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Giovedì, 18 Aprile 2024
Guerra in Ucraina / Russia

Dalla moda alle auto, i grandi marchi scaricano la Russia

Anche Prada sospende le attività e stanzia un contributo per l'agenzia italiana delle Nazioni Unite per i Rifugiati Unhcr. Ultima voce di un lungo elenco di multinazionali che interrompono le attività a Mosca: sulla scia di Ikea ed Apple

Un esodo nell'esodo. Economico però. Mentre migliaia di cittadini lasciano l'Ucraina, o almeno ci provano, dopo l'invasione russa le multinazionali scaricano Mosca e sospendono le attività. L'ultimo marchio a salutare Mosca è Prada. "La nostra preoccupazione principale - si legge in una nota dela gruppo - è per tutti i colleghi e le loro famiglie colpiti dalla tragedia in Ucraina ai quali continueremo a garantire supporto. Il Gruppo continuerà a monitorare gli sviluppi". Prada ha inoltre aderito alla chiamata della Camera Nazionale della Moda e contribuito con una donazione, giovedì scorso, all'agenzia italiana delle Nazioni Unite per i Rifugiati Unhcr. 

Prada è solo l'ultimo grande marchio a sospendere le attività in Russia. Sempre di oggi, 5 marzo, Adobe ha cessato la vendita dei servizi. "Negli ultimi giorni abbiamo continuato ad assistere ad attacchi violenti e non provocati contro l'Ucraina e alla tragica perdita di vite innocenti. Le immagini sono orribili e strazianti. Mentre assistiamo allo svolgersi di questa tragedia, riteniamo di avere la responsabilità di garantire che i nostri prodotti e servizi non vengano utilizzati a sostegno di questa guerra illegale" annuncia la software house statunitense in una nota poi diffusa sul blog.

Guerra in Ucraina: le ultime notizie

"All'inizio di questa settimana - si legge - Adobe ha adottato una serie di misure per garantire la salute e la sicurezza dei nostri dipendenti e fornire aiuti umanitari all'Ucraina. Con effetto immediato, Adobe interromperà tutte le nuove vendite di prodotti e servizi Adobe in Russia". "Abbiamo rispettato le sanzioni governative imposte da Stati Uniti - proseguono - Unione Europea e Regno Unito per garantire che i prodotti e i servizi Adobe non vengano utilizzati da entità vietate. Inoltre, stiamo interrompendo l'accesso ad Adobe Creative Cloud, Adobe Document Cloud e Adobe Experience Cloud ai media russi controllati dal governo. Per sostenere la crescente crisi umanitaria e la situazione dei rifugiati nella regione, la Adobe Foundation ha concesso una serie di sovvenzioni per oltre 1 milione di dollari. La Fondazione si concentrerà sull'aiuto diretto e l'assistenza medica alle comunità in Ucraina, nonché sulle esigenze di reinsediamento e trasporto per le famiglie che fuggono dal paese e cercano lo status di rifugiato nei paesi vicini. Fornirà inoltre investimenti alle organizzazioni che supportano giornalisti e fotoreporter sul campo come parte del nostro impegno nella lotta alla disinformazione. Stiamo anche fornendo modi per aiutare i nostri dipendenti, comprese le donazioni dei dipendenti corrispondenti". "Capiamo che c'è solo così tanto che un'azienda può fare per avere un impatto su un'invasione ingiustificata. Ma comprendiamo - concludono da Adobe - anche la nostra responsabilità civica e morale nel sostenere la democrazia e l'umanità. Ci impegniamo a fare tutto il possibile per sostenere le persone direttamente interessate e con tutta la nostra community".

Moda, software, ma non solo. Il colosso svedese dell'arredamento Ikea nei giorni scorsi ha annunciato la sospensione delle sue attività in Russia e in Bielorussia (colpiti 15mila dipendenti, 17 magazzini e tre siti produttivi). Anche la Lego ha sospeso le consegne ai suoi 81 negozi in Russia. Giorno dopo giorno si sono moltiplicati gli annunci di stop. Qualche esempio? Netflix, Disney, Apple (non solo niente vendite ma anche lo stop ai servizi come Maps), H&M, Nike, Volkswagen, Mercedes, Bmw, Ford, Toyota, Harley-Davidson, il colosso del cargo Msc Mediterranean Shipping Company (restano attivi solo ordini per consegne di beni essenziali come cibo, attrezzature mediche e beni umanitari.   

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