Kkr sul 100% delle azioni Tim richiede un approfondimento della golden share. Cos'è e perché è così importante per l'economia italiana?

Cos'è la golden share

La golden share è una disciplina giuridica introdotta in diversi ordinamenti europei a partire dal 1990, quando presero il via una lunga serie di privatizzazioni di aziende pubbliche. E' un potere speciale che uno Stato si riserva durante il processo di privatizzazione di un'impresa, per tutelare l'interesse della collettività. Una sorta di scudo che i governi si riservano per difendere i settori strategici di una nazione, come la difesa, le telecomunicazioni, l'energia, i trasporti, più in generale i settori di pubblica utilità.

L'azione d'oro, questa la traduzione letterale dall'inglese, interessa principalmente le decisioni relative a fusioni, trasformazioni, acquisizioni e ingresso di nuovi soci in società che si occupano di settori di rilevante importanza per il paese, per i quali serve necessariamente una supervisione pubblica sulle attività che svolgono perché ne va del bene dell'intera nazione. Lo scopo è quello di garantire oltre alla difesa nazionale, l'ordine pubblico, la sicurezza pubblica anche l’erogazione di servizi pubblici essenziali e un livello minimo di servizi di telecomunicazione e di trasporto. Inoltre, la golden share serve per evitare carenze di approvvigionamento nazionale e una discontinuità nell’erogazione di servizi pubblici alla collettività. 

Quali sono i poteri speciali della golden share

La golden share si traduce nella possibilità da parte di uno Stato nell'apporre il veto su alcune operazioni societarie di carattere strategico e su variazioni dello statuto societario. Solitamente ci si riferisce alla possibilità di opporsi all'acquisizione di una società, facendo in modo che un pacchetto azionario resti in mano allo Stato. Tale pacchetto azionario, che a volte è puramente simbolico, garantisce al governo determinati poteri di carattere speciale nell'operatività dell'azienda, assicurando gli interessi nazionali. Semplificando, uno Stato senza possedere la maggioranza di una società, grazie alla golden share, può influenzare alcune delle principali scelte strategiche di un’azienda. 

La regolamentazione in Italia della golden power

Nell'ordinamento italiano la golden share è disciplinata dall’art. 2 del d.l. n. 332/94, nel quale viene specificato che lo Stato ha poteri speciali sulle aziende operanti nei settori della difesa, dei trasporti, delle telecomunicazioni, delle fonti di energia, e degli altri pubblici servizi. Grazie a questa legge il governo italiano, ad esempio, può opporsi ad un’acquisizione qualora sia a rischio un interesse collettivo, riferendosi in particolare all'ordine pubblico, alla sicurezza pubblica, alla sanità pubblica e alla difesa.

La golden share nel 2012 è stata superata dalla golden power (potere d'oro), con ulteriori interventi nel 2019 e nel 2020 per estendere i poteri a tutte le società, pubbliche e private, ma anche ad altri settori, come quello finanziario, creditizio, assicurativo, energia, acqua, trasporti, salute, sicurezza alimentare, intelligenza artificiale, robotica, semiconduttori, cybersecurity.

Qualora lo stato italiano individuia in un'operazione societaria una minaccia di grave pregiudizio per gli interessi essenziali della difesa e della sicurezza nazionale, l'esecutivo può:

  • imporre specifiche condizioni all'acquisto di partecipazioni in imprese strategiche nel settore della difesa e della sicurezza;
  • porre il veto all'adozione di delibere relative ad operazioni straordinarie o di particolare rilevanza, ivi incluse le modifiche di clausole statutarie eventualmente adottate in materia di limiti al diritto di voto o al possesso azionario;
  • opporsi all'acquisto di partecipazioni, ove l'acquirente arrivi a detenere un livello della partecipazione al capitale in grado di compromettere gli interessi della difesa e della sicurezza nazionale.

