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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

La prima "manovra" del governo Draghi

Il premier sarà chiamato a gestire i 32 miliardi di scostamento di bilancio approvati dal precedente esecutivo. Sul tavolo ci sono molti dossier scottanti: dal caso Alitalia al blocco dei licenziamenti

Prima le emergenze, poi tutto il resto. Il primo atto del governo Draghi sarà probabilmente quello di varare il decreto legge ristori quinquies. Il provvedimento, che di fatto rappresenta la prima manovra del nuovo esecutivo, può già contare su una robusta dose di risorse. L'esigenza di sostenere le attività in difficoltà ha infatti portato l'ex esecutivo a chiedere uno scostamento di bilancio da 32 miliardi. Adesso sarà il governo Draghi a decidere quale sarà il meccanismo per distribuire i soldi stanziati. All'interno del provvedimento sui nuovi 
indennizzi potrebbero esserci anche tutta una serie di proroghe, tra cui la cassa integrazione e lo stop ai licenziamenti che scade il 31 marzo. Qual è l'intenzione di Draghi? Nella bozza illustrata alle forze politiche si parlava delle emergenze del paese: la salute, il fisco, l'istruzione, gli investimenti. E si mettevano nel mirino ristori e bonus: "Gli incentivi - è uno dei suoi capisaldi - devono creare nuovi lavori, non salvare quelli vecchi". E dunque non è affatto scontato che il nuovo premier segua la strada già battuta dal Conte 2. 

Il recovery plan e le cartelle fiscali

Insieme al varo della manovra, il governo dovrà occuparsi del nuovo Recovery plan, che dovrà contenere le misure per far ripartire il paese, scritte nel modo e nei tempi giusti affinché l'Europa le approvi. Per affrontare la crisi innescata dal coronavirus l'Italia ha 209 miliardi ma per ottenerli bisogna rispettare le regole d'ingaggio. La conoscenza da parte di Draghi dei meccanismi europei come pochi altri consente a molti, in Italia e all'estero, di essere fiduciosi sul loro rispetto.

C'è poi il capitolo cartelle fiscali. Come spiega l'AdnKronos, entro il 28 febbraio dovranno essere varate le misure per gestire l'attività dell'Agenzia delle entrate, fino a quando l'emergenza sanitari sarà superata. Ovviamente nel pacchetto 'congelato' rientrano la riscossione coattiva e l'attività di notifica degli avvisi di accertamento. Il premier si troverà anche a dover risolvere il problema degli atti fiscali "congelati", ovvero di tutte le cartelle che il fisco avrebbe dovuto inviare lo scorso anno ai contribuenti, circa 50 milioni, a cui si andranno a sommare quelle del 2021. Con un primo decreto legge ad hoc è stato sospeso l'invio fino al 31 gennaio, a cui poi si è aggiunto un secondo provvedimento che ha congelato tutto fino al 28 febbraio.

Dal blocco dei licenziamenti al caso Alitalia: le prime grane del governo Draghi

Come accennato, il 31 marzo scade anche la moratoria sui licenziamenti. Le parti sociali, incontrando nei giorni scorsi il premier incaricato, hanno già chiesto che "la proroga del blocco dei licenziamenti e della cassa Covid sia assolutamente confermata", con il sostegno alle imprese, anche se - ha puntualizzato la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan - "non deve essere sine die ma ci vogliono i tempi giusti per riformare gli ammortizzatori sociali e far decollare finalmente le politiche attive".  E poi ci sono i capitoli relativi alle pensioni, al taglio del cuneo fiscale nonché alle riforme della giustizia e della pubblica amministrazione. 

Prima di affrontare questi temi, il premier e il nuovo ministro dell'Economia Daniele Franco dovranno però affrontare altre urgenze, tra cui quella relativa ad Alitalia. Dopo i ripetuti segnali d'allarme che si rincorrono ormai da settimane, il fatto che la cassa di Alitalia in amministrazione straordinaria si stia ormai prosciugando è ormai una realtà, con il rischio di uno stop operativo e del mancato pagamento ai dipendenti degli stipendi di febbraio. Per salvare la compagnia di bandiera il governo Conte aveva stanziato altri tre miliardi di euro, ma Draghi su questo fronte potrebbe dare un segnale di discontinuità. 

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