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Venerdì, 29 Marzo 2024
ECONOMIA

Jobs Act, parla il ministro Poletti: "Addio collaboratori a progetto"

Il blocco definitivo delle nuove collaborazioni a progetto sarà nel decreto attuativo atteso venerdì in Consiglio dei ministri. Sulle collaborazioni in corso "bisogna cercare di trovare una modalità di gestione della transizione"

ROMA - Addio alle nuove collaborazioni a progetto. Per quelle esistenti, invece, si gestirà la "transizione": parte da qui il riordino delle tipologie contrattuali, verso il “Codice dei contratti” in attuazione del Jobs act, che venerdì prossimo sarà all’esame del Consiglio dei ministri e che prevederà anche l’eliminazione dell’associazione in partecipazione (contratto usato soprattutto per le commesse) e la rimodulazione delle regole per le Partite Iva. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha illustrato l’orientamento della sua azione alle parti sociali, precisando anche che non essendoci ancora stata la discussione in Cdm non è escluso che venga poi "tradotto diversamente".

In Italia i lavoratori con un contratto a progetto sono poco più di mezzo milione di persone, con un reddito medio inferiore ai mille euro al mese. Secondo l'ultimo rapporto dell'Inps riferito al 2013, 266.925 sono donne con un reddito medio che è poco meno della metà di quello degli uomini con 7.035 euro denunciati nel 2013 contro i 13.820 medi degli uomini. Il governo punta anche all'eliminazione dell'associazione in partecipazione, forma contrattuale che, sempre secondo i dati Inps riferiti al 2013, riguarda 41.894 persone con un compenso medio annuo ancora più basso di quello dei collaboratori a progetto (8.446 euro, 7.703 medi per le donne, 9.221 medi per gli uomini).

Il Consiglio dei ministri di venerdì, ha comunque assicurato, varerà definitivamente i primi due decreti attuativi del Jobs act, quello sul contratto a tutele crescenti (con le nuove regole anche sui licenziamenti) e quello sulla nuova Aspi, la riforma degli ammortizzatori sociali. I sindacati, innanzitutto la Cgil e la Uil, oltre a ribadire la contrarietà sul contratto a tutele crescenti, si mostrano delusi dall’incontro con il ministro del Lavoro, non vedendo una vera stretta sui precari."Pensiamo di fare un'operazione che blocca la possibilità di nuove collaborazioni a progetto e su quelle che ci sono bisogna trovare una modalità di gestione della transizione", ha affermato Poletti, spiegando che invece per i co.co.co "ci sono situazioni specifiche nel pubblico e nel privato e vanno valutate". E confermando che il contratto a tempo determinato senza causale manterrà il tetto di durata a trentasei mesi. 
 
SINDACATI DELUSI - "La montagna ha partorito un topolino", ha sostenuto il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, dopo la riunione: "Non c’è niente sulla battaglia contro la precarietà. Un solo contratto viene eliminato", ha detto riferendosi all’associazione in partecipazione, contestando non solo il merito ma anche il metodo "senza documenti e tutto subordinato al Consiglio dei ministri". Consiglio dei ministri che, come spiegato dallo stesso Poletti, "prenderà la sua decisione" se recepire le osservazioni contenute nei pareri delle commissioni parlamentari, in particolare sul contratto a tutele crescenti e sulla richiesta di escludere dalle nuove norme i licenziamenti collettivi. Anche la Cgil si dice "sostanzialmente delusa" dall’incontro: "Aspettiamo il testo", ha affermato il segretario confederale Serena Sorrentino, ma "sembra più una manutenzione che un disboscamento" delle forme contrattuali precarie, in cui più o meno si "conferma il quadro esistente". La Cgil, dal direttivo, fa inoltre sapere che è pronta a fare una proposta per un nuovo Statuto dei lavoratori che riduca la precarietà e sostenga i diritti ma non esclude, una volta valutati i decreti attuativi del Jobs act, di raccogliere le firme per sostenere questa proposta e per il referendum abrogativo. La Cisl, con il segretario confederale Gigi Petteni, ha insistito sulla necessità che "a fianco al contratto a tutele crescenti, un importante intervento che ha messo al centro il contratto a tempo indeterminato, ci sia una pulizia di tutte quelle forme mascherate di lavoro autonomo". 

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