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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Pensioni, lavorare con Ape sociale o Ape volontario? Si può, ecco come

Chi ha diritto a queste due misure previdenziali può continuare a svolgere un'attività lavorativa, ma seguendo alcune regole: ecco tutto quello che c'è da sapere

Vuoi continuare a lavorare dopo aver ottenuto l'anticipo pensionistico? Questo è possibile se si ha diritto all'Ape sociale, ossia l'anticipo pensionistico pagato dallo Stato. Ma per ottenere la misura bisogna cessare la propria attività lavorativa e, in seguito, trovare una nuova occupazione ma senza superare alcuni limiti di reddito.

Si può invece continuare a lavorare se la misura a cui si ha diritto è l'Ape volontario, ossia il prestito bancario a garanzia pensionistica. In questo caso si può richiedere un part time prima di andare in pensione, integrando i redditi da lavoro con l’assegno Ape, continuando ad accumulare contributi previdenziali. 

Lavoro dipendente e Ape sociale

Come detto ad inizio articolo, sono necessarie le dimissioni dal proprio lavoro per ottenere l'Ape sociale, ossia l’anticipo pensionistico a carico dello Stato, pari alla futura pensione (fino ad un massimo di 1.500 euro mensili), che può essere ottenuta se non mancano più di 3 anni e 7 mesi dall’età per la pensione di vecchiaia, con un determinato requisito contributivo e se si appartiene a determinare categorie tutelate come i cargiver, gli invalidi al 74% i disoccupati o le persone che svolgono lavori gravosi. Quindi per ottenere l'Ape sociale e lavorare è necessario rassegnare le dimissioni e poi iniziare un nuovo lavoro dipendente, mantenendo la misura previdenziale. L'unico limite è la soglia di reddito di 8mila euro annui. Superato questo limite si perde il diritto all'Ape sociale. 

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Lavoro autonomo e Ape sociale

Anche in questo caso, per ottenere l'Ape sociale servono le dimissioni dalla propria occupazione lavorativa. Se dopo aver ottenuto la misura si intende avviare un'attività di lavoro autonomo, la soglia da non oltrepassare per non perdere l'Ape è di 4.800 euro annui. 

Lavoro e Ape volontario

Se invece dell'Ape sociale si ha diritto all'Ape volontario, non essendo questa una prestazione assimilata al reddito di lavoro, è compatibile con l’attività lavorativa, sia subordinata che autonoma. L'Ape volontario è un anticipo sulla pensione che può variare dal 75% al 90% della futura pensione e che viene erogato se non mancano più di 3 anni e 7 mesi al compimento dell’età pensionabile, con almeno 20 anni di contributi accumulati. Tale misura non è altro che il prestito di una banca, i cui costi sono a carico del lavoratore, che poi restituirà la somma attraverso una rateizzazione. Continuare a lavorare part time percependo l'Ape volontario può essere una scelta buona per due motivi: in primis il lavoratore può diminuire negli ultimi anni di occupazione, inoltre, non essendoci tassazione sull'Ape volontario, esiste un beneficio anche dal punto di vista fiscale. 

Come richiedere l'Ape sociale

Il primo passo che il lavoratore deve fare è inviare all'Inps la certificazione del diritto all'Ape sociale. Può farlo tramite patronato oppure andando sul sito dell'Inps (bisogna essere in possesso però delle credenziali di accesso com Pin, carta nazionale dei servizi o Spid di secondo livello). Ricordiamo le scadenze del 31 marzo e del 15 luglio per chi matura i requisiti entro il 31 dicembre 2018 e la finestra ultima del 30 novembre 2018 (rischiosa, visto che per le domande pervenute entro questa data saranno prese in considerazione solo in base alle risorse residue).

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Una volta inviata la domanda per la certificazione dei requisiti per l'Ape social cosa succede? Bisogna aspettare che l'Inps faccia il suo lavoro ed attendere la comunicazione ufficiale da parte dell'Istituto di previdenza sociale con la quale vengono certificati questi requisiti. 

Ad esempio:

  • per le domande presentate entro il 31 marzo, la risposta potrebbe arrivare entro il 30 giugno 2018
  • per le domande presentate entro il 15 luglio 2018, la risposta potrebbe arrivare entro il 15 ottobre 2018
  • per le domande presentate entro il 30 novembre 2018, la risposta dovrebbe arrivare entro il 31 dicembre 2018

Dopo aver ricevuto da parte dell'Inps la comunicazione ufficiale sulla certificazione dei requisiti per l'Ape sociale è il momento di passare alla domanda vera e propria, tramite patronato o dal portale web dell'Istituto. Chi ha già tutti i requisiti dell'Ape sociale può inviare la domanda di certificazione del diritto all'anticipo pensionistico insieme alla domanda di pensione vera e propria, aspettando però sempre una risposta da parte dell'Inps.

Come richiedere l'Ape volontario

La domanda per accedere all'Ape volontaria va presentata all'Inps attraverso il servizio online disponibile sul sito dell'Istituto di Previdenza. Le domande non sono revocabili, eccezion fatta per il diritto di recesso da esercitarsi nei termini previsti dalla legge in materia creditizia e bancaria e dal codice del consumo.

Nella domanda il richiedente indica sia il finanziatore cui richiedere il prestito sia l’impresa assicurativa alla quale richiedere la copertura del rischio di premorienza. Successivamente l’Inps verifica il possesso dei requisiti di legge, certifica il diritto all’Ape e comunica al richiedente l’importo minimo e massimo del prestito ottenibile. L’istituto finanziatore trasmette all’Inps il contratto di prestito ovvero l’eventuale comunicazione di rifiuto dello stesso. In quest’ultimo caso la domanda di pensione decade ed è priva di effetti.

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In caso di concessione del prestito, dal momento in cui il contratto è reso disponibile online al richiedente decorrono i termini di 14 giorni per esercitare il diritto di recesso. In caso di recesso la domanda di pensione decade ed è priva di effetti. La norma prevede una possibilità di intervento del datore di lavoro del settore privato, degli enti bilaterali o dei Fondi di solidarietà, con il consenso del lavoratore, per ridurre la percentuale di incidenza della rata di ammortamento sulla futura pensione.

Il datore di lavoro, l’ente bilaterale o il fondo di solidarietà possono, infatti, versare in un’unica soluzione all’Inps un contributo correlato alla retribuzione percepita prima della cessazione dal servizio del lavoratore in modo da produrre un aumento della pensione tale da compensare in tutto o in parte gli oneri relativi alla concessione dell’Ape. Il contributo deve essere versato alla scadenza prevista per il pagamento dei contributi del mese di erogazione della prima mensilità dell’Ape.

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L’ammontare minimo del contributo del datore di lavoro è pari all’ammontare dei contributi volontari per ciascun anno o frazione di anno di anticipo rispetto alla maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia. Ai sensi dell’articolo 7, decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 184 l'ammontare minimo deve essere pari all’aliquota di finanziamento, prevista per la contribuzione obbligatoria alla gestione pensionistica, applicata all’importo medio della retribuzione imponibile percepita nell’anno di contribuzione precedente la data della domanda.

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