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Domenica, 1 Ottobre 2023
Economia

Quando e come si applica l’imposta di bollo su conti correnti e libretti di risparmio

Conti correnti e libretti di risparmio sono soggetti a imposta. Come funziona, chi deve pagare il bollo e a quanto ammonta

Dal 2012, col decreto Salva Italia, è in vigore un’imposta di bollo sul conto corrente che però non si applica a tutti e pesa in maniera diversa su quanti sono tenuti a pagarla.

L’imposta di bollo sul conto corrente è di 34,2 o 100 euro l’anno, a seconda che si applichi a correntisti persone fisiche (purché con giacenza media superiore a 5.000 euro) a a persone giuridiche (qualunque sia la loro giacenza media). I

In caso di più conti correnti in una banca, si considera la giacenza di tutti i conti: se la somma delle giacenze medie supera la soglia di 5.000 euro si deve pagare l’imposta di bollo su ciascun conto (anche se la giacenza media di uno o più di essi è inferiore). Nessuna somma delle giacenze, invece, se si hanno conti presso diverse banche,

Il calcolo dell’imposta segue la rendicontazione della banca, cioè la cadenza con cui la banca invia l’estratto conto periodico (ogni trimestre, ogni semestre o una volta all’anno). Di solito, la banca invia la rendicontazione annuale al 31 dicembre e nell’ultimo estratto conto addebita l’imposta di bollo. Se il conto corrente viene aperto o chiuso durante l’anno, l’importo dell’imposta sarà calcolato solo sulla base dei mesi di apertura del conto.

L'imposta sui libretti di risparmio

Sono soggetti a imposta anche libretti di risparmio, bancari o postali, perché anch’essi vengono usati dalle famiglie o dalle imprese per gestire il proprio risparmio corrente. L’imposta di bollo sui libretti di risparmio è quindi pari a 32,40 euro per le persone fisiche (a condizione che il libretto abbia una giacenza media superiore a 5.000 euro) e di 100 euro per le persone giuridiche (indipendentemente dal saldo).

Un’imposta dello 0,2% si applica a conti deposito, certificati di deposito, buoni fruttiferi postali e altri strumenti finanziari (ad eccezione dei fondi sanitari e dei fondi pensione). La base di calcolo è la giacenza del conto o il valore di mercato dello strumento finanziario e l’imposta non ha limite massimo per le persone fisiche mentre non può superare i 14.000 euro per le persone giuridiche. In caso di conto corrente a cui è affiancata una linea vincolata, l’imposta di bollo del 2 per mille si applicherà alla quota di risparmi vincolata, mentre sulla linea “corrente” sarà dovuta l’imposta di bollo fissa di 32,40 euro oppure 100 euro.

L’imposta non è dovuta se la giacenza media è inferiore ai 5.000 euro (nel caso in cui titolare del conto corrente o libretto di risparmio sia una persona fisica) o se il saldo è negativo. Nel caso dei conti correnti e di deposito e nei libretti di risparmio si tiene conto della giacenza media, calcolata dividendo il saldo giornaliero per il numero di giorni di apertura del conto. Nel caso dei buoni fruttiferi postali e di altri investimenti finanziari si considera il valore di mercato o il valore di rimborso. Non si paga l’imposta di bollo sui buoni fruttiferi postali per la parte di imposta che supera l’importo degli interessi maturati.

Sono esenti dall’imposta anche i conti corrente “di base”, cioè i conti gratuiti, introdotti dal governo Monti per ridurre l’uso del contante e riservati alle persone fisiche con un Isee inferiore a 7.500 euro.

Dal blog "Asso di denari" di Carlo Sala

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