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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia Taranto

Ilva, poche commesse per l'acciaieria di Taranto: "Cassa integrazione per 5mila operai"

Per il Governo si riapre la ferita Ilva: mentre aspettano il nome del nuovo proprietario gli operai si trovano 150 euro in meno in busta paga. Non rinnovati i contratti di solidarietà, l'azienda chiude interi reparti e mette in cig metà della forza lavoro

Sono 4.984 gli dell'Ilva di Taranto condannati alla cassa integrazione straordinaria vista la prossima scadenza a marzo dei contratti di solidarietà. L'azienda lo ha comunicato alle federazioni metalmeccaniche. Per i lavoratori esclusi dal ciclo produttivo si traduce, in media, in una decurtazione da 130 a 150 euro al mese su una busta paga su cui già pesano i contratti di solidarietà.

All'incontro erano presenti le segreterie provinciali di Fim, Fiom, Uilm e Usb presenti anche i rispetti delegati. "Con l'Ilva il confronto non si è neppure avviato, lo abbiamo subito interrotto e dichiarato all'azienda che non ci stiamo. Per noi sono improponibili sia i numeri sia lo strumento che si vuole applicare, cioè la cassa straordinaria". Lo ha dichiarato Antonio Talò, segretario Uilm Taranto.

I sindacati metalmeccanici chiederanno che sia il Governo a occuparsi della questione e a convocare le parti. Sulla contrattazione pesa la procedura di vendita in corso dell'Ilva dopo la gestione. Per il Governo si va quindi ad aprire una ferita mai rimarginata: nei margini finanziari c'è tuttavia la possibilità di inserire, come già in passato, un emendamento ad hoc sul Sud, attualmente alla Camera per completare l'iter di conversione.

I sindacati, infine, ritengono che attraverso una riapertura del capitolo amianto in fabbrica, valutando la posizione dei lavoratori esposti nel tempo, potrebbero esserci altre uscite agevolate col pensionamento di molti lavoratori siderurgici. "Sei-settecento lavoratori - spiega Talò della Uilm - potrebbero essere assorbite in questo discorso". Resta il capitolo bonifiche: di amianto restano oltre 4mila tonnellate ancora da smaltire.

Nel decreto legge sul Sud in discussione alla Camera esiste la possibilità che gli esuberi possano essere utilizzati come manodopera per un piano di interventi ambientali.

Nel Sud senza lavoro una nuova emorragia

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Nuove fermate di impianti per lavori di ammodernamento e mancanza di ordini: queste, per i sindacati, le ragioni che spingono l'azienda a chiedere ulteriori ammortizzatori sociali. Scegliere la cassa integrazione anziché il rinnovo dei contratti di solidarietà comporta infatti la chiusura di interi reparti a differenza di una riduzione dei turni di lavoro.

Sull'azienda pesano i timori dei committenti per la gestione della transizione dal commissariamento alla nuova proprietà: le offerte vincolanti dovrebbero essere presentate, salvo proroga, l'8 febbraio. "Non c'è molto lavoro - tuonano dai sindacati - l'intera area dei tubifici resta ferma". Intanto l'Ilva di Taranto è scesa sotto gli 11mila dipendenti, 1450 in meno dello scorso anno: chi può ha scelto gli incentivi alla mobilità e il pensionamento.

E l'Ilva del futuro sarà ancora più "magra" rispetto all'attuale.

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