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Giovedì, 28 Marzo 2024
Uscita anticipata

Cos'è l'isopensione con cui Tim "taglia" 2mila posti di lavoro

L'azienda ha trovato l'accordo con i sindacati per l'uscita anticipata di 2mila lavoratori attraverso la misura introdotta dalla Legge Fornero nel 2012: ecco come funziona e chi può usufruirne

Tim e sindacati hanno trovato l'accordo per l'uscita di 2mila dipendenti che sfrutteranno la cosiddetta "isopensione" fino alla maturazione dei requisiti tra il 2028 e il 2030 a seconda delle posizioni. La conferma della "fumata bianca" è arrivata dalla Uilcom, che in una nota ha ufficializzato il "taglio": "Dopo un confronto protrattosi fino a tarda sera, abbiamo responsabilmente sottoscritto un accordo, assieme alle altre Organizzazioni Sindacali Confederali" con 57 voti favorevoli e 1 contrario "che prova a dare maggiore sostenibilità all`azienda, riducendo ancora una volta in maniera volontaria il numero degli occupati in un contesto particolarmente complicato". Le uscite in isopensione fanno parte del piano di "ottimizzazione dei costi" annunciato all'inizio dello scorso anno dall'azienda che, come le altre big delle telecomunicazioni, si trova alle prese con una forte ristrutturazione aziendale.

Come spiegano fonti vicine all'azienda, nell'ambito dell'accordo raggiunto con le organizzazioni sindacali, TIM ha fissato come obiettivo anche quello di valorizzare maggiormente il contributo delle donne all’interno della Società. Il Gruppo, nel bilanciamento fra uscite volontarie e nuovi ingressi, punta a migliorare il mix di genere all’interno dell’azienda, con un impegno a programmare un numero di assunzioni di nuove dipendenti tale da incrementare la percentuale di popolazione femminile in posizioni manageriali.

Cos'è l'isopensione e come funziona

Ma di cosa si tratta? L'isopensione è un provvedimento introdotto nel 2012 dalla Legge Fornero che prevede la possibilità di pensionamento fino a 7 anni prima del termine. Conosciuto anche come "assegno di esodo", questo strumento riservato ai lavoratori delle grandi aziende che hanno personale in eccedenza: è più oneroso per le imprese, ma "molto sicuro" per chi esce. Proprio per questo motivo l'adesione al piano è stata veloce ed elevata. Per poterne usufruire devono mancare pochi anni - non più di 7 - al raggiungimento dei requisiti minimi per la pensione ordinaria. Estesa grazie al decreto milleproroghe fino al 30 novembre 2026, l'isopensione ha tuttavia poi di un limite: è infatti legata agli accordi sindacali che devono essere siglati con l'azienda per incentivare l'esodo dei lavoratori più anziani ed è inoltre gravosa per i datori di lavoro perché prevede che l'azienda versi all'Inps sia le somme per l'assegno sostitutivo della pensione, sia la contribuzione correlata. Si tratta in pratica di una forma di prepensionamento che compensa il lavoratore dello stipendio che non riceverà a causa dell'interruzione del rapporto di lavoro, fino al raggiungimento della pensione. All'impresa viene richiesta anche una fidejussione a garanzia della sua solvibilità. In quest’ultimo caso le donne avrebbero un anno di vantaggio, visto che raggiungono i requisiti con un anno in meno di contributi, a 41 anni e 10 mesi, contro i 42 anni e 10 mesi degli uomini.

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