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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Juncker boccia la manovra: “Non possiamo accettare tutto”

Il presidente della Commissione europea ha commentato la manovra elaborata dal governo: “Se accettassimo dovremmo fare i conti con le reazioni virulente degli altri Paesi”

Doccia fredda sulla manovra. Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha bocciato la legge di Bilancio proposta dal governo Lega-M5s: “Non abbiamo ancora messo in questione il bilancio dell’Italia. Abbiamo lanciato degli avvertimenti, forse prematuri. Se accettassimo tutto quello che il governo italiano propone, avremmo delle contro reazioni virulente in altri paesi dell’Eurozona”. Juncker ha espresso il suo parere sulla manovra durante una intervista rilasciata ad alcuni media italiani: “Affermare che io sarei contro l'Italia è un'idiozia (une foutaise, ndr). E' una menzogna". 

“"Ho presieduto la conferenza intergovernativa nel 1991 che ci ha condotti verso il trattato di Maastricht e verso l'Unione economica e monetaria - afferma Juncker - ho fatto di tutto, quando c'erano delle resistenze molto forti in certi Stati membri, ad avere l'Italia come membro della zona euro fin dall'inizio". "Ero ministro delle Finanze allora: ho ricevuto i primi ministri e i ministri delle Finanze di almeno otto Paesi europei che non volevano l'Italia. E io ho sempre detto che non volevo l'euro, se l'Italia non era sulla linea di partenza", conclude.

Quota 100 e reddito di cittadinanza, via libera del Governo

I numeri della manovra

La manovra elaborata dal governo “punta a conseguire un indebitamento netto della PA che, con un profilo comunque decrescente risulti pari al 2,4 per cento del Pil nel 2019, al 2,1 per cento nel 2020 e all’1,8 per cento nel 2021”. Lo si legge nel progetto di Bilancio 2019 notificato all’Ue. “Il profilo dei conti pubblici illustrato modifica sensibilmente il sentiero dell’indebitamento netto strutturale – aggiunge il documento – che dopo il miglioramento di 0,2 punti di Pil previsto per quest’anno, peggiorerebbe di 0,8 punti nel 2019”. Il governo prevede inoltre una crescita economica “dell’1,5 per cento nel 2019, dell’1,6 per cento nel 2020 e dell’1,4 nel 2021. Il livello del Pil nominale nello scenario programmatico – si legge – è sensibilmente superiore a quello tendenziale lungo tutto il triennio di programmazione”. 

Deficit e Pil

“La crescita del Pil nel prossimo triennio – afferma ancora il documento – sarà trainata dalla domanda interna e da una ripresa delle esportazioni dopo il marcato rallentamento subìto quest’anno”. Nonostante il deficit al 2,4 per cento del Pil quest’anno, nel progetto di Bilancio inviato all’Ue il governo prevede altresì una discesa del debito-Pil sul triennio in esame, anche a riflesso degli ipotizzati “proventi da dismissioni ed altre entrate afferenti al Fondo di Ammortamento del Debito Pubblico, pari a 0,3 punti di Pil all’anno per il periodo 2018-2020”. “Tenuto conto di tali introiti – si legge – nello scenario programmatico la discesa del rapporto debito-Pil è attesa pari a 0,3 punti quest’anno, e quindi 0,9 punti nel 2019, 1,9 nel 2020 e 1,3 nel 2021. Il rapporto scenderebbe dunque dal 131,2 per cento del 2017 al 126,7 nel 2021”. Nelle tabelle allegate il debito-Pil viene indicato al 130,9% nel 2018, 130% nel 2019, 128,1% nel 2020 e 126,7% nel 2021.

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