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Martedì, 19 Marzo 2024
Salari bassi

"Mi hanno offerto 400 euro per lavorare 11 ore al giorno"

Lo sfogo di Emanuela, 28enne di Napoli, contattata per un lavoro da baby sitter. Al suo rifiuto si è sentita rispondere: "Beh allora resta a casa"

"Fanno proposte di lavoro assurde e lo Stato si prende anche il lusso di dire che non vogliamo lavorare". E ancora: "Qui non cercano dipendenti, ma schiavi". A firmare il post - pubblicato sulla pagina Facebook di un gruppo di quartiere di Napoli - è Emanuela, 28 anni. La giovane ha raccontato di essere stata contattata  "per una proposta di babysitter ". Dal lunedì al venerdì, mezza giornata, per un compenso di 350,00€ al mese. Tutto "a nero" ha precisato la 28enne. Quando la giovane ha provato a far notare che quei soldi erano troppo pochi, si è sentita rispondere che il compenso richiesto, 800-900 euro al mese, era "eccessivo" per mezza giornata.

Quello del lavoro a nero o sottopagato non è certo un tema nuovo, come emerge dalle inchieste sul campo con cui Today ha documentato le condizioni di chi è impiegato nel mondo della ristorazione (l'ultima, di Charlotte Matteini, potete leggerla qui). Il problema dei salari bassi ovviamente non riguarda solo chi serve ai tavoli o lavora nelle cucine, ma è molto più diffuso. Specie nel mezzogiorno. Tant'è che dieci anni dopo essersi diplomata Emanuela non è mai riuscita a lavorare sotto contratto. Ha fatto la segretaria, la cameriera. Sempre a nero.

"Dalle 8 di mattina alle 7 di sera per 400 euro al mese"

Dopo quello sfogo affidato ai social ha ricevuto un'altra di offerta, ma addirittura peggiore della precedente. "Sempre come babysitter dal lunedì al venerdì dalle 8 del mattino alle 7 di sera, per 400 euro al mese" ha raccontato la ragazza napoletana al 'Corriere del mezzogiorno'. "A conti fatti avrei guadagnato poco più di un euro l'ora. Ho detto al proponente che la sua era un'offerta assurda, e la risposta che ho ricevuto è stata: «Beh allora resta a casa»".

Lo sfogo sui social

Quello di Emanuela non è certamente un caso isolato. "La mia è una situazione comune a tanti altri miei coetanei" ha sottolineato la 28enne aggiungendo che molti suoi amici "sono andati già via da Napoli". Ma andarsene non è sempre facile. E non può essere la soluzione ai problemi del Sud. "Nonostante mia madre mi dice di partire, di pensare al mio futuro, non ce la faccio a lasciarla sola". Quindi la giovane si lascia andare a un'ultima considerazione: "Avete ristretto le maglie del reddito di cittadinanza? Va benissimo. Ora però andate anche a controllare che quando uno va a lavorare lo possa fare in condizioni quantomeno decenti".

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