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Venerdì, 19 Aprile 2024
Effetto domino

La guerra in Ucraina mette in pericolo l'export del vino italiano

Sanzioni, blocchi, tensioni commerciali e aumento dei costi di produzione pesano sui prodotti made in Italy. Il conflitto presenta il conto anche per il settore vitivinicolo

Da un lato la gioia per il record storico, dall'altro la preoccupazione per il drastico, quanto prevedibile, calo dell'export nelle zone di guerra. E' il quadro che Coldiretti tratteggia per il commercio del vino italiano. Le esportazioni di vino made in Italy segnano un record storico: con un balzo del 12% in valore nel 2021, sotto la spinta delle riaperture della ristorazione a livello internazionale, ma con la metà dei consumi all'estero è allarme per la carenza di bottiglie e il caos nei commercio provocati dalla guerra. Coldiretti ha elaborato i dati Istat in occasione del Vinitaly che apre con l'esposizione "Tutti i colori del vino" creato a Casa Coldiretti.

"Lo scorso anno le esportazioni di vino italiano hanno raggiunto - sottolinea Coldiretti - il valore massimo di sempre con 7,1 miliardi, anche se questo record viene ora messo a rischio dagli effetti della guerra in Ucraina, tra sanzioni, blocchi, tensioni commerciali e aumento dei costi di produzione ma anche l'emergenza bottiglie con aumenti dei prezzi ma anche ordinativi a rischio con le consegne fortemente rallentate che potrebbero avere un impatto pesante sulle vendite all'estero che rappresentano la metà del totale".

La guerra in Ucraina Infatti mette a rischio quasi 150 milioni di euro di export di vino Made in Italy in Russia, che quest'anno avevano raggiunto il record storico con una crescita del 18% rispetto al 2020, secondo l'analisi. L'Italia è il primo Paese fornitore di vino in Russia, con una quota di mercato di circa il 30%, davanti a Francia e Spagna. Oltre al prosecco che nell'ultimo anno ha fatto registrare un boom del +55%, i vini più gettonati a Mosca sono l'Asti e i Dop toscani, siciliani, piemontesi e veneti.

Le sanzioni europee e hanno preso di mira le vendite di prodotti vinicoli sopra il valore di 300 euro ad articolo andando a colpire una selezione ristretta di vini italiani, come ad esempio alcune bottiglie di Sassicaia, Barolo, Amarone, Brunello di Montalcino che possono in alcuni casi superare il limite ma a preoccupare sono la svalutazione del rublo e soprattutto - sottolinea la Coldiretti . con difficoltà nei pagamenti persino per gli ordini già effettuati. Alcune spedizioni sono state interrotte, mentre un certo numero di operatori ha ridotto il periodo di differimento dei pagamenti o l'ha annullato del tutto, e nei ristoranti russi è già allarme per le scorte di bottiglie Made in Italy, divenute sempre più popolari.

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