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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Ilva, ArcelorMittal apre: 10mila assunzioni e garanzie sui salari

Può iniziare la trattativa tra i sindacati e il colosso ArcelorMittal. Il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda: “Il tavolo può aprirsi”

Arriva una svolta nella vertenza Ilva: la situazione si è sbloccata e può partire la trattativa tra i sindacati e ArcelorMittal. Dopo lo stop del 9 ottobre deciso dal ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, oggi dal gruppo capofila della cordata che si è aggiudicata l’acquisizione degli stabilimenti siderurgici italiani sono arrivate una serie di garanzie e impegni. In primis quello sul mantenimento dei livelli occupazionali di 10mia persone, come già annunciato, ma soprattutto quella sul riconoscimento dell’anzianità aziendale dei contratti in essere. Su queste basi ha detto Calenda, al termine dell’incontro “il tavolo può aprirsi”.

Un appello poi è arrivato direttamente dallo stesso ministro al sindaco di Taranto e al governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, perché ritirino il ricorso contro il Dpcm ambientale che potrebbe bloccare un piano con investimenti complessivi, ha rimarcato il ministro, di 5,3 miliardi. Per questo Calenda si è detto pronto a convocare un tavolo istituzionale nel giro di 15 giorni con i governatori delle 4 regioni in cui sono presenti stabilimenti Ilva, tra cui appunto la Puglia, la Liguria, il Veneto e la Lombardia e 40 sindaci per analizzare le ricadute sul territorio e perchè, ha detto il ministro, “serve la responsabilità di tutti”.

I prossimi appuntamenti

I prossimi due appuntamenti sono già fissati: il 9 novembre quello per affrontare il piano industriale e il 14 novembre quello sul piano ambientale per il quale ci sono 1,2 miliardi a disposizione risultanti dal patteggiamento con la famiglia Riva. Tavoli il cui scopo – ha ribadito Calenda – deve comunque essere quello di “ridurre gli esuberi”.

Assunzioni e garanzie

ArcelorMittal dunque ha ritirato le condizioni iniziali legate proprio al mancato riconoscimento dell’azianità aziendale e alla volontà di procedere con nuovi contratti garantendo 10mila occupati. Il gruppo indiano si è impegnato a riconoscere come un elemento della retribuzione la seniority degli addetti Ilva intesa come anzianità di servizio in Ilva” e si è detta aperta a discutere il possibile riconoscimento dei contratti esistenti e dei relativi diritti. La parte variabile dello stipendio sarà invece legata alla realizzazione del piano industriale. Scongiurato dunque lo sciopero previsto per il 3 novembre e la procedura cosiddetta ex articolo 47 della legge 428 del 1990 con cui era stato dato avvio alla cessione aziendale da parte dei commissari, i sindacati esprimono soddisfazione per il fatto che gli indiani di ArceloMittal abbiano ritirato le condizioni precedenti ma anche cautela sul proseguimento della trattativa.

Sindacati soddisfatti

“Niente sciopero, la trattativa riparte”, ha detto il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, al termine dell’incontro. “Abbiamo fissato due incontri: il 9 novembre sul piano ambientale e il 14 sul piano industriale. A valle di questi due approfondimenti, decideremo il metodo con cui proseguire questo delicato confronto”. “Aver sgombrato la trattativa da vincoli è un fatto positivo ma è necessario che questo spirito permanga entrando nel vivo della trattativa”, ha detto il segretario generale Fim Cisl, Marco Bentivogli. “Con spirito proficuo e costruttivo, ora lavoriamo sul metodo, scomponendo l’azienda per ogni area per fare un ragionamento di merito e su ogni area affrontare i temi che prevedono il vostro piano industriale su occupazione, investimenti e ambiente e le nostre controdeduzioni”.

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