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Giovedì, 28 Marzo 2024
Istruzione

L'Ocse boccia l'Italia: "Troppi laureati malpagati"

Chi ha una laurea guadagna meno di chi ha solo un diploma, il 35 per cento dei giovani tra i 20 e i 24 non studia e non lavora e i nostri atenei non "attraggono" gli studenti stranieri. La situazione dell'istruzione in Italia secondo il rapporto Ocse "Education at a glance"

Non esce bene l'Italia dal nuovo rapporto Ocse "Education at a glance", il tradizionale resoconto che ogni anno dà i voti ai sistemi scolastici di 34 paesi: il nostro paese resta lontano dalla vetta.

In Italia i laureati sono pochi e malpagati, con un tasso di occupazione inferiore rispetto a quello dei diplomati. Un dato ancora più basso per i 25-34enni con genitori non laureati, che hanno quindi meno probabilità di accedere a una rete di relazioni sociali estesa per trovare lavoro. in Italia i redditi dei laureati sono superiori a quelli dei diplomati solo del 143%, contro una media Ocse del 160%. Questi i dati del rapporto relativo al 2014, presentato al Ministero dell'Istruzione.

L'Italia detiene poi un ben triste primato, con la percentuale più alta di ragazzi tra i 20 e i 24 anni che non studiano e non lavorano, ossia i cosiddetti Neet. Appena il 42 per cento dei diplomati sceglie di proseguire gli studi iscrivendosi all'università, la minore quota d'iscrizione rispetto all'insieme dei Paesi Ocse dopo il Lussemburgo e il Messico. Abbiamo un alto tasso di laureati di secondo livello (ossia chi ha conseguito un laurea 3+2), ma ci sono pochi laureati di primo livello e tra lauree brevi e magistrali, un ragazzo su tre arriva al terzo livello di istruzione (la media Ocse è uno su due).  La buona notizia è che, nell'arco della propria vita, il 20% dei giovani italiani conseguirà un titolo universitario di secondo livello o un titolo universitario equivalente (per esempio una laurea magistrale): questo rappresenta una quota maggiore rispetto alla media dei Paesi dell'Ocse, che è pari al 17%. 

I nostri atenei attraggono pochi studenti stranieri: nel 2013 meno di 16mila studenti degli altri 34 paesi risultava iscritto in un'università italiana, contro i 46mila stranieri in Francia e il 68mila in Germania. Un dato che per l'Italia tiene conto del numero di immigrati permanenti, mentre per Francia e Germania riguarda solo il numero di studenti che si sono trasferiti con l'unico scopo di studiare.

I problemi riguardano anche le competenze. Secondo l'Ocse, troppi laureati italiani "hanno difficoltà a sintetizzare le informazioni provenienti da testi complessi e lunghi". Non escono meglio i docenti: nel 2013 (prima dell'arrivo de La Buona Scuola) avevano compiuto o superato i 50 anni il 57 per cento dei docenti della scuola primaria, il 73 di quelli della scuola secondaria superiore e il 51 per cento dei docenti dell'istruzione terziaria. 

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