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Giovedì, 7 Dicembre 2023
Economia Palermo

Lo strano caso della Latte Puccio, dipendenti nel limbo: "Non lavoriamo ma non siamo stati licenziati"

L'azienda è stata sequestrata lo scorso 12 febbraio, con alcuni dipendenti che non essendo stati licenziati non vengono pagati, non possono accedere agli ammortizzatori sociali e neanche trovare una nuova occupazione

Non lavorano ma non sono stati licenziati, non vengono pagati ma non possono usufruire degli ammortizzatori sociali: è lo strano caso dei dipendenti della Latte Puccio, industria alimentare di Capaci, in provincia di Palermo, sotto sequestro dallo scorso 12 febbraio. Un limbo da cui sei lavoratori dell'azienda casearia non sanno come uscire e che li ha portati a protestare insieme alle loro famiglie davanti ai cancelli chiusi dell'impianto in cui prima lavoravano. 

Latte Puccio, i lavoratori nel limbo: non lavorano ma non sono licenziati

Una situazione paradossale che ha richiesto l'intervento dei sindacati. Dario Fazzese, segretario generale Flai Cgil, e Renato Aiello, della Flai Cgil Palermo, hanno chiesto a gran voce una soluzione: “I lavoratori si trovano sospesi in un limbo dal quale non sanno come uscire, non lavorano e non sono stati licenziati, quindi non possono percepire gli ammortizzatori sociali. Chiediamo che il Tribunale fallimentare nomini al più presto un amministratore giudiziario, per decidere delle loro sorti”.

Latte Puccio, manca l'amministratore giudiziario

Tra le cause che hanno scatenato questa situazione c'è l'attuale assenza di un amministratore giudiziario. Infatti, i sigilli allo stabilimento di Capaci e l'arresto per bancarotta fraudolenta  dei due amministratori della società, Giuseppe Valguarnera e Caterina Di Maggio, finiti poi ai domiciliari, è stato nominato soltanto il curatore dei beni.  

"All'indomani del sequestro – aggiungono Dario Fazzese e Renato Aiello – abbiamo chiesto alla Prefettura di sollecitare il Tribunale per la nomina di un amministratore giudiziario. La richiesta è stata inoltrata. Ma non abbiamo ancora risposta. Si è verificata così una situazione  paradossale in cui,  mentre c'è  un curatore che si occupa dei beni materiali dell'azienda,  i lavoratori sono rimasti invece abbandonati a se stessi".

"Noi abbandonati, lo Stato ci tuteli"

A dicembre scorso, prima del fallimento, la Latte Puccio aveva licenziato 13 lavoratori, che oggi percepiscono la Naspi. "Noi invece da fine gennaio siamo senza  retribuzione e non possiamo avere accesso agli  ammortizzatori sociali. Non siamo né regolari né licenziati – dichiara Salvatore Giambona 52 anni, delegato Flai Cgil - Ci hanno detto di attendere. Non possiamo nemmeno cercare un nuovo lavoro. Siamo stati abbandonati, senza nessuna garanzia,  come figli di un dio minore.  Noi sei abbiamo lo stesso diritto dei 700 operai di Termini Imerese, la situazione è simile. Solo che loro di Blutec sono tutelati dallo Stato e noi no, nei nostri confronti non c'è nessun interesse". 

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