Razionamento del gas, chi decide e cosa succede
L'ipotesi è contenuta nel decreto approvato dal Consiglio dei ministri. Il ministro della Transizione economica Cingolani spazza via l'ipotesi di nuove centrali a carbone. Le ipotesi
Un passaggio del comunicato stampa diramato al termine del Consiglio dei ministri di oggi 28 febbraio - convocato per adottare le misure necessarie a fronteggiare quanto sta accadendo tra Russia e Ucraina - recita: "Si autorizza l’anticipo, anche a scopo preventivo, dell’adozione delle misure di aumento dell’offerta e/o riduzione della domanda di gas previste in casi di emergenza". L'espressione si traduce in una parola: "razionamento". Capiamo meglio cosa significa e chi lo decide.
Chi decide il razionamento
Il decreto varato dal Consiglio dei ministri prevede che sia il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ad adottare con "provvedimenti e atti di indirizzo" misure "finalizzate all'aumento della disponibilità di gas e alla riduzione programmata dei consumi di gas previste dal Piano di emergenza" gas, "a prescindere dalla dichiarazione del livello di emergenza". Il ministro deve darne "comunicazione nella prima riunione del Consiglio dei ministri successiva all'adozione delle misure".
Da un punto di vista operativo un ruolo importante è giocato da Terna, in qualità di gestore della rete di trasmissione nazionale. Se scattano i razionamenti del consumo di gas "nel settore termoelettrico" Terna dovrà predisporre "un programma di massimizzazione dell'impiego degli impianti di generazione di energia elettrica con potenza termica nominale superiore a 300 MW che utilizzino carbone o olio combustibile in condizioni di regolare esercizio, per il periodo stimato di durata dell'emergenza" o fino a quando indicato dal Mite. La società invierà poi un report settimanale al ministero e all'Authority. Agli impianti si applicheranno limiti europei di emissioni di Co2, meno restrittivi di quelli nazionali.
"Dobbiamo sganciarci dalla dipendenza del gas russo"
Proprio il ministro Cingolani ha partecipato al Consiglio Ue Energia a Bruxelles. "L'Italia - ha detto al termine del vertice - ha un piano molto chiaro: nel brevissimo termine, nell'ordine di settimane, non c'è nessun problema di approvvigionamento, dal prossimo anno c'è da affrontare il problema dello stoccaggio, ma abbiamo una strategia per il breve, il medio e il lungo termine, per sganciarci dalla dipendenza del gas russo".
Cingolani ha evidenziato che la riduzione degli stock invernali in Italia è "in linea" col passato e che l'impegno è ora quello di lavorare per le scorte per l'anno prossimo. Sul piano europeo, il ministro ha ribadito l'impegno di Roma per gli stoccaggi comuni "anche su forma volontaria". Quanto ai tempi per rendere l'Italia autonoma dalla Russia, per Cingolani si deve ragionare nell'ottica dei 24 mesi "per cominciare ad avere una sensibile riduzione".
Cingolani ha poi escluso l'ipotesi di nuove centrali a carbone. Suggestione circolata nelle scorse ore. Cingolani ha chiarito che Draghi, "non ha mai detto che apriamo le centrali a carbone". "C'è una regola per cui, se hai una contingenza, come un picco tremendo di freddo, in quel momento puoi definire che, per un certo periodo, dai la priorità all'elettricità prodotta a carbone. Ma non èmche apri nuove centrali. Noi ne abbiamo un paio grosse, le prioritizzi - ha spiegato -. Noi gestiamo i flussi. Tipicamente il carbone cerchiamo di tenerlo al minimo, se c'è un'emergenza si può dire per questo periodo 'spingo di più' sul carbone. Ma, attenzione: non c'è alcuna deroga ai limiti ambientali", ha evidenziato.
????| In corso a #Bruxelles la riunione straordinaria del Consiglio #TTE #Energia per discutere della situazione energetica in Europa a seguito della crisi in #Ucraina ??.
Presente per l'?? il Ministro Roberto Cingolani
Più info?https://t.co/FljxuAJkk1@MiTE_IT pic.twitter.com/48YYiBaytA— Italy ?? in EU (@ItalyinEU) February 28, 2022