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Venerdì, 1 Dicembre 2023
Il delivery che non sfonda

L'azienda chiude e lascia a casa 540 persone

La startup tedesca Gorillas era sbarcata in Italia appena un anno fa

Dodici mesi di gloria, di contratti promessi - e sottoscritti -, di boom economico. Poi la "fuga" dall'Italia e la messa in liquidazione. Gorillas, la nota start up tedesca che si occupa di delivery sbarcata nel Bel Paese soltanto un anno fa, ha deciso di chiudere le proprie "filiali" italiane. 

"Dopo aver sottoscritto con la Fit Cisl, il 29 aprile scorso, l’accordo per inquadrare i rider con il contratto collettivo nazionale di lavoro del settore della logistica, trasporto merci e spedizione", l'azienda ha "annunciato che avvierà le procedure di licenziamento di 540 fra lavoratrici e lavoratori, impiegati attualmente nelle città di Roma, Firenze, Milano, Bergamo e Torino, mettendo in liquidazione la società", ha fatto sapere la Cisl in una nota. "Un comportamento ritenuto da noi inaccettabile, considerando che la società si è collocata su un mercato in forte espansione. Per questo motivo - hanno già anticipato dal sindacato - ci riserviamo di contestare tale decisione della startup con sede madre a Berlino, chiedendo formalmente un incontro presso l’ambasciata della Repubblica Federale di Germania a Roma". Questo episodio - hanno rimarcato da Cisl - "ripropone il dibattito su come tali piattaforme di food delivery si insedino nel nostro Paese in assenza di chiare e definite regole che tutelino le lavoratrici e i lavoratori. Siamo certi che il ministero del Lavoro si interesserà alla vicenda e pertanto, nei prossimi giorni, chiederemo un incontro ufficiale al ministro Orlando per affrontare l’incresciosa questione".

Nelle scorse ore, stando a quanto hanno spiegato dal sindacato, "i vertici dell’azienda hanno convocato, come previsto da prassi, incontro in videoconferenza con le organizzazioni sindacali interessate. Una riunione programmata che segue la procedura stabilita in questi casi ma che non comporta nessun passo indietro rispetto alla messa in liquidazione dell’azienda e ai licenziamenti di 73 unità con contratto di lavoro a tempo indeterminato, che compresi quelli assunti con contratto a tempo determinato, ammontano a circa 540 persone". "Confidiamo che la startup tedesca torni suoi passi bloccando la messa in liquidazione attraverso la ricerca di soluzioni alternative, come un riassetto della società grazie a ingresso di nuovi investitori. Se, come immaginiamo, ciò non fosse possibile allo stato attuale della partita, auspichiamo vivamente che Gorillas favorisca l’uscita dei suoi dipendenti, destinatari di mancate promesse di stabilizzazioni contrattuali, definendo percorsi di ricollocazione nel mondo del lavoro, orientando e valorizzando tali risorse in altre realtà di settore", hanno auspicato dalla Cisl.

"Ci segnalano inoltre che la società stia rendendo particolarmente difficili e logoranti le condizioni lavorative di questi ultimi mesi di attività. Con la maggior parte del personale a casa e la campagna scontistica aggressiva per smaltire la merce, i biker sono sottoposti a notevole stress per garantire la consegna dell’alto numero di ordini, che in molti casi vengono annullati, generando un danno anche per il consumatore. Un comportamento inaccettabile a priori ma reso ancor più incomprensibile vista la mossa a sorpresa dei licenziamenti per cui chiediamo che i vertici adottino gli opportuni strumenti per riorganizzare le attività di questi ultimi mesi prechiusura - hanno concluso dalla sigla - garantendo una tenuta del lavoro regolare".

Gorillas, l'azienda che voleva cambiare il delivery

Gorillas prometteva agli utenti di beneficiare dell’accesso a oltre 2.000 articoli essenziali, a prezzi competitivi, consegnati alla porta del cliente entro 10 minuti dall’ordine, con un unico contributo di consegna di 1,80 euro. Un modello che non ha fatto breccia in Italia così come in Spagna: ora Gorillas ha scelto di restare solo in Germania, Francia, Regno Unito, Paesi Bassi e Stati Uniti. Una sorte simile rischia Getir, la concorrente nata in Turchia e che ha in Italia circa 1300 lavoratori.

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