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Venerdì, 29 Marzo 2024
ECONOMIA

Marzo 2015, l'Ue ci osserva: l'Italia di Renzi a rischio "bocciatura"

L'Ue ha inserito il nostro Paese tra i sette dell'area Euro il cui bilancio previsionale sul prossimo anno è "a rischio di non conformità". Sotto la lente gli obblighi rispetto al patto di stabilità e di crescita

Brutte notizie da Bruxelles: l'Italia è stata inserita nella "black list" composta da sette Paesi dell'area Euro il cui bilancio previsionale sul 2015 è "a rischio di non conformità" con le regole Ue. Una notizia ampiamente anticipata, quella della Commissione europea, ma che rischia di complicare il percorso del governo in tempi di legge di Stabilità.

"ALCUNI PROGRESSI" CI SONO - L'avvertimento è chiaro: Bruxelles "valuterà la situazione a inizio marzo 2015", in seguito all'approvazione di bilancio e riforme annunciate. Nella valutazione sui documenti programmatici di bilancio 2015, si riconosce all'Italia di aver compiuto "alcuni progressi" sul risanamento dei conti a livello strutturale, ma si chiede anche di farne altri.

OCCHIO AL PATTO DI STABILITA' - "La Commissione - si legge - esaminerà a inizio marzo 2015 la posizione dell'Italia riguardo ai suoi obblighi rispetto al patto di stabilità e di crescita, alla luce dell'approvazione della legge di bilancio e della specificazione del piano di riforme strutturali annunciato dalle autorità nella lettera del ministro Padoan del 21 novembre".

COSA SI RISCHIA - Per sette Paesi - Belgio, Spagna, Francia, Italia, Malta, Austria e Portogallo - i pareri della Commissione indicano un rischio di non conformità dei bilanci. A questi e ad altri quattro Stati (Estonia, Lettonia, Slovenia e Finlandia), i cui documenti programmatici sono stati ritenuti "sostanzialmente conformi", viene chiesto di "adottare le misure necessarie nell'ambito della procedura nazionale di bilancio al fine di garantire che il bilancio 2015 sia conforme al patto". In alcuni casi, il rischio di non conformità incide sulle possibili misure nell'ambito della procedura per i disavanzi eccessivi (che comunque non è in corso per l'Italia).

GLI ALTRI - L'Ue ricorda poi che Francia, Italia e Belgio si sono impegnati ai più alti livelli di governo ad adottare e attuare entro i primi mesi del 2015 riforme strutturali favorevoli alla crescita che dovrebbero avere un impatto sulla sostenibilità delle finanze pubbliche nel medio termine. Gli altri cinque paesi di Eurolandia (Germania, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi e Slovacchia) hanno fornito documenti programmatici di bilancio ritenuti "conformi al patto".

OBIETTIVO O,3% "INSUFFICIENTE" - Come spiega Il Sole 24 Ore "l'esecutivo comunitario è stato chiamato a una delicata quadratura del cerchio. Il bilancio previsionale italiano, attualmente in discussione in Parlamento, prevede un aggiustamento strutturale del deficit dello 0,3% del prodotto interno lordo, insufficiente alla luce delle regole europee. Consapevole della difficile situazione economica, la Commissione ha deciso di non chiedere ulteriori misure di finanza pubblica, ma vuole che il governo si adoperi per adottare le riforme promesse".

NECESSARIO TAGLIO DEFICIT - "Nella sua opinione - spiega ancora il Sole 24 Ore - Bruxelles mette l'accento sulle difficoltà economiche del Paese. Secondo i calcoli dell'esecutivo comunitario, le regole europee di riduzione del debito imporrebbero in questo momento all'Italia un taglio strutturale del suo deficit pari a circa 2,5 punti percentuali del prodotto interno lordo nel 2015. Sulla base di un deficit strutturale nel 2013 dello 0,8% del prodotto interno, il bilancio si trasformerebbe l'anno prossimo in un attivo strutturale di oltre l'1,5% del Pil".

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