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Giovedì, 25 Aprile 2024
Impatto / Russia

Perché la guerra in Ucraina peserà poco (per ora) sulle bollette di luce e gas

A stretto giro di posta l'impatto sarà limitato. I mercati per mesi sembravano impazziti, con prezzi spot del gas passati da valori normali di 20 euro per Megawattora a 180 a dicembre. Scontavano già l’ipotesi peggiore, quella del conflitto. Anche sulla luce per il momento l’effetto sulle tariffe nel prossimo adeguamento è limitato

L'Italia, soffrirà più di altri perché più dipendente dal gas russo. Ma non ci sono solo le bollette di mezzo. Pane, pasta e pizza, ma anche l'alluminio, l'oro. La guerra tra Russia e Ucraina avrà molto probabilmente ripercussioni - resta da vedere quanto pesanti -  anche sulle tasche degli italiani. Si parla di un punto in meno di crescita. Vediamo in sintesi quali sono i rischi concreti, quelli certi, quelli probabili e quelli più lontani.

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Il caro-bollette e il caro-benzina sono una realtà, non un rischio o uno scenario. La benzina ha sfondato la soglia psicologica dei due euro al litro nel servito. Gli aumenti record delle bollette del 2021 su luce e gas per una famiglia tipo (1.761 euro medi) continuano e per ora sono - sempre in media - 1.008 gli euro previsti di aumento per il 2022. Ma sul versante energia tutto dipende dalla persistenza della crisi. Intanto le ricadute dei rincari energetici sono evidenti su trasporti, ordini, investimenti, consumi. Ma sulle bollette a stretto giro di posto l'impatto sarà limitat: ecco perché.

In bolletta l'aumento ci sarà solo in parte

I mercati per mesi "sembravano impazziti - riepiloga oggi il Sole 24 Ore - con prezzi spot del gas passati da valori normali di 20 euro per Megawattora a 60 euro a settembre, poi addirittura 180 a dicembre. Ora dobbiamo riconoscere che avevano ragione: scontavano l’ipotesi peggiore, quella della guerra, come se avessero avuto una lungimiranza più solida. Il rimbalzo di ieri, dopo che la guerra è iniziata davvero, è stato tutto sommato contenuto, un +40% a 125 €/MWh, soglia già toccata a dicembre. Sì, perché già allora i prezzi davano per assodato che ci sarebbe stata la guerra con un taglio delle forniture di gas verso l’Europa. Per il momento i flussi sono relativamente normali, anche sulla direttrice verso l’Italia, la più importante: il tubo che passa per Tarvisio attraversa tutta l’Austria, in cui si immette alla grande interconnessione di Baumgarten al confine con la Slovacchia, dove arrivano le linee che portano il gas russo via Ucraina".

In pieno inverno l’Italia consuma oltre 300 milioni di metri cubi di gas e di questi 40-50 arrivano dalla Russia, contro valori di picco – quando fa molto freddo – vicini a 100 milioni. "Le nostre scorte sono ancora alte perché, per fortuna, l’inverno è stato mite e da sole potrebbero essere sufficienti a compensare un ammanco dei flussi dalla Russia per 20-30 giorni - spiega il quotidiano di Confindustria - Ma dopo bisognerebbe assolutamente trovare un’alternativa, sia per ottenere maggiori volumi di gas da destinare alla ricostituzione delle scorte, sia per ridurre la domanda".

Giovedì il prezzo dell’elettricità è schizzato a 284 € per Megawattora, record che non era più stato raggiunto dallo scorso dicembre, quando fu deciso l’adeguamento tariffario mostruoso del 1° gennaio 2022, +55% per le bollette elettriche. Il prezzo spot dell’elettricità preso a riferimento era quello a cui siamo tornati oggi e pertanto l’effetto sulle tariffe per il prossimo adeguamento del 1° aprile dovrebbe essere contenuto entro il 10% se rimarremo su queste quotazioni. La bolletta del gas, invece, che a dicembre ha preso a riferimento un prezzo di 85 €/MWh, dovrebbe accusare una variazione maggiore: intorno a +20%. E' un ulteriore peggioramento dopo un anno che ha portato ad un raddoppio delle bollette per le famiglie ma, per ora in linea con quanto accaduto nei mesi scorsi.

Gli altri interessi in gioco e chi soffrirà di più

La guerra in Ucraina congela 27 miliardi di interscambio dell’Italia con Russia (21,7 miliardi) e Ucraina (5,4).  L’import dai due paesi pesa per 17,3 miliardi. Siamo il quarto Paese esportatore dell’Ue sul mercato russo. Da Mosca a Vladivostok, vendiamo moda, mobili e macchinari su tutti. Le micro e piccole imprese soprattutto quelle di Emilia-Romagna, Veneto, Marche coprono il 34,9% del prodotto italiano in Russia. Ammonta 24,7 miliardi la perdita del nostro export negli otto anni seguiti al primo embargo del 2014. In Europa nessuno ha pagato un prezzo più salato di noi sotto questo aspetto.

Che il prezzo della pasta stia aumentando a vista d'occhio non è una novità. La guerra potrebbe incidere sul carrello della spesa, a partire da pane, pasta, farina, biscotti. Agricoltura e allevamenti temo rincari record di sementi e fertilizzanti. I prezzi del grano sono ai massimi da 9 anni. L’Italia importa il 64% del grano e il 53% del mais per il mangime del bestiame. L’Ucraina è il nostro secondo fornitore di mais (ha una quota del 20%), mentre la Russia è il primo fornitore mondiale di grano.

E poi ci sono le banche. Solo l'Austria è più esposta dell'Italia in Europa ai crediti russi. Per l'Italia si tratta di 22 miliardi di euro, 0,5% degli attivi totali. Una gran parte è delle due banche maggiori: a fine 2021 Unicredit impiegava 7,8 miliardi di euro in 72 sportelli in Russia, Intesa Sanpaolo 5,6 miliardi in Russia dove ha 28 filiali, e 200 milioni in Ucraina.

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