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Martedì, 16 Aprile 2024
Economia Italia

Ex Ilva, tra governo e Arcelor Mittal finisce a stracci (e carte bollate)

Aperta una inchiesta dopo il diritto di recesso esercitato dalla multinazionale franco-indiana che ha annunciato il disimpegno dall'ex Ilva a partire da Dicembre. In discussione migliaia di posti di lavoro e l'idea stessa di sistema industriale

Sarà la procura di Milano ad indagare sul caso del disimpegno di ArcelorMittal dall'ex Ilva, l'impianto siderurgico di Taranto affittato dalla multinazionale franco-indiana appena un anno fa al termine dell'annoso commissariamento iniziato nel 2013 dopo la bancarotta.

I giudici meneghini hanno deciso di esercitare "il diritto/dovere di intervento - spiega la procura - previsto dall'ultimo comma dell'articolo 70 c.p.c., nella causa di rescissione del contratto di affitto d'azienda promossa dalla società ArcelorMittal Italia contro l'Amministrazione straordinaria dell'Ilva".

La procura di Milano verificherà in sostanza la eventuale sussistenza di reati affidando i doverosi accertamenti alla Guardia di Finanza.

2Il procuratore Francesco Greco - si legge - ha invitato il dottor Romanelli a studiare modalità dell'intervento che sarà seguito dai dott. Civardi e Clerici, titolare del procedimento relativo alla bancarotta della società Ilva".

Ex Ilva, ultime notizie

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Il premier Giuseppe Conte è stato perentorio: "Lo spegnimento degli altiforni significherebbe la fine di qualsiasi prospettiva di rilancio di questo investimento produttivo e di salvaguardia dei livelli occupazionali e la definitiva compromissione del piano di risanamento ambientale.

"Arcelor Mittal si sta assumendo una grandissima responsabilità, in quanto tale decisione prefigura una chiara violazione degli impegni contrattuali e un grave danno all’economia nazionale. Di questo ne risponderà in sede giudiziaria sia per ciò che riguarda il risarcimento danni, sia per ciò che riguarda il procedimento d’urgenza".

Sullo sfondo la preoccupazione di oltre 10mila famiglie tra operai dell'impianto e impiegati dell'indotto siderurgico. Da decenni lo stabilimento tarantino è molto discusso per il suo impatto ambientale. Ora Arcelor Mittal ha motivato la rescissione "entro 30 giorni" del contratto di affitto dell’acciaieria accusando il governo di aver approvato leggi che vanno contro il contratto già sottoscritto, rendendo troppo difficile per la società gestire e soprattutto risanare l’acciaieria.

Come spiegato dall'amministratore delegato di ArcelorMittal Italia, Lucia Morselli, nel corso dell'incontro al Ministero dello sviluppo economico con i sindacati, tra le motivazioni esercitate dalla multinazionale vi sono "l'immunità penale e lo stato degli impianti che non era quello che ci era stato prospettato"

"Non c'entra niente lo scudo penale" replica Luigi Di Maio, già ministro dello sviluppo economico al tempo della finalizzazione della trattativa di affitto. 

"Qualcuno vuole fare il furbo - accusa - Dobbiamo farci rispettare a farli restare a Taranto. Se ci sono dei problemi occupazionali, si mettano al tavolo e troviamo una soluzione. La maggior parte dei giornali ha fatto la corsa a difendere una multinazionale che ha sbagliato i conti. Avevano fatto i conti che potebano vendere 8 milioni di tonnellate di acciaio poi dopo un anno dicono no ci siamo sbagliati".

Ex Ilva, che cosa succede adesso

Si addensano ombre sul futuro dell'impianto siderurgico più grande (e discusso) d'Europa. Se da una parte alcuni esponenti sindacali hanno proposto l'alternativa della nazionalizzazione dell'acciaieria, ora si aprirà una lunga battaglia legale. 

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Nell'infografica realizzata da Centimetri le deroghe Ue che permetterebbero al Governo di salvare l'Ilva di Taranto. ANSA/CENTIMETRI

Come in qualsiasi causa civile, la procura di Milano dovrà presentare un atto di intervento con domande specifiche nella causa mossa da ArcelorMittal contro i commissari straordinari. A breve, già lunedì, il giudice Claudio Marangoni potrebbe fissare la data del ricorso d'urgenza presentato dai commissari straordinari, una contromossa per fermare le intenzioni di ArcelorMittal. L'udienza potrebbe essere fissata tra 10-15 giorni.

Ex Ilva, Arcelor Mittal detta i tempi per spegnere l'impianto

La fermata progressiva degli impianti di Taranto sarà realizzata secondo una sequenza temporale articolata tra dicembre e gennaio. Arcelor Mittal in allegato alla lettera che ha come oggetto la "sospensione dell'esercizio dello stabilimento siderurgico" comunica la tabella di marcia.

  • 10 novembre 2019: Fermata linea E di agglomerato 2, fermata altoforno n.2 con colaggio salamandra, ovvero ghisa che col tempo si deposita nella parte bassa dell'altoforno; 
  • 10 dicembre 2019: Fermata acciaieria n.1 con relativa colata continua n.1 (colata continua n.5 già ferma);
  • 18 dicembre 2019: Fermata altoforno n.4 con colaggio salamandra.

A gennaio poi verranno fermate le cockerie e l'ultimo altoforno, il numero 1 con la fermata totale dell'acciaieria  dopo aver portato a consumazione tutta la ghisa processabile.

Rimarranno parzialmente escluse dall'attività di fermata "l'area produzione gas tecnici, il cui funzionamento è necessario per garantire la messa in sicurezza degli altri impianti grazie alla produzione di gas inerte (azoto); l'area distribuzione energie che assicura la gestione delle reti gas e delle reti elettriche; l'area distribuzione e trattamento acqua di raffreddamento agli impianti e il trattamento dei reflui".

Precipita, dunque, la situazione per le acciaierie di Taranto: si tratta di una vera e propria celebrazione del funerale dell'ex Ilva. Con tutte le conseguenze in termini di ricaduta sociale ed economica. 

Che cosa succede se l'ex Ilva chiude: incerto futuro di 5mila operai dell'indotto

"Non si può Celebrare un funerale della maggiore acciaieria Europa con presenti le vittime i carnefici e i mandanti. faremo di tutto per evitarlo". ha detto il leader Uil Carmelo Barbagallo prima di entrare al Ministero dello Sviluppo economico.

"Se si chiede ad Arcelor Mittal di rispettare gli accordi sottoscritti, anche il Governo deve farlo" tuona il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. "Discutiamo sui tempi ma non sul disimpegno da Taranto, così come da Genova e Alessandria; in questa vertenza non sono solo in discussione migliaia di posti di lavoro, ma anche un'idea di sistema industriale. Con l'acciaio si fa tutto".

Quello che è certo è la preoccupazione che si addensa sulle migliaia di lavoratori che vivono dei benefici dell'acciaieria. 

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Si stima che l'impianto siderurgico dia lavoro a circa 5mila persone impegnate in quasi 200 aziende: attorno agli altiforni lavorano imprese metalmeccaniche ma anche mensepulizie e trasporti.

La crisi di liquidità ha investito prima i 246 dipendenti di EnetecFc e Iris, poi i 50 lavoratori di Gamit impegnati nelle manutenzioni meccaniche per il siderurgico.

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