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Venerdì, 29 Marzo 2024
Lavoro

Come chiedere un aumento al capo: alcuni consigli per non sbagliare

Inutile bussare alla porta del capo, se non si è fatta un’attenta auto-valutazione. Arriva preparato all’appuntamento e mostrati aperto e collaborativo

Immagina di arrivare al lavoro trafelato come sempre e di trovare il tuo capo seduto alla tua scrivania, con un sorriso smagliante tatuato sulla faccia e una busta con il tuo nuovo contratto in mano. La apri e leggi il nuovo importo del tuo stipendio che si è cristallizzato in una cifra piacevolmente lunga. Ecco, adesso svegliati perché quanto hai appena immaginato può accadere solo nel mondo dei sogni, fatto di slanci e desideri ai limiti della puerilità. Tieni gli occhi aperti e resta coi piedi piantati per terra: ottenere un aumento al lavoro è possibile, ma pensare che sia il capo a proportelo è una mera fantasia. Se pensi che sia arrivato il momento di formulare la fatidica richiesta, non farti vincere dalla paura, ma studia ogni mossa con attenzione. Per chiedere un aumento al capo, bisogna procedere con cautela e strategia. Vediamo insieme come conviene muoversi.

Chiedere l’aumento al capo: 3 consigli da cui partire

Tutti vorrebbero intascare uno stipendio più rotondo a fine mese, ma solo pochi possono legittimamente sperare di ottenerlo. Se pensi di appartenere alla categoria dei lavoratori che non si tirano mai indietro non farti troppi problemi: essendo un dipendente modello, il tuo capo non dovrebbe sbatterti la porta in faccia quando gli chiederai di corrisponderti un assegno più pesante. A meno che tu non abbia fatto male i tuoi calcoli attribuendoti meriti che lui non ti riconosce. Sia come sia, domandare (con il giusto garbo) è lecito, ma per scongiurare incidenti che potrebbero rivelarsi fatali, ti suggeriamo di affidarti a questi tre semplici consigli:

Valuta le cose con attenzione e obiettività

Se hai preso il coraggio a due mani e ti sei deciso a chiedere un aumento al capo è perché pensi di guadagnare meno di quello che meriti. Ma è davvero così? Valuta il quadro nella sua interezza e non trascurare alcun dettaglio: sei bravo nel tuo lavoro? Porti a termine tutti gli incarichi che ti vengono assegnati? Ti mostri coinvolto e partecipe o ti limiti a fare il minimo indispensabile? Aiuti e collabori coi colleghi o preferisci lavorare in solitaria? Solo se riconosci di aver dato il meglio di te, potrai affrontare l’incontro con la necessaria serenità, facendo perno sui benefici che pensi di aver sortito col tuo duro lavoro. Presentati con un dossier con tutti i progetti realizzati, le commesse procurate, i clienti fidelizzati, le innovazioni e i benefici apportati e il tuo capo non potrà che realizzare quanto tu ti sia dato da fare. Un’autovalutazione certosina ed obiettiva è il punto di partenza che può determinare il successo della trattativa, facendo crescere l’importo della tua prossima busta paga.

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Aspetta il momento giusto

Il tempismo nella vita è tutto. Se la tua azienda sta attraversando un momento di difficoltà, molti colleghi sono in mobilità e le assunzioni sono ferme da mesi, non è il caso di avanzare richieste che, sai già, non potranno essere accolte. Non importa quanto tu ti sia dato da fare: l’impegno e la fatica profusi non possono essere premiati con un aumento di stipendio, se il bilancio dell’azienda è in rosso. Continua a dare prova della tua abnegazione e aspetta che arrivino momenti più propizi. Quando il capo tornerà a far quadrare i conti, le possibilità che le cose vadano come tu speri cresceranno notevolmente. La pazienza è la dote dei saggi, che ponderano quando è opportuno e conveniente muoversi. Aspetta e impiega il tempo che ti separa dall’incontro in cui formalizzerai la tua richiesta in maniera proficua, informandoti sulla cifra che potresti verosimilmente chiedere al tuo superiore. Non sparare a caso, ma documentati per bene, interpellando persone che svolgono il tuo stesso mestiere in aziende concorrenti o reperendo informazioni su siti come Payscale. Tenendo sempre presenti lo stato di salute dell’azienda per cui lavori e l’andamento generale del mercato. Chiedere un aumento fuori misura potrebbe rivelarsi fatale, non correre questo rischio o te ne pentirai amaramente.

Mostrati aperto durante la trattativa

Ebbene sì, chi fissa un appuntamento per chiedere un aumento al capo si prepara ad affrontare una trattativa che potrebbe andare per le lunghe. Mantieni sempre il giusto aplomb e mostrati aperto e collaborativo. Quando inviterai il capo a prendere in considerazione l’idea di aumentarti lo stipendio, dovrai mettere da parte la boria ed assumere un atteggiamento posato. Gioca di equilibrismo, muovendoti tra la sicurezza di chi sa di dare sempre il meglio di sé e l’umiltà di chi riconosce di essere un dipendente come gli altri. Non solo: durante la negoziazione, il capo potrebbe prospettarti soluzioni alternative e spiegarti che non è disposto ad aumentarti lo stipendio, ma che potrebbe concederti benefit o agevolazioni di altro tipo. Non sottovalutare l’offerta: poter lavorare da casa, ottenere dei buoni pasto o partecipare a un importante corso di formazione potrebbero rivelarsi proposte più soddisfacenti di un modesto aumento mensile. Solo se affronterai la trattativa con la necessaria apertura mentale, potrai sperare di tornare a casa con il “bottino” desiderato.

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E infine evita di scivolare sulle solite “bucce di banana”. Stando a quanto riferito da molti addetti ai lavori, ciò che irrita i capi è sentirsi dire dai loro dipendenti che confidano in un aumento di stipendio per fronteggiare le spese che si fanno sempre più esose. Inutile elemosinare un aumento perché non riesci ad estinguere il mutuo o fai fatica a pagare le bollette: il tuo capo non è la Caritas, ma la persona preposta a guidare l’azienda in cui lavori. E che può gratificarti e premiarti economicamente, solo se dimostrerai di apportare un valore aggiunto. Investi sulla tua professionalità e lui investirà su di te, corrispondendoti cifre che si faranno sempre più alte.

In collaborazione con BiancoLavoro

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