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Giovedì, 28 Marzo 2024
Lo studio

Italia sempre più vecchia: tra 20 anni 6,8 milioni di lavoratori in meno

Una ricerca della Fondazione Di Vittorio-Cgil scatta una fotografia di come saremo nel 2042, Si dovranno anche fare i conti con la bassa natalità

Italiani sempre più con i capelli bianchi, sempre più anziana e di conseguenza con meno forza lavoro. Fra vent'anni il bacino dei potenziali lavoratori (15-64 anni) subirà una netta diminuzione, pari a -6,8 milioni di persone, mentre la popolazione non in età da lavoro (under 15 e over 64) registrerà una robusta crescita, +3,8 milioni di persone, mentre l'età media crescerà di 4 anni. Sono alcuni dei dati emersi dall'ultima ricerca della Fondazione Di Vittorio che analizza le ripercussioni del declino demografico sul futuro del mercato del lavoro italiano.

Nel rapporto si evidenzia come gli squilibri demografici determinati da una bassa natalità e da un marcato invecchiamento della popolazione residente, aggravati dalle caratteristiche dei flussi in ingresso e uscita dall'Italia, incidono anche sul tasso di occupazione.

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Come spiega il presidente della Fondazione Di Vittorio, Fulvio Fammoni ''le persone in età da lavoro da febbraio 2020 a maggio 2022 sono calate di circa -600 mila. Gli occupati a febbraio 2020 erano 22,341 milioni, a maggio 2022 sono 22,293 milioni (circa -50 mila); il tasso di occupazione di febbraio 2020 era del 59,0%, quello di maggio 2022 del 59,8%. Quindi, con un numero simile di occupati, il tasso di occupazione è aumentato dello 0,8%''.

Questo perché - spiega Fammoni - ''il calcolo del 2020 era effettuato su una platea di persone in età da lavoro di 37,9 milioni, mentre l'ultimo dato del 2022 è di 37,3 milioni (-606 mila). Se, per ipotesi, il tasso di occupazione di maggio 2022 fosse calcolato sulla stessa popolazione in età da lavoro di febbraio 2020, sarebbe più basso di circa un punto percentuale''.

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Per la segretaria confederale Cgil, Tania Scacchetti i dati ''non sono semplici numeri, non indicano solo un calo demografico, ma una prospettiva inquietante per il futuro del nostro Paese. Di questo si dovrebbe discutere ora in campagna elettorale perché servono risposte immediate e scelte strutturali. Vanno sicuramente individuate misure a sostegno della natalità, ma soprattutto va aperta una riflessione sui flussi in entrata e in uscita dal nostro Paese''. 

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