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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia Italia

Istat: classe operaia e piccola borghesia sono scomparse, aumentano le disuguaglianze

Una paese che cambia e invecchia: mai così pochi giovani (0-14 anni) mentre un nato su cinque ha almeno un genitore straniero. Cresce la disparità tra Nord e Sud, donne più istruite ma lontane dai vertici della società. Il rapporto annuale dell'Istat

Un nato su cinque ha almeno un genitore straniero

Negli ultimi dodici mesi, l'aumento di cittadini stranieri residenti in Italia è stato il più modesto degli ultimi anni, 5 milioni (8,3% dei residenti) con un incremento di 2.500 unità dal 2016. A tale rallentamento contribuisce soprattutto la rapida crescita delle acquisizioni della cittadinanza italiana: se ne contano 29 mila nel 2005, 66 mila nel 2010, 178 mila nel 2015 e 205 mila nel 2016. Circa il 38% delle acquisizioni riguardano minorenni e per metà dei casi individui con meno di 30 anni di età. 

Ad alimentare il numero degli stranieri in Italia continuano a concorrere non solo le migrazioni dall'estero - il saldo migratorio nel 2016 ammonta a oltre 200 mila stranieri in più - ma anche i tanti nati nel nostro Paese da genitori entrambi stranieri, le cosiddette "seconde generazioni".

Un nato su cinque ha almeno un genitore straniero. Dal 2008 le nascite che ogni anno hanno riguardato coppie non italiane sono piu' di 70 mila. I nati da genitori entrambi stranieri aumentano fino al 2012, quando raggiungono il valore massimo (78.577 nati); dal 2013 si osserva una moderata decrescita che riporta, nel 2015, su valori vicini a quelli di sette anni prima (71.672).

Anche la struttura per età degli stranieri mostra segnali di invecchiamento. Al 1* gennaio 2017, la classe di eta' tra 18 e 34 anni pesa quasi per il 30% sul totale della popolazione straniera, quella italiana solo per il 17%; al contrario, le persone con 65 anni e piu' tra gli stranieri hanno un'incidenza di circa il 4%, mentre rappresentano circa un quarto degli italiani. Tra il 2008 e il 2017 l'eta' media della popolazione straniera è passata da 31,1 a 34,2 anni: cio' accade sia perche' alcune delle comunita' che hanno fatto il loro ingresso nel nostro Paese hanno una eta' media piu' alta (e' il caso di quelle dell'Est europeo), sia per effetto della progressiva stabilizzazione delle collettivita' storiche.

Ad "invecchiare" sono soprattutto le donne straniere: la quota di quelle tra i 35 e i 49 anni e' passata dal 42,7% del 2008 al 51,9 del gennaio 2017. Al 1° gennaio 2016, il 30% degli stranieri residenti in Italia e' cittadino di un paese dell'Unione europea. I romeni sono la collettivita' piu' numerosa, quasi uno straniero su 4 (il 23%); seguono albanesi (9,3%) e marocchini (8,7%).

Dal 2011, con la crisi economica già in atto da alcuni anni, la crescita della presenza non comunitaria èfortemente rallentata. Al 1° gennaio 2016 sfiorano i 4 milioni i cittadini.

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