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Sabato, 23 Settembre 2023
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Lavoro, in Italia diminuiscono i disoccupati ma resta il dramma degli inattivi

Cosa sta succedendo veramente al mercato del lavoro italiano? L'analisi dopo i dati sugli occupati e disoccupati dell'Istituto nazionale di statistica

La ripresa economica post Covid sembra essere partita nonostante le titubanze legate alla variante Omicron altamente contagiosa. Il sistema Paese ha retto alla quarta ondata d'urto, registrando nel 2021 un pil in miglioramento del 6,5%, segnando la crescita più alta dal 1976. Eppure c'è qualcosa che stride in questa descrizione di rimonta, visto che proprio oggi l'Istituto nazionale di statistica (Istat) ha annunciato un tasso di inattività lavorativa della popolazione superiore al 35% e un tasso di disoccupazione giovanile di poco inferiore al 27%. Cosa sta succedendo veramente al mercato del lavoro italiano? L'analisi dopo i dati sugli occupati e disoccupati dell'Istat di dicembre 2021.

Il 35% degli italiani non cerca un lavoro

Forse spinti dai sostegni economici Covid o dal reddito di cittadinanza, non sappiamo bene come mai in Italia ci siano così tante persone che non studiano e non lavorano. Sono gli inattivi. Stiamo parlando del 35,1% della popolazione italiana in età da lavoro (15-64 anni), rivela l'Istat, sottolineando che si tratta di un dato stabile nel tempo. Per quanto riguarda invece coloro che sono alla ricerca disperata di un lavoro, i dati di dicembre 2021 evidenziano una flessione dell'1,3% (-29mila unità rispetto a novembre), con la percentuale che sale al -7,6% (-184mila unità) nel raffronto con dicembre 2020.

Disoccupazione giovanile sfiora il 27%

Sono tanti gli scoraggiati, i delusi e coloro che gettano la spugna nella ricerca di un'occupazione, oppure è il lavoro nero ad avere la meglio? E' una domanda che è lecito farsi, ma alla quale non riusciamo a trovare risposta. Sappiamo solo che il tasso di disoccupazione nel complesso è sceso al 9% (-0,1 punti) e che tra i giovani il dato risulta essere ancora molto alto. Stiamo parlando di una disoccupazione giovanile al 26,8%, seppur in calo di 0,7 punti. Leggendo questi dati non riusciamo a capire come si faccia a parlare di ripresa economica e come un'accelerazione del pil possa prescindere da un mercato del lavoro 'sano'.

Aumentano gli occupati 'precari'

Confrontando i dati di dicembre 2021 con quelli dello stesso mese del 2020, si registra un aumento del numero di occupati del 2,4% (+540mila unità) ed un calo del numero di persone in cerca di lavoro del -7,6% (-184mila unità), con un numero di inattivi in flessione del -4,7% (-653mila). Un quadro che sembra non essere poi così tanto brutto se si ignora volutamente che nel nostro paese il numero degli 'sfaticati' è piuttosto alto. Come la mettiamo la mettiamo, il mercato del lavoro italiano risulta essere innegabilmente in difficoltà, soprattutto se pensiamo che la maggior parte delle assunzioni che si stanno registrando in questo periodo è a termine. Se le statistiche sull'occupazione non ridono, lo fanno invece quelle relative alla crescita economica nazionale, con un pil lanciato verso un rialzo del 5% nel 2022. Il rischio è che questa rimonta economica si riveli non duratura nel tempo come vorremmo che fosse, visto che l'occupazione stabile non aumenta, la precarietà dilaga e che sempre meno persone sono alla ricerca di un'occupazione.

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