rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Procreazione fiscalmente assistita

Figli in cambio di sconti fiscali: a chi conviene il piano Giorgetti

Il ministro dell’Economia parla di "un'azione shock" per rimuovere gli ostacoli alla natalità. Le ipotesi in campo: dall'aumento dell'assegno unico alla riduzione progressiva del carico fiscale

Tasse differenziate per chi vive solo e per i genitori, favorendo chi ha figli con buona pace di chi non ne ha. Sembra essere questa la linea che il governo guidato da Giorgia Meloni intende seguire per invertire la tendenza di un'Italia dove le culle restano vuote e l'età media cresce. A confermarlo è stato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti nel corso dell'audizione sul Def. 

"Non scopriamo certamente oggi - dice Giorgetti - che l'inversione della curva demografica sia una delle maggiori sfide che il nostro Paese, non l'unico in Europa, deve affrontare nel breve e lungo periodo". Perciò è necessario "mettere in campo un'azione shock, ci sono diverse idee e ne possiamo discutere, non sono così sciocco da pensare che soltanto un incentivo fiscale possa produrre un effetto sulla natalità", ma, insiste Giorgetti, "dobbiamo eliminare i disincentivi e rimuovere gli ostacoli e i limiti alla natalità". Insomma, prosegue, "non possiamo tassare allo stesso modo chi è single e chi ha una famiglia con figli perché, evidentemente, chi ha dei figli ha dei costi che in qualche modo alterano il concetto della progressività del carico fiscale". Una politica che metta al centro la natalità, sottolinea infine, "deve essere condivisa perché non riguarda una parte politica ma il futuro dell'Italia".

L'idea su cui, a quanto filtra, si ragiona è quella di procedere per fasi. La prima sarebbe l'incremento degli importi mensili dell’assegno unico per i genitori con redditi medio-bassi. L'esecutivo punterebbe però a tagliare le tasse a uno dei genitori. Una riduzione più corposa all'aumentare del numero di figli. Fino ad arrivare a tasse azzerate per chi ha 3 o 4 figli. L'altra ipotesi, più a lungo raggio, è quella del quoziente familiare: non uno sconto sulle tasse, ma una deduzione che riduce il reddito da tassazione, in base al numero dei figli. Norma molto più costosa. 

Qualcosa trapela anche dalle parole del sottosegretario alle Imprese Massimo Bitonci, deputato della Lega. A suo dire un drastico taglio delle tasse per chi fa figli darebbe "risultati immediati". "Misure come la realizzazione degli asili nido - spiega - non sempre garantiscono il risultato sperato. Intervenendo attraverso una leva fiscale si potrebbe dare una mano da subito e contrastare la denatalità. La soluzione potrebbe prevedere una detrazione per ogni figlio, che al momento è accordata sotto forma di deduzione pari a 950 euro a figlio fino a 21 anni di età. L'obiettivo è aumentarla portandola a 10 mila euro all'anno. Anche 5 mila euro potrebbe essere una buona proposta: in caso di tre figli vorrebbe dire 15 mila euro di detrazioni. Si aggiunga che l'assegno unico dovrebbe essere comunque confermato".

L'altro punto fermo del governo pare essere il taglio del cuneo fiscale (la differenza tra lo stipendio lordo versato dal datore di lavoro e la busta paga netta, ndr), soprattutto per i redditi medio-bassi. Secondo le parole di Giorgetti, un intervento dovrebbe esserci già nel breve periodo. "L'approccio adottato finora - spiega il titolare del Mef - ha consentito di proseguire, anche nell'anno in corso, l'attività di sostegno a famiglie e imprese più esposte alle conseguenze del caro energia. A questo si aggiungerà, nei prossimi giorni, un ulteriore intervento a vantaggio dei contribuenti-lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi. Il governo è in ogni caso consapevole dell'importanza di adottare misure di più ampio respiro che oltre a sostenere la domanda interna diano nuovo slancio alla crescita dell'economia reale". 

Giorgetti parla di "misure di politica di bilancio programmate dal governo" che "sono, in ogni caso, più ambiziose degli interventi di riduzione del cuneo e della pressione fiscale relativi al 2023 e 2024". Allo stesso tempo il ministro rassicura sull'aumento della spesa sanitaria e garantisce che "il sostegno pubblico all'attività economica continuerà a essere assicurato", ma servirà una "selezione rigorosa" degli interventi.

Sullo sfondo pesa infatti un termine: "coperture". Cioè devono esserci abbastanza risorse per mettere in campo le idee enunciate. Nel suo primo anno solo l'assegno unico ci è costato sedici miliardi. Per il momento lo spazio è quello ricavato in deficit dalle nuove stime del Def: 3,4 miliardi per quest'anno, che verranno usati subito per un nuovo taglio del cuneo per i redditi medio-bassi; e 4,5 per il prossimo destinati alla riduzione della pressione fiscale. Risorse su cui si attende ora l'autorizzazione del Parlamento, che voterà la prossima settimana. Dopodiché si potrà procedere con la nuova riduzione del cuneo, che va ad aggiungersi a quello (2 punti per i redditi fino a 35mila euro e 3 per quelli fino a 25mila) introdotto in manovra.

"Occorrerà attendere l'evoluzione del quadro macroeconomico per comprendere il reale perimetro della prossima manovra di bilancio. In questo documento - ribadisce Giorgetti - abbiamo voluto tracciare una rotta ben precisa, e tuttavia solo nei prossimi mesi sarà possibile delineare l'ossatura e il perimetro esatto della prossima manovra e, nell'ambito dei saldi obiettivo, saranno individuate le opportune coperture".

Continua a leggere su Today.it
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Figli in cambio di sconti fiscali: a chi conviene il piano Giorgetti

Today è in caricamento