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Venerdì, 29 Marzo 2024
Le previsioni

L'Italia verso la recessione

Le nuove stime del Fondo monetario internazionale: nel 2023 Pil in calo dello 0,2%, segno meno anche per l'economia tedesca. Il capo economista Gourinach: "Il 2022 sarà una sfida per l'Europa, ma l'inverno 2023 sarà probabilmente peggio"

Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto i dati del Pil italiano per il biennio 2022-23. Nel World Economic Outlook appena diffuso per quest'anno, complice anche la corsa dei prezzi, la crescita del nostro paese viene rialzata di 0,2 punti, rispetto alla previsione di luglio scorso, per toccare il 3,2%. Ma la revisione cambia segno per il 2023 quando il Fondo stima un Pil dell'Italia in calo a -0,2%: si tratta di un ribasso di 0,9 punti sulle valutazioni di luglio e addirittura di 1,9 punti su quanto stimato ad aprile scorso.

Il prossimo anno dunque l'Italia potrebbe finire in recessione, sebbene - va sottolineato - il calo del Pil dovrebbe essere piuttosto contenuto.  Al Fondo Monetario Internazionale si aspettano "che l'Italia entri in recessione tecnica nei prossimi trimestri soprattutto per l'impatto della crisi energetica, per l'alta inflazione e del calo dei redditi". A dirlo è stata Petya Koeva Brooks, vice capo economista dell'Fmi incontrando la stampa per la presentazione del World Economic Outlook. Parlando di "rischi al ribasso per via dell'impatto del mercato energetico" Koeva Brooks ha consigliato al prossimo esecutivo di "garantire un sostegno alle persone più vulnerabili, ma valutando i margini di bilancio e garantendo un percorso di calo del debito". 

La Germania è l'altro grande Paese che secondo l'Fmi avrà il segno meno sul prodotto interno lordo: in questo caso il calo previsto per il prossimo anno è dello 0,3%, l'1,1% in meno rispetto alle previsioni di tre mesi fa. Nel 2023 il Pil di Francia e Spagna dovrebbe invece aumentare rispettivamente dello 0,7 e dell'1,2%. 

Il capo economista del Fmi Pierre-Olivier Gourinach ha spiegato che a livello globale la crescita "rallenterà al 2,7% con un 25% di probabilità che scenda sotto il 2%". Dal Fondo monetario osservano che la guerra in Ucraina sta avendo "severe ripercussioni economiche in Europa con più alti prezzi dell'energia, una più debole fiducia dei consumatori e un rallentamento dell'attività manifatturiera". "La crisi energetica, in particolare in Europa, non è uno shock transitorio" ha osservato Gourinach. "Il riallineamento geopolitico delle forniture energetiche in seguito alla guerra della Russia in Ucraina è ampio e permanente. Il 2022 sarà una sfida per l'Europa, ma l'inverno 2023 sarà probabilmente peggio". 

"Italia in recessione tecnica fino alla primavera del 2023" 

Per quanto riguarda l'Italia, già nel Documento programmatico di Bilancio redatto dal ministro dell'Economia Daniele Franco e approvato ieri in Cdm veniva tracciato un quadro piuttosto fosco per i prossimi mesi. "Partendo dai dati Istat per i primi due trimestri dell'anno, le valutazioni interne più aggiornate indicano una variazione leggermente negativa del pil nel terzo trimestre quale risultato di una contrazione congiunturale del valore aggiunto dell'industria manifatturiera e delle costruzioni, solo parzialmente compensata da un incremento dei servizi", si legge.  Per il quarto trimestre, "l'intervallo delle stime più aggiornate si situa intorno ad una lieve contrazione del pil in termini reali, attribuibile in primis al settore industriale". 

"Si prevede - si aggiunge nel documento - un'ulteriore flessione del pil nel primo trimestre, che sarebbe poi seguita da una ripresa dell'attività economica a partire dal secondo trimestre, trainata da un aumento della domanda mondiale, da una discesa del prezzo del gas naturale (peraltro verso livelli ancora elevati rispetto a condizioni 'normali') e da un crescente apporto del Piano di Ripresa e Resilienza" al pil. L'Italia è dunque su un sentiero di recessione e ne uscirebbe non prima della prossima primavera.
 

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