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Martedì, 16 Aprile 2024
La scheda

Irpef a tre aliquote e non solo: cosa c'è nella riforma fiscale

Diverse le novità che potrebbero trovare spazio nel ddl: oltre al passaggio da quattro a tre scaglioni per l'Irpef, si valuta la revisione dell'Ires e l'abolizione dell'Irap. Ecco tutte le principali novità

Ci siamo. La riforma fiscale del governo Meloni prende una forma sempre più definita, così come le misure che la compongono: dalla riduzione degli scaglioni Irpef, all'abolizione dell'Irap e la revisione dell'Ires, tra le altre misure, la delega vergata dal viceministro dell'Economia Maurizio Leo, dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri la prossima settimana, o al più tardi quella successiva. Una riforma a 360 gradi del sistema che spazia dalle imposte all'accertamento, dalla riscossione al contenzioso. Il ddl indicherà le misure poi toccherà ai decreti attuativi disporre nel dettaglio le norme esecutive. Ma quali sono le principali novità? Oltre alla riduzione a tre delle aliquote Irpef, il pacchetto di misure coinvolge anche l'Ires, l'Irap e la lotta all'evasione fiscale. 

Irpef a tre scaglioni

Come anticipato a inizio articolo, la misura principale è quella che riguarda l'Irpef e il passaggio da quattro a tre scaglio, con relativo ritocco delle aliquote. Tra le ipotesi allo studio ci sarebbe quella di accorpare gli scaglioni centrali e prevedere uno schema con aliquota al 23% per i redditi fino a 15mila euro, al 27% per i redditi da 15mila euro a 50mila euro e 43% per redditi oltre i 50mila euro. Cosa cambia rispetto al passato? Praticamente nulla per gli scaglioni "estremi", ossia chi guadagna fino a 15mila euro e chi supera i 50mila. Nel primo caso resterebbe l'aliquota al 23%, come quella al 43% per la maggiore fascia di reddito. A subirne le conseguenze sarebbero soprattutto quelli con reddito fino a 28mila euro annui, la cui tassazione passerebbe dal 25% al 27%. Al contrario, i maggiori vantaggi sarebbero per i contribuenti con reddito tra i 28mila e i 50mila euro annui, che vedranno la loro aliquota scendere dal 35% al 27%. Le risorse per la revisione dell'Irpef dovrebbero verrebbero reperite anche attraverso una potatura delle oltre 600 tax expeditures, cioè le detrazioni e le deduzioni fiscali che oggi costano allo Stato circa 156 miliardi.

Ires e Irap, cosa cambia

Dovrebbe trovare spazio nel ddl anche la revisione dell'Ires, l'imposta sul reddito delle società. L’aliquota di base, secondo le ipotesi di lavoro, resterebbe al 24% ma potrebbe calare al fino al 15% per le imprese che destinano gli utili agli investimenti in innovazione o alle assunzioni degli ex percettori di Reddito di cittadinanza, donne o persone con più di 50 anni di età. Un altro progetto che dovrebbe far parte della riforma fiscale è quello che riguarda l'abolizione dell'Irap, l'imposta regionale sulle attività produttive.

Lotta all'evasione e controlli

La riforma punta rivedere il sistema di accertamento per rafforzare la lotta all'evasione fiscale oggi stimata intorno a un valore che oscilla tra gli 85 e 100 miliardi di euro annui. Un altro obiettivo del ddl è quello di semplificare i rapporti delle aziende con il Fisco. Per le più piccole si ricorrerebbe a un uso incrociato delle banche dati disponibili su fatturazioni e Iva. Sulla base di quelle conoscenze, ove necessario, si avvierebbero su vasta scala concordati preventivi biennali, con accertamenti più intrusivi per le imprese che non accettano. Per le imprese maggiori potrebbe invece venire estesa la cooperative compliance. Infine, tra le misure di semplificazione, c'è anche la trimestralizzazione dei versamenti allineandoli ai versamenti Iva, con eccezione per il mese di dicembre.

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