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Giovedì, 25 Aprile 2024
Le sanzioni

Quanto può resistere l'economia russa prima di collassare

Con le sanzioni i paesi occidentali stanno spingendo la Russia verso il collasso ma il prezzo da pagare rischia di diventare troppo alto

Dallo sport, alla cultura, dall'economia, alla scienza, tutti stanno facendo la propria parte per fermare la follia di Putin e per costringere Mosca a fare un passo indietro in Ucraina. Le sanzioni economiche imposte dall'Occidente alla Russia sembrano iniziare a produrre i primi effetti, anche se è nel medio periodo che faranno veramente la differenza. Mentre in Europa si discute su una nuova ondata di sanzioni il ministro dell’economia francese, Bruno Le Maire, dichiara: “Provocheremo il collasso dell’economia russa”, mostrandosi determinato nel voler andare avanti fino ad un ripensamento di Putin. Quanto può resistere la Russia prima di collassare ma soprattutto quali potrebbero essere gli effetti di un default sull'economia mondale?

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Effetti economici immediati delle sanzioni alla Russia

Il rublo crolla del 30% in un solo giorno, la banca centrale russa (sotto sanzioni) è costretta a raddoppiare i tassi d'interesse portandoli dal 9,95% al 20% e ad introdurre controlli all'uscita dei capitali, la borsa di Mosca è chiusa a tempo indeterminato per evitare il panic-selling (ondata di vendite dettate dal panico) mentre i titoli delle aziende russe quotati a Londra sprofondano. E' il caso del colosso alimentare Magnit (-80%), della banca Sberbank (-74%) ad un passo dalla bancarotta e del colosso petrolifero Lukoil (-62%). Bp e Shell annunciano di voler lasciare la Russia anche se il primo ministro della Federazione russa, Mikhail Mishustin, annuncia misure per bloccare temporaneamente la fuga delle aziende estere presenti nel paese. La Uefa si sgancia dal colosso energetico russo Gazprom. La compagnia aerea Aeroflot inizia ad avere importanti problemi con i contratti di leasing, trovandosi costretta a restituire molti aerei. Questi sono solo alcuni dei primi effetti delle sanzioni economiche imposte alla Russia per l'invasione illegittima dell'Ucraina. Di contro gli impatti delle sanzioni sull'Occidente sembrano essere al momento meno rovinosi. Tutto sommato le borse europee sembrano reggere, anche se in Italia le banche maggiormente esposte verso la Russia continuano a perdere terreno. La Banca centrale europea monitora attentamente la situazione, dichiarando di essere pronta ad agire con interventi mirati per mantenere la stabilità finanziaria dell'area euro. Questo ad una settimana dall'inizio della guerra Russia - Ucraina, ma quanto tempo ancora Putin riuscirà a resistere prima di un collasso economico?

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La Russia e il rischio default

Prima di tutto va ricordato che Putin è dal 2014, ossia dai tempi dell'annessione della Crimea, che sta costruendo una "fortezza" per resistere alle sanzioni dei paesi occidentali. Come? Sintetizzando possiamo dire che negli anni ha ridotto l'indebitamento estero portandolo ai minimi storici e ha raddoppiato le riserve in oro e valute pregiate. Però, questa volta, le sanzioni sembrano essere molto più pesanti e i paesi occidentali molto più coesi. La dimostrazione arriva dalla sospensione della Russia dal circuito dei pagamenti internazionali Swift ma anche dalla volontà della Svizzera di rompere la sua storica neutralità per allinearsi "integralmente" alle sanzioni Ue contro Mosca. Tutti stanno cercando di fuggire dagli asset russi, che siano azioni, obbligazioni, quote di partecipazioni societarie o altre forme di investimento. Inoltre, il divieto di effettuare transazioni con la Banca centrale russa sta isolando il paese dal resto del mondo. Gli Usa, poi, hanno deciso il blocco dell'operatività all'estero del Russia Direct Investment Fund: in poche parole i beni in America e quelli denominati in dollari, per un valore di 643 miliardi di dollari, non sono più nella disponibilità di Mosca. Tutto questo potrebbe portare la Russia al collasso. Secondo alcuni esperti Putin starebbe marciando dritto verso il default, considerando l'emorragia di capitali e l'inflazione alle stelle. Il rublo, diventato ormai carta straccia, non fa altro che alimentare la crescita dei prezzi, con l'inflazione che potrebbe arrivare addirittura sopra al 10%. Il "fallimento russo, è ormai chiaro, può arrivare in qualsiasi momento", ha dichiarato un funzionario del Tesoro americano mentre gli analisti di Algebris parlano di un "debito estero russo che prezza un'alta probabilità di un default tecnico".

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Il default della Russia è dato quasi per certo, ma quali potrebbero essere le ripercussioni di un crac finanziario di Mosca sui paesi occidentali? La Russia ha 2.000 miliardi di dollari di debiti (esclusi quelli delle banche) e 700 miliardi di debiti sotto forma di bond. Una buona parte di questi titoli si trovano nei bilanci di banche e fondi d’investimento occidentali. Detto questo tornano alla mente i ricordi del 1998, anno in cui il default della Russia generò una forte perdita del fondo Long-Term Capital Management (Ltcm), con sede in Connecticut. Il megafondo gestito da due importanti premi nobel per l'economia, Robert Merton e Myron Scholes, si trovò a navigare in cattive acque a causa della forte esposizione verso il paese, pari a circa 100 miliardi di dollari. Il fondo speculativo, per rientrare dai debiti, si trovò costretto a vendere il resto del proprio portafoglio, provocando il crollo della borsa di Wall Street. Fortunatamente la situazione fu gestita dalla Fed di New York: fu organizzato un salvataggio in extremis per paura di un effetto domino che avrebbe spazzato via anche le più grandi banche del paese. Un tracollo della Russia, inoltre, potrebbe creare una spirale inflattiva preoccupante su alcune importanti materie prime, non solo gas ma anche nickel, platino, titanio e grano. A fronte di questi ragionamenti possiamo dire che spingere la Russia verso un default per convincerla a tornare indietro sul conflitto in Ucraina rischia di avere conseguenze pesanti anche per i paesi occidentali, anche se al momento non ancora visibili, un effetto boomerang da tenere seriamente in considerazione. Da considerare poi le contromosse di Putin sulle forniture di gas all'Europa. "Le sanzioni contro l'Europa hanno più probabilità di mettere in ginocchio molti paesi europei che la Russia stessa - ha dichiarato Alessandro Orsini, docente di sociologia alla Luiss e direttore dell'Osservatorio Sicurezza Internazionale -. Una seria crisi energetica potrebbe avere la capacità di minare la coesione sociale e politica delle nostre società. L'Europa ha litigato per i migranti. I litigi per spartirsi le scorte di gas sarebbero ben più seri".

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