Unimpresa invita Draghi a utilizzare la golden power su Tim

Sull'offerta pubblica di acquisto lanciata da Kkr su Tim sono in molti ad invocare l'esercizio della golden share da parte dello Stato. Tra questi Unimpresa: “Tim non è una azienda come tante: è un asset strategico per il Paese e un bene fondamentale, di interesse pubblico, determinante per la crescita economica italiana e delle nostre micro, piccole e medie imprese - dichiara il vicepresidente Giuseppe Spadafora -. L’evoluzione tecnologica passa anche attraverso la rete di telecomunicazioni e una infrastruttura di altissimo livello, adeguata alle esigenze di sviluppo delle nostre pmi va protetta. Il governo guidato da Mario Draghi deve valutare a fondo l’utilizzo della golden share affinché la rete di tlc non sia preda di soggetti stranieri, nella peggiore delle ipotesi fondi altamente speculativi”. 

Tim: le reazioni di politica e mondo sindacale

Secondo il segretario della Cgil, Maurizio Landini, "in un settore strategico come quello delle telecomunicazioni lo Stato italiano non può subire semplicemente la logica del mercato". Serve "un piano industriale finalizzato alla costruzione della rete unica senza escludere il ricorso al golden power se il progetto di Kkr dovesse essere in contrasto con l'interesse industriale ed occupazionale del Paese". Bisogna a tutti i costi scongiurare il rischio di uno spezzatino, "serve una visione d'insieme".

"A Tim, e quindi all'Italia, servono un partner ed un piano industriale che valorizzino e rafforzino l'azienda, non un'operazione finanziaria che rischia di portare ad uno spezzatino di una realtà così importante per il Paese". Così il segretario della Lega Matteo Salvini ha commentato la proposta d'acquisto di Tim da parte del fondo americano Kkr. "Inoltre - ha aggiunto Salvini - visti i non brillanti risultati degli ultimi mesi, il cambio ai vertici auspicato da più parti pare tema non più rinviabile".

"La cosa più importante di tutte per la crescita e la democrazia, è che in Italia vi sia l'ambizione ad una rete unica sotto il controllo pubblico. E ciò che serve al Paese è la sicurezza della rete infrastrutturale e dei nostri dati". Con queste parole l'ex ministro ed ex capogruppo a Montecitorio del Partito Democratico Graziano Delrio, interpellato dai quotidiani, commenta la proposta "amichevole" d'acquisto di Tim da parte di Kkr, il fondo infrastrutturale americano con il quale è già stata avviata una collaborazione in FiberCop. Il governo Draghi dovrà utilizzare il Golden Power? "Il governo ha scelto di essere arbitro in questa fase ma deve essere un arbitro parziale cioè difendere i cittadini e loro diritto alle opportunità che offre la rete. L'utilizzo e il grande potere della rete non deve assolutamente essere condizionata da interessi esterni privati o di altre nazioni". Poi Delrio conclude sottolineando che "Abbiamo già una società pubblica Open Fiber, fatta nascere da noi nel 2015 con questi obiettivi,che sta cablando tutta l'Italia. Cassa Depositi e Prestiti, Cdp, ha una sua presenza in TIM importante e quindi lo stato ha strumenti normativi e di mercato adeguati per vigilare", conclude l'ex capogruppo del Pd alla Camera.

"La rete delle telecomunicazioni è un'infrastruttura strategica che va difesa da potenziali minacce per la sicurezza nazionale. In merito alla manifestazione di interesse all'acquisizione di Tim da parte del fondo americano Kkr, il Governo valuti il ricorso al 'golden power'. Gli interessi del Paese, fra cui la protezione dei dati sensibili, vengono prima delle logiche di mercato". Parola del segretario generale dell'Ugl, Paolo Capone, in merito alla presentazione di un'offerta pubblica di acquisto sul 100% delle azioni di Tim, da parte del fondo americano Kkr. "Chiediamo un confronto per discutere di un piano industriale che acceleri la creazione di una rete unica, indispensabile per connettere il territorio e favorire il processo di digitalizzazione. In tal senso, occorrono investimenti infrastrutturali per rilanciare il settore delle telecomunicazioni, salvaguardare i livelli occupazionali e garantire lo sviluppo e la modernizzazione del Paese", ha concluso.

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