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Venerdì, 19 Aprile 2024
L'occhio del Fisco

Immigrati in Italia più ‘poveri’ dopo il Covid

Nel 2020, per la prima volta, diminuisce il numero dei contribuenti nati all’estero, ma anche i redditi dichiarati e l’Irpef versata

Gli stranieri con il loro lavoro continuano a dare un contributo importante all’Italia, anche se il Covid ne ha depotenziato gli effetti rendendoli più 'poveri'. Nel 2020, primo anno di pandemia, i contribuenti nati fuori dall’Italia sono risultati pari a 4,17 milioni: hanno dichiarato un reddito di 57,5 miliardi di euro e versato 8,2 miliardi di Irpef. Queste cifre risultano essere in calo rispetto agli anni precedenti, quando del Covid non c’era ancora traccia. Sono operai, badanti, commercianti, imprenditori e sono in un numero sottostimato, considerando che si tratta solo di coloro che lavorano nel nostro Paese con un regolare contratto di lavoro, poi c’è tutta la parte del sommerso.

Contribuenti immigrati-2

Sono 4 milioni i lavoratori che prendono meno di 9 euro l’ora

Immigrati in Italia: dichiarano poco più di 14mila euro l’anno

Gli immigrati sono un fonte sempre più preziosa per lo Stato, poiché contribuiscono alla crescita del nostro Paese e alle spese generali. Secondo i ricercatori della Fondazione Leone Moressa, “i contribuenti immigrati in Italia rappresentano una componente importante per la fiscalità nazionale, anche se il loro potenziale è ancora limitato a causa di irregolarità, lavoro nero e scarsa mobilità sociale”. Secondo lo studio della Fondazione Moressa, istituto di ricerca creato e sostenuto dalla CGIA di Mestre, su dati MEF – Dipartimento delle Finanze, le dichiarazioni dei redditi 2021 sono le prime a risentire della pandemia sul fronte dei contribuenti immigrati. Nel primo anno del Covid (il 2020), infatti, per la prima volta diminuisce il numero dei contribuenti nati all’estero (-1,8%), ma anche i redditi dichiarati (-4,3%) e l’Irpef versata (-8,5%) dagli immigrati. Vengono principalmente dalla Romania, dall’Albania, dal Marocco e dalla Cina e pagano le tasse in Italia, il Paese che li ha ospitati e gli ha dato un lavoro. Mediamente, ciascun contribuente nato all’estero nel 2021 ha dichiarato 14.360 euro, 8 mila euro in meno rispetto ad un contribuente italiano, e versato Irpef per 3.270 euro. I paesi Ue e dell’Europa occidentale presentano generalmente valori più alti, in linea con i nati in Italia.

Redditi e Irpef immigrati 2020-2

Persistono le disuguaglianze di reddito con gli italiani

La disuguaglianza di reddito tra contribuenti immigrati e italiani resta alta, soprattutto nelle fasce più basse e più alte di reddito. Quasi la metà (48,7%) dei contribuenti nati all’estero ha dichiarato un reddito annuo inferiore a 10 mila euro, mentre tra i nati in Italia in quella classe di reddito si attesta solo il 29,5% dei contribuenti. La componente compresa tra 10 e 25 mila euro non evidenzia molte differenze tra italiani e immigrati, con circa 40 contribuenti su 100 (39,8% per i nati all’estero e 40,0% per i nati in Italia). Molto diversa invece la situazione per i redditi oltre i 25 mila euro: appena l’11,5% dei contribuenti nati all’estero si colloca in questa fascia (solo l’1,8% sopra i 50 mila), contro il 30,5% dei nati in Italia (6,0% sopra i 50 mila).

Redditi immigrati 2020-2

Più alta la concentrazione di immigrati al Centro-Nord

La maggior parte degli immigrati sceglie il Centro-Nord. Oltre la metà dei contribuenti nati all’estero si concentra in quattro regioni italiane: Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Lazio. Ed è proprio al Nord che ci sono i contribuenti nati all’estero “più ricchi”: in Lombardia e Friuli Venezia Giulia, con redditi superiori ai 16 mila euro. I più poveri, invece, si registrano in Calabria, con meno di 9 mila euro annui. A livello provinciale, il primato per la più alta concentrazione di immigrati spetta a Prato, con 23,4 contribuenti stranieri ogni 100. Tra le grandi città, Milano registra un’incidenza del 14,5%. Nettamente superiori alla media nazionale anche Genova e Firenze. 

Incidenza immigrati-2

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